Massimiliano Vassalli
Zarathustra nella letteratura pahlavi Il libro VII del Denkard
Paideia, pagg.248, € 43,00
Nel panorama degli studi sulla letteratura zoroastriana, l'opera di Massimiliano Vassalli, "Zarathustra nella letteratura pahlavi. Il libro VII del Denkard", offre un contributo fondamentale per il recupero e l'analisi di uno dei testi chiave della tradizione zoroastriana. Il libro contiene la versione italiana del capitolo VII del Denkard, un'opera pahlavi risalente al periodo islamico (VII-X secolo d.C.) che costituisce una delle principali fonti della leggenda di Zarathustra. Vassalli non solo fornisce una traduzione accurata, ma si impegna anche in una rilettura approfondita del contesto storico, culturale e religioso che ha dato vita al testo, contribuendo a una comprensione più ricca e sfumata della sua importanza.
Il Denkard, un'opera di ampio respiro che raccoglie una serie di trattati filosofi, teologici e morali, rappresenta un compendio della visione del mondo zoroastriana. Il settimo libro, in particolare, si dedica alla biografia di Zarathustra, inquadrandola non solo come un racconto di vita individuale, ma come un episodio all'interno di un'epopea cosmologica che narra la creazione del mondo e la lotta tra il bene e il male. La figura del profeta persiano viene, così, inserita nel più ampio schema della storia universale, dove ogni azione divina, compiuta attraverso la parola, ha un ruolo determinante nel determinare il destino dell'umanità. Questo contesto cosmico, che accompagna e giustifica le gesta di Zarathustra, non è solo una cornice narrativa, ma un pilastro della dottrina zoroastriana, che Vassalli esplora con una ricchezza di dettagli senza precedenti.
Vassalli evidenzia la funzione che il Denkard ha avuto nella conservazione della dottrina zoroastriana durante un periodo storico di transizione, in cui l'Islam stava rapidamente diffondendosi nell'Iran e soppiantando le tradizioni religiose precedenti. Il libro rappresenta quindi un esempio di resistenza culturale, ma anche di adattamento, attraverso l'elaborazione di un linguaggio religioso che potesse rispondere alle nuove sfide del tempo.
Uno degli aspetti più apprezzabili dell'opera di Vassalli è la sua traduzione del Denkard, che si distingue per la sua accuratezza filologica e per la capacità di rendere accessibile un testo complesso e ricco di sfumature. La lingua pahlavi, un dialetto medio-persiano in uso durante la dinastia sasanide, è notoriamente difficile da tradurre, e il lavoro di Vassalli si muove con delicatezza tra le insidie della resa linguistica, mantenendo la fedeltà al testo originale pur rendendolo comprensibile al lettore moderno. La traduzione italiana, inoltre, è corredata da una serie di note esplicative che non solo chiariscono aspetti linguistici e filologici, ma che contestualizzano anche la dimensione storica, religiosa e letteraria del testo. Queste note sono un valore aggiunto, che arricchisce l'esperienza di lettura e permette di apprezzare a fondo le molteplici stratificazioni del Denkard.
Zarathustra, come figura centrale di quest'opera, emerge non solo come un profeta e fondatore di una religione, ma come una figura che incarna la potenza della parola divina e la sua capacità di influenzare il destino del mondo. La narrazione delle sue gesta non si limita a raccontare eventi storici, ma mira a esprimere concetti teologici complessi, come la lotta tra Ahura Mazda (il dio supremo) e Angra Mainyu (l'angelo maligno), e la salvezza dell'umanità attraverso la purezza e la giustizia. Vassalli, nel suo saggio introduttivo, sottolinea come l'interpretazione della figura di Zarathustra nel Denkard sia intrinsecamente legata alla visione zoroastriana del tempo, che è concepito come un processo di evoluzione progressiva verso il trionfo del bene. In questo senso, la biografia del profeta diventa parte di un ciclo cosmico di rinnovamento e redenzione, che va al di là del singolo individuo e della sua missione personale.
Il volume non si limita alla sola traduzione del testo, ma si spinge ben oltre, analizzando il Denkard nel suo contesto storico e letterario. Vassalli, infatti, offre una lettura critica dell'opera, situandola nel panorama più ampio della letteratura pahlavi e del pensiero zoroastriano. In questo modo, il lettore è guidato a comprendere la rilevanza del Denkard non solo come un testo religioso, ma anche come una testimonianza della resilienza intellettuale di una cultura che ha vissuto una progressiva erosione a causa delle pressioni esterne e interne. L'autore fa riferimento alle influenze politiche, sociali e religiose che hanno segnato la stesura di quest'opera, con particolare attenzione alla transizione dall'epoca sasanide alla dominazione islamica, senza però perdere di vista il respiro universale e atemporale della religione zoroastriana.
Il lavoro di Massimiliano Vassalli rappresenta un tassello indispensabile per comprendere la complessità del pensiero zoroastriano e la figura di Zarathustra. La traduzione del settimo libro del Denkard è un contributo che arricchisce il panorama degli studi iranistici, offrendo uno strumento prezioso per studiosi e lettori interessati alla storia e alla religione dell'Iran antico. La capacità di Vassalli di combinare la precisione filologica con un'analisi storico-culturale di ampio respiro rende questo libro non solo un'opera di traduzione, ma un vero e proprio studio critico che invita a riflettere sul legame tra religione, storia e letteratura. Un'opera di grande valore che, attraverso il racconto della vita di Zarathustra, ci offre anche una visione profonda e complessa della spiritualità e della cultura zoroastriana, e che resterà un punto di riferimento fondamentale per gli studi sul pensiero iranico e sulle sue tradizioni religiose.
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