Il partigiano Montezemolo Stampa E-mail

Mario Avagliano

Il partigiano Montezemolo
Storia del capo della resistenza militare nell'Italia occupata

Dalai Editore, pagg.416, Euro 22,00

 

avagliano_montezemolo  IL LIBRO – Un mese dopo la liberazione di Roma, il generale Alexander, capo delle Forze Alleate in Italia, inviò una lettera privata alla marchesa Amalia di Montezemolo, moglie del colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, esprimendole profonda ammirazione e gratitudine per l’opera del marito.
  Chi era questo nobile piemontese, ufficiale dello Stato Maggiore dell’Esercito, segretario particolare di Badoglio dopo il 25 luglio 1943, e quale ruolo svolse il Fronte Militare Clandestino di Roma da lui guidato nella guerra contro i tedeschi? Militare di carriera, monarchico convinto, anticomunista ma in ottimi rapporti con Giorgio Amendola, trait d’union fra i partiti del Cln e il Governo del Sud, Montezemolo fu il capo della resistenza militare a Roma e nel resto d’Italia, organizzò migliaia di ufficiali e soldati allo sbando dopo l’8 settembre, procurò finanziamenti e fornì un prezioso lavoro di intelligence per gli Alleati. La sua vicenda, tragica ed eroica, costituisce un esempio significativo sotto diversi aspetti di come la storiografia abbia per troppo tempo oscurato o sottovalutato personaggi e movimenti della Resistenza di matrice moderata.
  Colmando tale lacuna, questo saggio ricostruisce la vita di Montezemolo attraverso un certosino lavoro di ricerca negli archivi dello Stato Maggiore dell’Esercito, interviste a vari testimoni dell’epoca, l’analisi di centinaia di documenti, saggi e libri di memoria, e la consultazione degli archivi familiari. Così, nella storia di questo partigiano con le stelline – volontario nella Grande Guerra e nella Guerra di Spagna, militare integerrimo che alla fine ripudiò il fascismo e morì alle Fosse Ardeatine gridando «Viva l’Italia! Viva il Re!» – si contempera l’efficace ritratto storico di un Paese illuso dal Ventennio con la commovente storia familiare di un padre, marito e patriota.
  A corredo del racconto, alcuni documenti e un apparato iconografico di fotografie del personaggio e dei familiari.

  DAL TESTO – “Fin dall'inizio il patriota Montezemolo, come lui stesso amava definirsi («Non dite che siamo partigiani, noi siamo patrioti», ammoniva i familiari), ebbe il merito di rifuggire da ogni tentazione «autonomistica», svolgendo un'importante opera di mediazione fra il Governo Badoglio e il Cln, tanto da meritare sul campo il riconoscimento dei partiti che, quando si trattò di avere rapporti con Brindisi, scelsero lui come interlocutore e non il ministro della Guerra Sorice (che pure si trovava a Roma) né un generale. Nelle sedute clandestine con il Cln, dimostrò doti di equilibrio e di conciliazione tra le opposte tendenze.
  “«Contrariamente alla maggior parte degli altri generali e alti ufficiali del Fronte militare clandestino alle dipendenze dirette del Governo Badoglio», scrive Forcella, «e, in particolare, al generale Armellini suo superiore diretto, Montezemolo si rendeva conto che una stretta unità d'azione tra "badogliani" e antifascisti costituiva un fattore essenziale per il successo della lotta clandestina».
  “Non mancarono tuttavia i momenti di contrasto, anche in relazione al tema delicato della direzione militare della Resistenza, che il Governo Badoglio intendeva rimettere a ufficiali di carriera, come attesta un messaggio radio di M del 25 novembre del '43: «Partiti vanno riconoscendo necessità rimettere at militari organizzazione condotta bande partiti alt da raggiungere quindi in ogni regione capo militare appoggiato da locale comitato partiti alt partito azione tende imporre capi militari acquisiti at proprio idee ma reazione comune et gelosie altri partiti portano ad ottima soluzione ricercare militari che nella semplice fedeltà proprio giuramento non facciano politica [...]». Abbiamo già visto, dalle parole di Amendola, che invece il Cln respinse la proposta.”

  L’AUTORE – Mario Avagliano, giornalista e storico, è membro dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar), della Società Italiana per gli Studi di Storia Contemporanea (Sissco) e del comitato scientifico dell’Istituto Galante Oliva, e direttore del Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma-Lazio. Collabora alle pagine culturali del «Messaggero» e del « Mattino». Ha pubblicato tra l’altro: Muoio innocente. Lettere dei caduti della Resistenza romana (1999); Generazione ribelle. Diari e lettere 1943-1945 (2006); e, con Marco Palmieri, Gli internati militari italiani (2009); Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2011) e Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici italiani 1943-1945 (2012).

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Mimmo Franzinelli - Elenco delle abbreviazioni – Introduzione - 1. La gioventù e la carriera militare - 2. La seconda guerra mondiale - 3. Il 25 luglio e il Governo Badoglio - 4. Dall'armistizio alla clandestinità - 5. L'organizzazione della resistenza militare romana - 6. Un dicembre di guerriglia partigiana - 7. Lo sbarco di Anzio e la cattura - 8. A via Tasso - 9. Via Rasella e le Fosse Ardeatine - 10. Verso la liberazione di Roma - Epilogo – Appendice. Il Fronte militare clandestino, di Sabrina Sgueglia della Marra - Documenti – Ringraziamenti - Note - Indice dei nomi