Machiavelli cancelliere e diplomatico Stampa E-mail

Lars Vissing

Machiavelli cancelliere e diplomatico
Il linguaggio del potere


Pàtron Editore, pagg.214, € 20,00

 

vissing machiavelli  Il volume di Lars Vissing, "Machiavelli cancelliere e diplomatico. Il linguaggio del potere", propone una riflessione complessa e metodica sullo stile e sulla strategia comunicativa di Niccolò Machiavelli, in particolare nel contesto delle sue missive di cancelleria e delle sue funzioni diplomatiche. Questo lavoro si inserisce in un solco di ricerca che mira a comprendere non solo il contenuto delle comunicazioni politiche di Machiavelli, ma anche i meccanismi linguistici, argomentativi e concettuali che ne hanno determinato la forma e l'efficacia. La preoccupazione principale di Vissing è colmare una lacuna nella letteratura machiavelliana: uno studio complessivo delle missive, che prenda in considerazione i singoli lemmi, le strutture sintattiche, i tecnicismi argomentativi e la filosofia politica sottesa, restituendo una visione articolata e coerente delle pratiche diplomatiche e amministrative del celebre intellettuale fiorentino.

  La prefazione di Jean-Jacques Marchand, figura di riferimento nel panorama degli studi machiavelliani, introduce il lettore a un'opera che si distingue per la sua profondità analitica e per l'originalità del suo approccio. L'obiettivo dichiarato di Vissing è, infatti, andare oltre l'analisi superficiale e frammentaria, esaminando la totalità del linguaggio utilizzato da Machiavelli in un contesto amministrativo e diplomatico. Questo approccio rende il libro un punto di riferimento essenziale per chiunque desideri comprendere come l'autore del Principe concepisse e realizzasse le sue strategie di potere attraverso la scrittura.

  L'opera si apre con un'analisi delle entità politiche e delle loro designazioni. Vissing esplora come Machiavelli, in qualità di cancelliere e diplomatico, fosse costantemente impegnato nella definizione di concetti chiave legati al potere, allo Stato e alle relazioni internazionali. I primi capitoli si concentrano sulle caratteristiche dello Stato, sui canali di comunicazione e sugli interessi politici che Machiavelli doveva considerare. In queste pagine, l'autore si sofferma sul significato e sull'uso del termine "Stato" nelle missive, un concetto che Machiavelli trattava non solo in termini politici, ma anche sotto il profilo delle dinamiche interne e della sicurezza, con un costante riferimento alla geostrategia e alle alleanze.

  L'analisi della terminologia e delle espressioni usate da Machiavelli non si limita alla dimensione lessicale, ma esplora anche il modo in cui l'uso di certe parole e costruzioni grammaticali riflettesse una concezione dinamica e strategica della politica. Vissing, infatti, mette in evidenza come Machiavelli non vedesse lo Stato come una realtà statica, ma come un'entità dinamica costantemente in evoluzione, che doveva essere - se necessario - manipolata, seguendo un'analisi scrupolosa dei suoi caratteri fisici e morali.

  Un altro aspetto centrale del libro è l'indagine sui metodi e sulle norme che regolavano l'operato di Machiavelli come funzionario della Repubblica di Firenze. Vissing distingue con chiarezza i vari livelli di comunicazione – dall'informazione di prima mano a quella di seconda mano – e analizza la struttura dei dispacci diplomatici. La gestione del tempo, la puntualità del discorso e l'importanza del linguaggio diretto sono temi trattati con attenzione, in particolare nel contesto delle operazioni diplomatiche, dove ogni parola aveva un peso specifico e dove le espressioni normative, come le raccomandazioni e le direttive, svolgevano un ruolo fondamentale.

  Il linguaggio utilizzato nelle sue comunicazioni non solo rifletteva una precisa gerarchia di potere e di interessi, ma dimostrava anche una notevole abilità strategica. Machiavelli, infatti, riusciva a modificare il linguaggio per guidare e influenzare le decisioni politiche, sia nei dispacci di cancelleria sia nelle negoziazioni bilaterali. Vissing, in questo contesto, distingue tra i modi discorsivi più comuni nei suoi scritti, esplorando l'uso della raccomandazione indiretta o la cosiddetta "diplomazia del silenzio", in cui il non detto diventa spesso altrettanto significativo del discorso esplicito.

  Le pagine dedicate alla casistica dei modi discorsivi fornisce un'analisi dettagliata delle varie categorie di comunicazione che Machiavelli utilizzava, distinguendo tra informazione, analisi, osservazioni politiche e interpretazioni. Un tema ricorrente è il controllo dell'inquinamento delle notizie, un aspetto che risulta sorprendentemente moderno e attuale, tanto che Vissing suggerisce una riflessione su come Machiavelli, già nel suo tempo, fosse consapevole della manipolazione delle informazioni e delle dinamiche di disinformazione.

  In parallelo, l'autore approfondisce le espressioni normative presenti nei dispacci amministrativi e diplomatici. A partire dal concetto di status e di corpus fictum, Vissing illustra come Machiavelli impiegasse la lingua per definire e ridefinire l'ordine e la legittimità, usando una struttura normativa che si fondava tanto sulle tradizioni classiche quanto sulle circostanze pratiche del suo tempo. Le raccomandazioni normative che Machiavelli trasmetteva nelle sue missive non erano mai solo teoriche, ma venivano strettamente legate a esigenze operative e strategiche.

  Vissing si sofferma anche sul legame tra linguaggio e etica. Machiavelli, pur non avendo una visione della politica fondamentalmente morale, concepiva comunque un'etica della comunicazione, dove la veridicità e la trasparenza, sebbene strumentalmente adattate al contesto politico, non venivano mai sacrificate completamente. Questo aspetto è esplorato in dettaglio nel capitolo finale, dove l'autore riflette sul patrimonio classico e sulle influenze teoriche che informano la produzione di Machiavelli, sottolineando il suo distacco dalle idealizzazioni del potere per un più pragmatico approccio alla gestione del consenso e della legittimità.

  Il libro rappresenta un valido contributo agli studi machiavelliani, combinando un'approfondita analisi linguistica con una lettura storica e politica di grande spessore. Attraverso un'accurata disamina delle tecniche comunicative di Machiavelli, l'autore ci offre non solo un quadro chiaro delle sue pratiche amministrative e diplomatiche, ma anche uno spunto per riflettere sulla natura del potere e sul suo esercizio attraverso il linguaggio.