Rigodon |
Louis-Ferdinand Céline Rigodon Einaudi Editore, pagg.271, Euro 17,00
IL LIBRO – A Rigodon Céline lavorò lentamente, con fatica, indugiando per settimane tra continue cancellature e pentimenti. Il mattino del primo luglio 1961 comunicò alla moglie e all'editore Gallimard che il libro era finito. Alle diciotto dello stesso giorno un'emorragia cerebrale lo uccise. Le prime venti pagine sono ambientate nella casa di Meudon, alla periferia di Parigi, dove Céline deve affrontare giornalisti e scocciatori di ogni tipo, ossessionato dall'invasione dell'Europa da parte dei cinesi e dalla scomparsa della razza bianca. Poi il libro diventa la rievocazione di un viaggio di tre personaggi: Céline, sua moglie e il gatto Bébert; attraverso quel cumulo di macerie in fiamme che era la Germania del 1944-45. È il viaggio disperato attraverso la caduta del Terzo Reich, verso l'agognata Danimarca. È soprattutto una formidabile macchina stilistica scatenata da una personalità fortemente paranoica. Rigodon è l'ultimo libro di Celine, scritto poco primi della morte. Il testamento narrativo ed emotivo dello scrittore. Nei suoi ricordi stravolti, un viaggio attraverso la Germania in fiamme che assomiglia molto alla rappresentazione della fine dell'umanità». II crollo del Nazionalsocialismo, la fuga in Danimarca, l'accusa di collaborazionismo; e soprattutto un'affascinante macchina linguistico-stilistica che, scatenata in un perpetuo assolo, sembra inseguire le sincopi del jazz. "Il vero trionfo di Celine (e della letteratura) è che nessun film di guerra o di orrore riuscirà mai a rappresentare gli orrori della guerra con la terrificante potenza espressiva di questo non-romanzo". (Albero Arbasino)
DAL TESTO – “Sente qualcosa… è vero! sciutt! sciutt! un treno… ansimante… lontano ancora e pieno di fumo … sciutt! … questo deve essere il Berlino-Rostock… da otto giorni che è annunziato… ma i biglietti? chiedo intorno… c’è più biglietti, più sportelli, si sale su così… si pagherà più tardi, che dicono…ma si sale su in che modo? qua adesso lo si vede ‘sto accelerato… è tutto di legno… cinque.. sei vagoni… così irti direste da tutto quello che spunta dai finestrini… dei bruchi sono a questo modo, ispidi, irti… qua vedete tutto quello che spunta… cento braccia, cento gambe… e delle teste!… e dei fucili!… conosco dei metrò da scoppiare, dei treni così strapieni che ci introdurresti manco un dito, ma qua ‘sto verme di accelerato è così imbottito, così irto di gambe, di braccia, di teste, che sei forzato a ridere… tutto quello che gli spunta da lì… subito appresso la locomotiva, un pianale, un cannone e degli artiglieri… “La Vigue, ti giuro! aspettaci! hai Bébert!” Sciutt! sciutt! la tradotta è al binario… sta per ripartire… dico è piena… mica solo che braccia gambe… delle teste, vi ho detto… ancora una.. e poi un’altra… come addormentate… un’altra gli occhi tutti spalancati, fissi… ‘sto treno aveva dovuto essere crivellato, credo da su per aria… là dentro, ci si lamentava forte, ma da dove? Mica solo che teste, degli stivali… dei marmittoni sicuro… e dei civili… c’era mica da trovare un posto… forse provare il tender, l’avevo visto vuoto… si parlamenta… sono due fritz, macchinisti… ci mostro il nostro permesso per Rostock… ma devono caricare proprio qui tutto il loro tender, sei tonnellate di coke… ci fanno vedere adesso in fondo in coda un altro pianale, che hanno appena agganciato… “l’antiaerea” pare… loro chissà vorranno prenderci?… ci precipitiamo!…”
L’AUTORE – Louis-Ferdinand Céline (1894-1961) ha fatto il medico condotto nei quartieri popolari di Parigi per gran parte della sua vita. I suoi primi due romanzi, Viaggio al termine della notte (1932) e Morte a credito (1936), ebbero grandi apprezzamenti. Successivamente scrisse due pamphlet antisemiti che fecero scandalo e lo allontanarono dagli ambienti ufficiali della letteratura francese. Su posizioni filo-nazionalsocialiste, durante la guerra frequentò gli ambienti culturali della Repubblica di Vichy. Dopo un lungo attraversamento della Germania, giunse in Danimarca dove aveva inviato tutti i suoi soldi. Ma invece dei soldi (spariti) trovò il carcere per collaborazionismo. Amnistiato nel 1951, tornò in Francia, riprese l'attività di medico e scrisse la cosiddetta «Trilogia del Nord»: Da un castello all'altro (1957), Nord (1960) e Rigodon (uscito postumo nel 1969). Di lui Einaudi ha pubblicato Colloqui con il professor Y, Casse-Pipe e due volumi nella «Biblioteca della Plèiade»: Trilogia del Nord e Guignol's band I-II. |