Novità


Pio XII. Il papa che si oppose a Hitler
hesemann_pioxii.jpg  Il processo della causa di beatificazione di Pio XII ha riacceso il dibattito sul ruolo che papa Eugenio Pacelli giocò nella Seconda guerra mondiale. Avrebbe potuto fermare gli orrori del nazismo, se avesse apertamente condannato la guerra e la Shoah? Dopo aver raccolto tutti i dati della ricerca, dopo aver esaminato diversi documenti negli Archivi vaticani, dopo essersi confrontato con massimo esperto di Pio XII, padre Peter Gumpel, il giornalista e storico Michael Hesemann sradica tutte le accuse contro i "silenzi" del Papa. Dati alla mano, Hesemann dimostra che Eugenio Pacelli fin da quando era nunzio a Berlino nel 1924 aveva condannato la...
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Leni Riefenstahl. Un mito del XX secolo
sakkara_leniriefenstahl.jpg  «Il Cinema mondiale in occasione della scomparsa di Leni Riefenstahl, si inchina riverente davanti alla Salma di colei che deve doverosamente essere ricordata per i suoi geniali film, divenuti fondamentali nella storia del cinema.» Questo l’epitaffio dovuto alla grandezza di colei che con immagini di soggiogante bellezza aveva raggiunto magistralmente effetti spettacolari in: Der Sieg des Glaubens (Vittoria della fede, 1933), Tag des Freiheits (Giorno della libertà, 1935), Triumph des Willens (Il trionfo della fede, 1936), e nei famosissimi e insuperati Fest der Völker (Olympia, 1938) e Fest der Schönheit (Apoteosi di Olympia, 1938)...
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Discorso sulla caccia
ortega_discorsosullacaccia.jpg  Un filosofo sonda il misterioso paradosso dell’attività venatoria, il complesso equilibrio tra istinto e ragione che la caratterizza. La passione e la strategia, la serietà dell’impegno e i valori, la pulsione predatoria e l’ethos rispettoso dell’animale. Paradossi che rivelano una volta di più quanta affinità possa esserci tra il cacciatore e il pensatore: quel naturale tendersi verso un obiettivo – i sensi sempre all’erta – che concentra infallibilmente l’occhio sulla preda che passa. E che svela ancora una volta quanto sotto le maschere del cacciatore e del filosofo si nasconda l’uomo...
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Bestie, Uomini, Dei
ossendowski_bestie.jpg  Quest'opera, pubblicata per la prima volta in Polonia nel 1922, ebbe una traduzione inglese nel 1923, una francese nel 1924 ed una italiana nel 1925, suscitando molte reazioni, positive e negative, a causa del suo contenuto. L'importanza dell'opera, infatti, è tutta nella grande messe di notizie inedite che essa espone, con un'ottica storicamente oggettiva, in quanto il suo autore, il polacco Ferdinand Antoni Ossendowski (1871-1945) è un chimico-fisico, cioè uno scienziato abituato a guardare alla sostanza degli avvenimenti. Bestie, Uomini, Dèi è un'opera dai molteplici aspetti: è un affascinante libro di viaggi; è una testimonianza agghiacciante della...
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