Disarmo navale e Turchia nella politica italiana Stampa E-mail

Matteo Pizzigallo

Disarmo navale e Turchia nella politica italiana
(1921-1922)


Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.132, € 11,00

 

pizzigallo disarmo  IL LIBRO – Il protagonista dei saggi raccolti in questo volume è il senatore Carlo Schanzer. Sia come capo della delegazione italiana alla Conferenza di Washington sulla limitazione degli armamenti navali sia come ministro degli Esteri del Governo Facta, Carlo Schanzer fu all'altezza della situazione, sviluppando un'intelligente azione diplomatica. A Washington Schanzer riuscì, infatti, a far passare il principio della parità navale fra Italia e Francia. Un risultato estremamente positivo soprattutto se si tien conto del fatto che la incerta situazione politica interna dell'Italia riduceva di gran lunga la sua credibilità internazionale. Altra questione al centro dell'attenzione sono le poco note trattative per un accordo economico italo-turco firmato a Costantinopoli nell'aprile del 1922. Un accordo che, malgrado la sua sfortunata conclusione, è comunque una piccola ma significativa prova di quel «dinamismo» della diplomazia italiana poco gradito dagli Inglesi che in tutti i modi, e il ministro Schanzer se ne accorse a sue spese, cercavano di ridimensionare, se non addirittura di sabotare, le spinte autonomiste dell'Italia soprattutto se riferite al Mediterraneo orientale.

  DAL TESTO – "L'ammiraglio Acton aveva quindi ritenuto che, non essendo stato proposto alcun limite per le flotte italiana e francese, l'Italia avrebbe potuto avanzare richieste più favorevoli in relazione al rapporto fra i dislocamenti globali delle forze italiane e francesi. Infatti, il 13 novembre, Acton telegrafava al Ministero della Marina precisando: «riterrei opportuno per l'Italia associarsi integralmente al progetto americano, proponendo che analogamente per le marine nostra e francese, sia stabilito un tonnellaggio complessivo di 200.000 tonnellate per le navi di linea e, in proporzione, per l'altro naviglio militare. L'assegnazione di 200.000 tonnellate permetterebbe alla Francia ed all'Italia di possedere ciascuna 6 navi di linea o incrociatori da battaglia di dislocamento non superiore alle 35.000 tono e le due marine riunite raggiungerebbero i 4/5 della potenza della flotta inglese o americana». Il punto di vista di Acton non era però condiviso da Schanzer che, il l° novembre, inviava direttamente al Presidente del Consiglio, Bonomi, il seguente telegramma: «Acton ha fatto conoscere alla delegazione il progetto da lui inviato a Roma. Tale progetto, in discordanza con quanto era stato stabilito a Roma, porterebbe un notevole aumento del nostro tonnellaggio, anziché una diminuzione. Ritengo il progetto insostenibile, perché contrario allo spirito della Conferenza tendente alla riduzione degli armamenti navali; contrario alle istruzioni date dal Governo a questa delegazione e ispirate dalla giusta preoccupazione per le nostre condizioni economiche; (ritengo il progetto) pericoloso, perché ci metterebbe in condizione difficilissima verso la Francia. Concordo che dovremmo tentare di migliorare, nelle trattative, la proporzione di 8/10, ma non credo sia facile allo stato di fatto modificare l'antico dato, mentre sarebbe oltremodo pericoloso sfidare le ostilità francesi e di tutta la Conferenza con proposte non conformi alla tendenza americana. Credo anche che sarebbe conveniente aspettare che le proposte venissero dalla Francia». I Francesi non si fecero attendere. Il giorno dopo, 16 novembre, Briand si recava a far visita a Schanzer, trattenendosi con lui per un'ora. Quest'incontro definito dal nostro delegato «molto cortese» diede però origine ad un malinteso tra Rolandi Ricci e lo stesso Schanzer."

  L'AUTORE – Professore ordinario di Storia delle Relazioni internazionali presso l'Università di Napoli (Federico II), Dipartimento di Scienze politiche, Matteo Pizzigallo è autore di numerosi volumi e saggi sulla politica petrolifera italiana e sulla diplomazia mediterranea. Tra i suoi lavori più recenti: "La Diplomazia italiana e i Paesi arabi dell'Oriente Mediterraneo" (Milano, 2008), "Storie rimosse" (Napoli, 2010), "Il Ponte sul Mediterraneo" (Roma, 2011), "La politica araba dell'Italia democristiana" (Milano, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Avvertenza - Parte prima - Capitolo primo. L'Italia alla Conferenza di Washington - Capitolo secondo. «L'ultimo» accordo con la Sublime Porta e la fine dell'occupazione italiana in Turchia - Parte seconda - Capitolo terzo. La politica «araba» dell'Italia e l'articolo XII del Patto di Londra