Il compagno di viaggio Stampa E-mail

Curzio Malaparte

Il compagno di viaggio

Excelsior 1881, pagg.98, Euro 13,50

 

compagnodiviaggio.jpg  IL LIBRO – Nel settembre del 1943, dopo la caduta di Mussolini e prima del cambiamento di alleanze dell'8 settembre, l'alpino Calusia risale la penisola fino a Napoli per restituire alla famiglia la salma del suo tenente morto in combattimento. Nel caldo dell’estate, con un cadavere in decomposizione a dorso d’asino nella cassa fatta con le sue mani, attraversa un mondo crudele, abbrutito dalla fame e dalla paura, corrotto dalla sconfitta. Eppure Calusia non si piega a violenze e ingiurie, e anzi si ribella, perché: “Non è colpa mia, non è colpa vostra se abbiamo perso la guerra, Ma la guerra contro i ladri non la voglio perdere. Dobbiamo aiutarci tutti l’un l’altro a far la guerra contro i ladri, perché sono i ladri i veri nemici dell’Italia”.

 

  DAL TESTO – “Il viso stravolto dall’angoscia, gli occhi pieni di lacrime, Calusia si mette a correre qua e là per la piazza, seguito da Mariagiulia, chiamandolo “Romeo! Romeo!”.

  “Tanto cammino, tanta fatica, tante sofferenze, tutto è stato inutile.

  ““Romeo! Romeo!” grida Calusia piangendo: corre stringendo i pugni, acceso di una furia omicida. Più che dall’ira e dal dolore, egli appare sconvolto da un sentimento più profondo, più nuovo: è come se in quell’istante, per la prima volta, si rendesse conto dell’inutilità del sacrificio dei suoi compagni, di tutto il sangue versato in quei terribili anni, di tutte le lacrime piante, di tutta la fame, la miseria, la paura, di tutte le umiliazioni della disfatta.

  “In quell’istante, per la prima volta dopo il crollo, la resa, l’invasione straniera, quel soldato che non aveva rinunziato alla lotta, che non aveva rinnegato il proprio dovere, che non aveva tradito, non aveva disperato, che non aveva piegato la fronte alle avversità, alle sfortune di tutto il suo popolo, in quell’istante, per la prima volta, quel semplice, onesto, buono, leale, coraggioso, fedele soldato si sente vinto, umiliato.

  “È come se proprio in quell’istante lo disarmassero, gli togliessero il fucile, gli strappassero la penna nera, le stellette, le fiamme verdi, lo buttassero nel fango fra le torme dei vili, degli sbandati, dei disertori.

  “Tutto è stato inutile, tutto è inutile.

  “Calusia corre qua e là per la piazza, gridando “Vigliacchi, vigliacchi!”, rovescia le bancarelle, travolge la gente, si fa largo a pugni. Il suo viso inondato di lacrime è terribile, tanto il suo dolore, la sua delusione, la sua disperazione sono puri, innocenti.

  “Nel frattempo i ladruncoli che han rubato Romeo si allontanano tra la folla, si nascondono in fondo alla piazza dietro una fila di carri, e lì scaricano la cassa dalla groppa dell’asino, la depongono per terra: mentre uno di loro fugge con Romeo, gli altri si affrettano ad aprire la cassa, nella quale credono sia racchiusa qualche preziosa merce di contrabbando”.

 

  L’AUTORE - Personaggio complesso come solo l’intelligenza può essere e precursore della figura dell’“intellettuale d’intervento”, Curzio Malaparte nacque a Prato nel 1898, da padre tedesco e madre italiana. Uomo di gran gusto e di grandi passioni, soldato e scrittore di fama, scontò a lungo la reputazione di sfrenato avventuriero, coinvolto in un turbine di amori, duelli e scandali. Fascista, fu confinato da Balbo e liberato da Ciano. Comunista, fu protetto da Togliatti, nonostante lo sferzante giudizio di Gramsci. Inviato del «Corriere della Sera», collaboratore del «900» di Bontempelli e del «Selvaggio» di Maccari, condirettore della «Fiera letteraria», direttore de «La Stampa», autore di studi storico-politici ("La rivolta dei santi maledetti", 1921, "Tecnica del colpo di Stato", 1931), ha dato il meglio in libri di forte impianto narrativo, come "Kaputt" (1944), "La pelle" (1949), "Maledetti toscani" (1956). Negli anni ’50, a tutela dei vinti, si oppose alla classe politica dominante e a chi si era arricchito durante e dopo il conflitto. Morì a Roma nel 1957.