1948. Gli italiani nell'anno della svolta |
Mario Avagliano - Marco Palmieri
IL LIBRO – Il 1948 è stato un anno cruciale nella storia italiana, che ha segnato profondamente l'evoluzione dell'assetto politico-istituzionale e socio-culturale del nostro paese per il mezzo secolo successivo. Le elezioni del 18 aprile di quell'anno sono state un passaggio epocale, dall'esito tutt'altro che scontato, che ha sancito la fine della travagliata transizione dal fascismo alla democrazia e l'inizio di una fase politica nuova. Il risultato scaturito dal voto per eleggere il primo Parlamento della Repubblica, dopo quella che può essere considerata la più accesa campagna elettorale della storia nazionale, in estrema sintesi ha decretato la netta affermazione della Dc, alla testa di una coalizione centrista composta da liberali, repubblicani e socialdemocratici e sostenuta dagli Stati Uniti e dal Vaticano; l'avvio della conventio ad excludendum nei confronti del Pci e, inizialmente, anche del Psi; l'ingresso in Parlamento di una piccola ma significativa rappresentanza neofascista costituita dal Movimento sociale italiano. DAL TESTO – "Nella zona di confine tra la Dc e le organizzazioni cattoliche si colloca l'iniziativa del presidente degli Uomini dell'Ac Luigi Gedda, medico genetista, anticomunista fervente, già presidente della Gioventù italiana di Ac sotto il fascismo e allievo dell'endocrinologo Nicola Pende, che era stato tra i firmatari del Manifesto della razza. Il 20 gennaio 1948 Gedda ottiene udienza privata da PIO XII e gli propone di costituire un Movimento animatori, che per non confondere l'Ac con la Dc, si potrebbe chiamare Comitati civici. Il progetto inizialmente non viene preso in considerazione, per il timore che finisca per trasformarsi in un altro partito cattolico, ma l'asprezza del confronto elettorale che si profila e le preoccupazioni per la debolezza organizzativa della Dc inducono il Vaticano a un ripensamento. «Il problema, infatti, era - come ha ammesso in seguito Andreotti - che come partito, avevamo ancora un'organizzazione non molto capillare e non molto efficiente. Quindi, avevamo delle notevoli difficoltà a raggiungere, proprio organizzativamente, le grosse masse popolari: difficoltà di penetrare nei piccoli centri, non soltanto per fare propaganda, ma, ad esempio, per portare al momento del voto, gli elettori ai seggi. Su questo punto l'intervento dei Comitati civici fu essenziale»." GLI AUTORI – Mario Avagliano, giornalista e storico, collabora alle pagine culturali del «Messaggero» e del «Mattino»; tra i suoi libri: «Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945» (Einaudi, 2006) e «Il partigiano Montezemolo» (Baldini & Castoldi, 2012); Marco Palmieri, giornalista e storico, è autore di «L'ora solenne. Gli italiani e la guerra d'Etiopia» (Baldini & Castoldi, 2015). Insieme hanno pubblicato «Gli internati militari italiani» (2009), «Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia» (2010), «Voci dal lager» (2012), tutti editi da Einaudi, oltre a «Di pura razza italiana. L'Italia "ariana" di fronte alle leggi razziali» (Baldini & Castoldi, 2013) e, per il Mulino, «Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte» (2014) e «L'Italia di Salò» (2016). INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Prologo. La fine dello spirito costituente - I. La fase preelettorale - II. La prima campagna elettorale della guerra fredda - III. I temi della campagna - IV. L'intervento americano e il Piano Marshall - V. Le questioni internazionali - VI. Tensioni, scontri e timori - VII. Le elezioni del 18 aprile - VIII. L'attentato a Togliatti - Epilogo. La democrazia bloccata – Abbreviazioni – Note - Indice dei nomi |