Otto vite italiane Stampa E-mail

Ernesto Galli della Loggia

Otto vite italiane

Marsilio, pagg.238, € 18,00

 

gallidellaloggia ottovite  Ernesto Galli della Loggia rievoca in questo saggio otto figure di Italiani (con l'eccezione di Anna Kuliscioff), uomini e donne vissuti fra il Risorgimento e gli anni venti-trenta del Novecento che, pur non avendo esercitato un ruolo da protagonisti nella storia, "attraversarono il proprio tempo trovando i modi, le occasioni – spesso anche il coraggio – per essere se stessi". Ed "essendo se stessi, obbedendo al proprio demone, essi finirono per rappresentare qualcosa che andava ben al di là della loro persona: diciamo, con espressione pomposa, lo «spirito del tempo», non mancando talvolta di lasciarvi perfino qualche traccia".

  Il libro, quindi, anziché "mettere a fuoco il ruolo della personalità nella storia – prerogativa riservata solo ai grandissimi", "mette sotto osservazione l'effetto della storia sulla personalità (a patto, beninteso, che colui o colei di cui si tratta ne abbia comunque una)".

  I fratelli Bandiera, Attilio ed Emilio, andarono "incontro alla morte per inseguire il folle progetto di scatenare la rivolta nazionale a partire dal cuore della Calabria": "con i loro sette compagni, furono condotti a piedi scalzi dapprima attraverso le vie di Cosenza e poi, al cospetto di una grande massa di gente lì convenuta, lungo una ripida discesa pietrosa fino al vallone di Rovito. Qui li aspettava un quadrato di truppa formato da un battaglione di cacciatori. I condannati furono schierati a ridosso di una roccia. Si racconta che al primo squillo di tromba il plotone d'esecuzione abbia esitato a sparare, e ce ne sia voluto un secondo. Infine sotto i colpi di fucile echeggiò il grido «Viva l'Italia!», e fu tutto".

  Don Enrico Tazzoli "voleva essere un prete del suo tempo". Anima del comitato mantovano mazziniano sorto la sera del 2 novembre 1850, "da tutti ne fu considerato il capo". Fu così costretto "a vedersela con il sistema giudiziario austriaco in tutta la sua potenza" e finì "sulla forca a quarant'anni per aver desiderato la libertà e l'indipendenza del proprio paese". "Legandogli strettamente le braccia – scrive Galli della Loggia -, il boia fece per togliergli il crocefisso che teneva sul petto ma egli si oppose con forza. Don Enrico morì dunque così: stringendo a sé il segno della sua fede".

  La narrazione prosegue poi con la vita di Luigi Palma di Cesnola, Anna Kuliscioff, Andrea Caffi ("un intellettuale al di fuori di ogni regola, dal temperamento fanciullescamente mite", "italiano di nascita ma cittadino del mondo, agitato di passione per il socialismo ma altrettanto appassionatamente volto a capire le ragioni dei suoi nemici, a indagare perché mai fossero come erano"), Pietro Quaroni (nominato ambasciatore a Mosca nel marzo 1944), Edda Ciano ("cui la storia diede due nomi – Edda Mussolini ed Edda Ciano -, anche se agli occhi della storia stessa e dei suoi contemporanei finì per averne uno solo. Che, pur essendo quello del marito, testimonia tuttavia il passaggio da una soggettività a un'altra, quasi da una persona a un'altra, un cognome che resta in qualche modo allusivo di quell'itinerario di emancipazione femminile novecentesca che fu il suo") e Filomena Nitti (figlia di Francesco Saverio Nitti).

  Galli della Loggia, come si legge sulla quarta di copertina del volume, compie un'"affascinante cavalcata tra Ottocento e Novecento in cui rivivono figure originali e solitarie, irriducibili a qualsiasi modello, esistenze di passaggio sospese fra epoche e luoghi differenti – dalla Russia all'Afghanistan, da Cipro a Parigi – accomunate dalla capacità di scorgere nel tumulto dei tempi tendenze e problemi che oggi appaiono cruciali".