Luciano Canfora
Catilina Una rivoluzione mancata
Laterza, pagg.408, € 25,00
Questo avvincente saggio di Luciano Canfora offre una chiave di lettura originale della congiura di Lucio Sergio Catilina, uno degli intrighi più famosi della storia romana antica.
Catilina è probabilmente uno dei personaggi storici più controversi e enigmatici della Roma antica. Conosciuto soprattutto per la congiura che portò il suo nome, questa figura ha destato molto interesse e curiosità tra i ricercatori e gli storici, ma il suo carattere rimane ancora in gran parte un mistero.
Lucio Sergio Catilina nacque a Roma nel 108 a.C. in una famiglia appartenente all'aristocrazia romana. Sua madre, Sergia, era una nobildonna impegnata in politica, mentre suo padre, Lucio, era un senatore di basso rango. Dopo la morte di suo padre, Catilina fu adottato dal patrizio Quinto Lutazio Catulo, suo zio, e lo seguì in guerra durante la campagna contro i Cimbri e i Teutoni.
Nonostante lo zio adottivo cercasse di inserirlo nella vita politica romana, Catilina continuò a svolgere la professione di militare e prestò servizio durante la seconda guerra contro Mitridate VI del Ponto. In seguito al suo ritorno a Roma nel 66 a.C, Catilina cercò di essere eletto console, ma la sua candidatura venne respinta. Fu in questo momento che iniziò a nascere la sua fama di ribelle. Si dice che abbia trascorso molte notti a cospirare con altri aristocratici contro il governo della Repubblica Romanane. Nel 63 a.C, Catilina radunò i suoi sostenitori e avviò la cosiddetta "congiura di Catilina". Il suo piano era di rovesciare il governo dell'allora consolato romano e conquistare il potere assoluto per sé e per i suoi alleati. Tuttavia, il complotto fu scoperto prima che potesse essere messo in pratica e Catilina fu costretto a fuggire. La figura di Catilina è stata spesso associata a quella di un traditore e un usurpatore, che ha cercato di prendere il potere a Roma tramite la violenza. Tuttavia, la sua vita e la sua morte rimangono avvolte nel mistero e la sua vera natura continua a suscitare curiosità e speculazioni tra i ricercatori moderni. Alcuni storici sostengono che Catilina fosse in realtà un sostenitore della tradizione e dell'aristocrazia romana, che cercava di difendere la sua classe sociale dall'incursione dei nuovi e ambiziosi politici. Altri invece lo considerano un avventuriero senza scrupoli, in grado di sacrificare ogni cosa per il potere e la gloria. Ciò che è certo è che la congiura di Catilina ha rappresentato uno dei momenti più critici nella storia di Roma e ha aperto la strada alla successiva caduta della Repubblica e all'avvento dell'Impero. La figura di Catilina è dunque destinata a rimanere una delle più controverse nella storia romana, continuando ad alimentare il dibattito tra storici e ricercatori ancora oggi.
Nonostante la vasta letteratura formatasi nel corso dei secoli su questa vicenda, che si richiama alle due principali fonti dell'epoca dei fatti - i resoconti autentici ma deformanti di Marco Tullio Cicerone e Gaio Sallustio Crispo ("turbolento tribuno della plebe nell'annus terribilis (52 a.C.)", ricorda Canfora) -, rimangono alcune zone d'ombra sulla congiura di Catilina come la vera portata e la reale durata della cospirazione. Canfora ci offre, con il consueto rigore filologico, una dettagliata ricostruzione storica della vicenda, che illustra nei minimi dettagli la complessità politica di quegli anni in cui la Repubblica romana cominciò a mostrare segni di cedimento.
Nel volume, vengono messi in luce tutti i retroscena del complotto, dimostrando che la congiura di Catilina era solo uno dei tasselli della lotta in corso tra figure di grande peso per ottenere un ruolo di vertice. Attorno al microcosmo oligarchico del potere romano gravitavano figure prestigiose come il condottiero Gneo Pompeo Magno, Caio Giulio Cesare e Marco Licinio Crasso, i quali nel 60 a. C. sigleranno l'accordo politico di natura privata che passerà alla storia come il "primo triunvirato".
"L'episodio catilinario (63-62 a. C.) - spiega l'Autore - costituisce il momento in cui le varie e contrapposte aspirazioni al comando si sono incrociate e scontrate. Nel corso di tale vicenda infatti si sono fatti avanti i principali aspiranti: oltre Crasso e Pompeo (Cesare – il più giovane di tutti – è ancora in seconda fila) anche Cicerone, persuaso di aver conseguito, grazie alla vittoria su Catilina, un ruolo durevole. Ci sono in proposito almeno due documenti elaborati da lui ben dopo i fatti (all'incirca nel giugno 60, mentre nasceva il patto triumvirale): l'esordio della Terza Catilinaria, in cui l'ex console si presenta come il nuovo Romolo, e il finale della Quarta, dove si pone abilmente al di sopra di Pompeo".
Uno dei principali protagonisti dell'intera vicenda sembra essere Cicerone, un uomo intrigante e astuto che, pur avendo degli scrupoli nel varcare i confini della legalità, spinge il Senato ad agire per sferrare un attacco a Catilina.
Si legge ancora nel testo: "L'alleanza tra ordine senatorio e ordine equestre – l'esatto contrario di quello che era stato il disegno di Gaio Gracco sessant'anni prima, mirante a coinvolgere i cavalieri contro l'oligarchia – ha ormai un successo al suo attivo. Catilina è morto, i suoi compagni di avventura sono stati giustiziati, i seguaci in armi massacrati sul campo di battaglia. Ma tutti coloro che li appoggiavano, magari senza una diretta compromissione, o che erano troppo forti socialmente (Crasso, ma anche Cesare pontifex maximus) per essere tirati in ballo e affrontati, sono ancora lì e possono contare sul consenso di molti. Ed anzi Cicerone sa, mentre riscrive (giugno 60) le sue Catilinarie ed elabora e mette in circolazione un commentarius sul proprio consolato, che essi sono già all'opera, che hanno portato Pompeo dalla loro parte, che in particolare Cesare, promotore nel 63 del processo politico contro Rabirio (per i fatti dell'anno 100 a.C.) e delle leggi agrarie di Rullo, sta, ora, per entrare in carica come console. E sa (§ 20) di essersi fatto una massa di nemici, i quali potrebbero persino prevalere contro di lui per furor e scelus «di qualcuno», riuscendo a «contare di più rispetto alla voluntas di voi senatori e della Repubblica»: sa già che l'azione mirante a rimettere in discussione le esecuzioni sommarie del 5 dicembre 63 (e che porterà poi alla vincente manovra di Clodio) è incominciata; sa già che Metello Nepote (congiunto e longa manus, come tribuno della plebe, di Pompeo) lo ha umiliato nella cerimonia dell'uscita di carica impedendogli il discorso autocelebrativo di congedo, e che ha tentato di far passare una legge che di fatto dava 'pieni poteri' a Pompeo".
Il libro di Canfora rappresenta una lettura imprescindibile per tutti coloro che desiderano comprendere, in modo critico e attento, gli avvenimenti e il contesto in cui ebbe luogo la congiura di Catilina. |