Gli antichi ci riguardano Stampa E-mail

Luciano Canfora

Gli antichi ci riguardano

il Mulino, pagg.104, € 10,00

canfora antichi  IL LIBRO – Si levano voci che chiedono di emarginare gli antichi, per esempio a scuola. Sarebbe una amputazione sciocca. Lo studio degli antichi costituisce invece una potente risorsa per comprendere quel che ci accade intorno: il rapporto libertà-dipendenza, la lotta per la cittadinanza, la competenza come requisito della politica. Problemi oggi cruciali che già percorrevano le società antiche. Esse seppero affrontarli, talvolta scegliendo risposte non consolatorie.

  DAL TESTO – "Alla domanda intorno all'«utilità» dello studio degli antichi, al quesito che ho prima proposto «perché ci riguardano?», io credo che possa dunque darsi una rinfrancante risposta positiva. Positiva, se solo si abbia la forza di guardare in profondità in quel grande esperimento storico (la civiltà greca ed ellenistico-romana nelle sue molte forme e contrastanti anime) che ci si para davanti e dentro cui molti (pur tecnicamente insegnanti) si aggirano come colui che nella foresta non vede la foresta. Quella civiltà è tutta politica. Si entra in quella civiltà non per gusto o diletto o esercizio, ma perché lì vediamo meglio ciò che, aggirandoci nel presente, non sempre capiamo: e cioè, tra l'altro, la integrale politicità di ogni espressione intellettuale. Ciò vale per la parola politica in tutta la sua seduttiva falsità, e vale nella poesia (anche la più apparentemente impolitica), nel teatro, nell'arte figurativa, nella scienza, nella filosofia, nella religione come nell'ateismo degli antichi. Quella politicità latente e onnipresente è una straordinaria sfida intellettuale, è il laboratorio privilegiato di ogni sapere critico. È l'esatto contrario dello stolto ritornello «nulla di nuovo sotto il sole».
  "E veniamo dunque alle questioni aperte, scrutate sino in fondo dal loro lucido pessimismo.
  "Innanzi tutto la questione delle questioni, che è tale, direi, a partire da Socrate: la competenza come premessa per l'accesso alla politica è un requisito fondamentale e indispensabile? Le risposte sono divaricate: se uno dice sì, ci sono alcune conseguenze drammatiche (ne va di mezzo il suffragio universale); se uno dice no le conseguenze sono altre ma altrettanto inquietanti (si legittima l'incompetenza del ceto politico). Il pensiero greco si dilania attorno a questo problema: la competenza è il requisito della politica o no? E ognuno vede agevolmente che dentro questo dilemma è racchiusa una delle più amare e sempre ritornanti e sempre attuali acquisizioni del pensiero politico: l'impossibilità di individuare la «migliore forma di governo»."

  L'AUTORE – Luciano Canfora è professore emerito dell'Università di Bari. Dirige la rivista «Quaderni di storia» e collabora al «Corriere della Sera». Fra le sue pubblicazioni: «Il mondo di Atene» (Laterza, 2012), «Spie, URSS, antifascismo. Gramsci 1926-1937» (Salerno, 2012), «È l'Europa che ce lo chiede! Falso!» (Laterza, 2013) e «La crisi dell'utopia. Aristofane contro Platone» (Laterza, 2014). Per il Mulino ha curato «Disegnare il futuro con intelligenza antica» (con U. Cardinale, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Preambolo - I. Gli studi classici sono pericolosi? - II. Stare al passo coi tempi: che vuol dire? - III. L'utilità dell'inutile è un sofisma - IV. Non giova cullarsi nell'autocompiacimento "umanistico" - V. Servono perché lì ci sono i "valori"? - VI. Il latino come disciplina - VII. Gli antichi non sono il nostro specchio, sono un universo drammatico - VIII. Ci riguardano perché i loro problemi insoluti e i loro conflitti sono anche i nostri... - IX. ...e perché non hanno scelto la via consolatoria - Appendice. Grandezza della traduzione - Antologia. Difese inefficaci degli studi classici nella scuola - 1. «La scuola unica», di G. Coppola (1938) - 2. «Il convegno del latino», di G. Coppola (1942) - 3. «Ai lettori», di G. Funaioli e G. Perrotta (gennaio 1948) - 4. «Crisi di scuola e di cultura», di C. Marchesi (luglio 1948)