Mario Avagliano - Marco Palmieri
Italiani d'America La grande emigrazione negli Stati Uniti
il Mulino, pagg.552, € 32,00
Il fenomeno migratorio italiano verso gli Stati Uniti ha influito profondamente sulle vite di milioni di italiani e ha avuto un impatto duraturo tanto sul paese di origine quanto su quello di arrivo. Mario Avagliano e Marco Palmieri, storici e giornalisti di consolidata esperienza, affrontano questo tema con il loro consueto rigore metodologico nel volume "Italiani d'America. La grande emigrazione negli Stati Uniti", una ricostruzione densa di fatti, storie e analisi, che riesce a restituire la complessità di un fenomeno che ha visto l'esodo di circa 14 milioni di italiani tra il 1870 e il 1940. Un arco temporale che coincide con il consolidarsi dell'Italia unita e il sorgere della moderna potenza americana.
Il libro si distingue per la sua capacità di intrecciare narrazione storica e testimonianze personali, costruendo un affresco che non solo ripercorre le tappe salienti di un secolo di emigrazione, ma si concentra anche sulle esperienze individuali e collettive degli emigranti. Avagliano e Palmieri attingono a una molteplicità di fonti primarie, come lettere, diari, documenti ufficiali e testimonianze orali, dando vita a una narrazione che non è solo quella degli "italiani" come massa anonima, ma delle storie singole e talvolta dimenticate di uomini, donne e bambini che hanno vissuto il dramma dell'emigrazione.
Una delle principali forze del libro è la sua capacità di evitare un racconto semplicistico, risolvendo l'emigrazione in un mero fenomeno economico o sociale. Gli autori, infatti, non si limitano a descrivere i fattori materiali che spinsero milioni di italiani a lasciare la patria (povertà, disoccupazione, crisi agraria), ma approfondiscono anche le motivazioni ideali e psicologiche, quali la ricerca di una vita migliore, l'idea di realizzare il "sogno americano" e le aspirazioni di emancipazione individuale e familiare.
Le pagine dedicate alle motivazioni, alle speranze e alle aspirazioni degli emigranti si arricchiscono di riflessioni sulla funzione simbolica che l'emigrazione rivestiva per molti italiani, non solo come fuga dalla miseria ma anche come tentativo di riscatto sociale. Le lettere e i diari, raccolti dagli autori, sono testimonianze dirette di un desiderio di reinvenzione di sé, ma anche di continui confronti con il proprio passato e la propria identità. In molti casi, l'emigrazione non significava solo abbandonare un paese, ma rielaborare una propria "nuova" cittadinanza, non priva di difficoltà.
Le donne non sono dipinte come figure marginali o passive nel processo migratorio, ma come attori fondamentali nelle dinamiche familiari e nella costruzione delle reti sociali nelle nuove comunità. L'emigrazione rappresentò per molte donne anche un'opportunità di emancipazione, un'occasione per sfidare le rigidità dei ruoli di genere imposti dalla società italiana dell'epoca. Avagliano e Palmieri esplorano questi aspetti con una sensibilità particolare, evidenziando come l'emigrazione fosse anche un'occasione di autonomia per le donne, non solo attraverso il lavoro, ma anche tramite la partecipazione alla vita sociale e politica delle comunità italiane all'estero.
Il volume affronta anche il tema delle difficoltà di integrazione e dei pregiudizi a cui gli italiani furono sottoposti negli Stati Uniti. Nonostante l'"italianità" diventasse un marchio di identità, gli emigranti si trovarono a fare i conti con stereotipi discriminatori e con una società che, pur riconoscendo la loro forza lavoro, tendeva a emarginarli. La visione che gli americani avevano degli italiani come popolo di "poveri, sporchi e cattolici" è analizzata nel contesto dei mutamenti sociali e culturali che l'emigrazione comportò in entrambi i paesi.
Uno degli aspetti più rilevanti del volume è la capacità degli autori di contestualizzare questo fenomeno in una dimensione storica più ampia, che non si limita all'esperienza degli emigranti ma abbraccia la trasformazione della società americana, dalla fine del XIX secolo fino agli anni Trenta del XX secolo. Gli autori collegano l'emigrazione alle politiche migratorie statunitensi, al contesto politico ed economico dell'Italia post-unitaria e agli sviluppi del capitalismo globale che segnarono quel periodo. Il libro racconta la diaspora italiana, ma ne esplora anche gli effetti sulla formazione della società e della cultura americane, nonché sulle dinamiche politiche e sociali italiane, influenzando profondamente il legame tra i due paesi.
Infine, un altro elemento di grande interesse del volume è il modo in cui Avagliano e Palmieri non solo ricostruiscono le fasi storiche del fenomeno migratorio, ma si soffermano sugli effetti di lungo periodo, ponendo particolare attenzione alle generazioni successive di emigrati e ai cambiamenti nell'identità degli italo-americani. Non mancano riflessioni sulle politiche di memoria e sull'influenza che la storia dell'emigrazione italiana ha avuto nel consolidamento della cultura italo-americana e nelle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti.
"Italiani d'America", dunque, si presenta come una lettura utile per comprendere la portata storica, sociale e culturale dell'emigrazione italiana, un fenomeno che ha contribuito a definire l'identità nazionale e la storia sociale di entrambe le nazioni. Grazie alla solidità della ricerca, alla varietà delle fonti utilizzate e alla profondità dell'analisi, Avagliano e Palmieri offrono non solo una panoramica storica, ma anche un'opera che mette in luce il vissuto di milioni di italiani, rendendo giustizia a un capitolo fondamentale della storia mondiale.
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