Colloqui con il professor Y Stampa E-mail

Louis-Ferdinand Céline

Colloqui con il professor Y

Einaudi, pagg.110, Euro 16,00

 

celine_colloqui.jpg  IL LIBRO – Céline finge di concedere un'intervista all'immaginario professor Y, trasformandola in un frenetico soliloquio sulla letteratura. Soliloquio "dove Céline - come scrisse Mario Bonfantini - condanna al fango e allo sterco tutti i moderni e contemporanei come noiosi e falsi, repellenti prodotti d'una marcia tradizione accademico-professionale". La conclusione ricorda l'improvviso, incalzante cambio di ritmo delle comiche finali al cinematografo: il professor Y, stremato e ubriacato dal fiotto di invettive di Céline, sviene, stramazza, cerca scampo prima negli alcolici, poi buttandosi in una fontana, e dona fiori all'editore, in una sequenza di scene grottesche, che hanno suggerito a Gianni Celati (autore della traduzione e della prefazione) i nomi di Harry Langdon, Buster Keaton, i fratelli Marx, Stan Laurel e Oliver Hardy.

  «Come già il teatro per Artaud, così per Céline la scrittura non è un'arte mimetica: non riproduce il fare dell'uomo nelle sue società ordinate e paranoiche, ma rimanda al ritmo, alla giostra spettacolare che scoppia sulla scena quando il teatro diviene allucinazione collettiva, o sullo schermo (ad esempio nelle comiche) quando si arriva alla bagarre finale. Tutti i libri di Céline sono una lunga rincorsa per giungere a questo parossismo necessario, e nel seguirli non può esservi l'attesa d'una storia preordinata, d'uno svolgimento sillogistico della vicenda, vi può essere solo coinvolgimento nella dinamica d'una traccia che insegue il desiderio, il desiderio dell'esplosione del desiderio. E questa esplosione arriva appunto come bagarre al termine di Colloqui con il professor Y» (dalla postfazione di Gianni Celati (1971)).

 

  DAL TESTO – "Parliamo d'altro!... torniamo al nostro tema: lo stile!... si parlava dello stile, professor Y! io le facevo capire... cercavo di farle intendere che l'inventore d'un nuovo stile è solo l'inventore d'una tecnica! d'una piccola tecnica!... la piccola tecnica regge alla prova? no? basta! non c'è altro!... è chiaro!... il mio trucco è l'emotivo! lo stile «resa emotiva» vale qualcosa? funziona?... io dico di sì!... cento scrittori l'hanno copiato, lo copiano, lo trafficano, lo plagiano, lo incipriano, lo arrangiano!... e tanto e così bene che, dài oggi... dài domani!... il mio trucco diventerà presto anche lui «patacca»... trent'anni... quarant'anni di tempo!... prima che l'Accademia ci si metta! se ne rimpinzi!... una botta... due botte... tre quattro botte al Dizionario!...e poi accoglierà nel suo seno soltanto cose «in emotivo», ed «emotivi»!..."

 

  L’AUTORE – Louis-Ferdinand Céline nasce a Courbevoie, un sobborgo di Parigi, nel 1894. Trascorre l'infanzia nel Passage Choiseul di Parigi, dove la famiglia vive e la madre ha un negozio di porcellane e merletti. Dopo la prima guerra mondiale, dove viene ferito e decorato, si laurea in medicina. Fa il medico dei poveri a Montmartre e inizia a scrivere. I suoi primi due romanzi, Viaggio al termine della notte (1932) e Morte a credito (1936) ricevono entusiastici apprezzamenti. Successivamente pubblica tre pamphlet antisemiti che fanno scandalo e lo emarginano dagli ambienti letterari. Su posizioni filo-naziste, dopo la guerra viene incarcerato per collaborazionismo. Amnistiato nel 1951, riprende l'attività di medico e di scrittore vivendo come auto-recluso in una casa a Meudon, alla periferia di Parigi, insieme alla moglie Lucette, a vari cani, gatti e a un pappagallo. A Meudon muore nel 1961, dimenticato dai più. Nel catalogo Einaudi sono presenti i suoi libri di quest'ultimo periodo: Casse-pipe, Guignol's Band I e II, Da un castello all'altro, Nord, Rigodon e Colloqui con il professor Y.

 

  INDICE DELL’OPERA - Colloqui con il professor Y - Nota di Gianni Celati: La scrittura come maschera