San Babila Stampa E-mail

San Giovanni Crisostomo

San Babila
A Olimpiade e a tutti i fedeli dall'esilio
La Provvidenza di Dio


Edizioni Città Nuova, pagg.256, € 30,00

 

Crisostomo sanBabila  Questo volume offre la preziosa opportunità di avvicinarsi al pensiero e alla spiritualità di San Giovanni Crisostomo, una delle figure più significative del Cristianesimo antico, attraverso una selezione di testi che spazia dalla riflessione sul martire San Babila fino a una meditazione sulla Provvidenza divina nel contesto di una sofferenza personale e collettiva. La traduzione accurata dei quattro scritti, che rispecchiano la varietà stilistica e tematica del padre della Chiesa, permette di immergersi in un pensiero che, pur affondando le radici nel IV secolo, rimane di straordinaria attualità.

  I primi due testi proposti nel volume si concentrano sulla figura di San Babila, vescovo di Antiochia e martire, una delle personalità cristiane di spicco la cui memoria Crisostomo ha cercato di esaltare. Il primo scritto, un discorso giovanile e articolato, si presenta come una riflessione sulla vita di Babila e sulle circostanze che hanno segnato il suo cammino, fino al martirio. La narrazione è intrisa di una polemica accesa, tipica dello stile crisostomiano, in cui il conflitto tra il Cristianesimo trionfante e le autorità imperiali e pagane è spesso al centro. La figura di Babila, pur nella sua storicità, diventa un simbolo della lotta per la fede, un martire che non solo ha testimoniato la verità cristiana, ma che ha rappresentato anche il punto di svolta in un contesto di persecuzioni.

  L'omelia che segue, sebbene più breve e concentrata, non perde il vigore tipico del pensiero cristiano di Crisostomo, anzi, è proprio in questo contesto di sintesi che emerge in modo più evidente la centralità della fede e del martirio come segno di vittoria contro il male. L'autore esprime un punto di vista che non è solo apologetico, ma anche teologico: il martire non è un semplice testimone eroico della fede, ma è colui che, attraverso il sacrificio, compie una vittoria sul male che affligge il mondo. Il Cristianesimo trionfante, di cui Crisostomo si fa portavoce, si configura come una religione che sfida le forze delle tenebre e si impone, alla fine, come la luce eterna.

  Il secondo blocco di testi, costituito dalla lettera a Olimpiade e dall'omelia sulla Provvidenza divina, segna un cambiamento di tono. In questi scritti, Crisostomo si trova a confrontarsi con la propria esistenza segnata dall'esilio, dalla sofferenza e dalla solitudine. Il contesto personale dell'autore emerge in modo significativo, rivelando una dimensione umana che si intreccia con quella teologica. La lettera indirizzata a Olimpiade, una donna cristiana di grande devozione, è pervasa da un sentimento di dolore per la lontananza e la separazione, ma anche da una riflessione profonda sulla fede che deve resistere alle avversità.

  Nel trattato sulla Provvidenza divina, Crisostomo esplora la questione del male nel mondo, un tema che lo ha accompagnato durante tutta la sua vita, ma che in questo periodo di esilio diventa particolarmente acuto. In un contesto di sofferenza personale, egli si interroga sul senso del male e sulla sua relazione con la volontà di Dio. La Provvidenza divina, che nella visione cristiana non è solo un concetto teologico astratto, ma una forza attiva che guida gli eventi del mondo, è al centro di questa riflessione. Crisostomo non offre risposte semplici, ma suggerisce che la sofferenza e il dolore, pur essendo parte integrante dell'esperienza umana, non sono mai privi di un significato più grande. Il male, pur presente e spesso incomprensibile, è visto come un elemento che può essere utilizzato dalla provvidenza per il bene, come un mezzo attraverso il quale Dio purifica, prova e fortifica la fede dei suoi fedeli.

  L'elemento che unisce i due gruppi di testi, apparentemente lontani nel tempo e nelle circostanze che li hanno ispirati, è il tema della presenza del male nel mondo e della risposta cristiana a esso. Se nei primi scritti il male si manifesta attraverso le persecuzioni e le difficoltà che i cristiani affrontano nel contesto storico di Antiochia, negli scritti più tardi esso appare come una condizione universale che coinvolge anche il singolo individuo, in particolare Crisostomo stesso, esiliato e lontano dalla sua comunità.

  L'approfondimento del tema del male, che può sembrare un leitmotiv della riflessione crisostomiana, non porta a una visione pessimistica, ma anzi a una comprensione più profonda del progetto divino. Il male non è mai considerato come una forza che può minare la potenza di Dio, ma come una possibilità attraverso cui il fedele può manifestare la propria forza interiore e la propria fedeltà a Dio. La visione crisostomiana è quella di un Cristianesimo che, pur consapevole della realtà del male e della sofferenza, vede in ogni difficoltà una possibilità di crescita spirituale, di testimonianza della fede e di partecipazione alla sofferenza di Cristo stesso.

  Il volume offre dunque una lettura densa e articolata del pensiero di San Giovanni Crisostomo, mettendo in luce non solo la sua dottrina teologica, ma anche la sua esperienza personale di fede e di sofferenza. La figura di San Babila emerge come un esempio di fede indomita e coraggiosa, mentre gli scritti sull'esilio e sulla Provvidenza divina mostrano un Crisostomo che riflette, in modo profondamente umano, sulla presenza del male nel mondo e sulla risposta cristiana a esso. La traduzione, fedele e accurata, consente al lettore di avvicinarsi con maggiore consapevolezza a un autore che continua a offrire spunti di riflessione validi e illuminanti per il Cristianesimo contemporaneo.