La diplomazia italiana e i Paesi arabi dell'Oriente mediterraneo (1946-1952) Stampa E-mail

Matteo Pizzigallo

La diplomazia italiana e i Paesi arabi dell'Oriente mediterraneo (1946-1952)

Franco Angeli, pagg.155, Euro 22,00

 

pizzigallo_diplomazia.jpeg  IL LIBRO - I protagonisti di questo libro sono i diplomatici italiani del secondo dopoguerra. In particolare quei bravi e qualificati diplomatici che, rispettivamente, a Roma negli uffici di Palazzo Chigi ed in quelli delle nostre Legazioni in Egitto, Libano e Siria, erano, giorno dopo giorno, impegnati a ritrovare e riannodare pazientemente i fili sottili dei tanti rapporti, non solo politici, che la guerra aveva sommerso, rovinato e, talvolta, addirittura reciso.

  Questi diplomatici, leali servitori dello Stato, fatti i conti con polemiche e rancori legati alla pesante eredità della sconfitta ed alla sofferta rinuncia italiana ad ogni residua ambizione coloniale, si misero subito all'opera, con entusiasmo e con passione, per ricostruire (malgrado i limiti imposti dalla debole posizione internazionale del Governo di Roma) la nuova immagine della nostra giovane Repubblica e rilanciare la sua presenza nell'Oriente mediterraneo all'insegna della pace e dell'autodeterminazione dei popoli arabi. Ma, soprattutto, all'insegna della "diplomazia dell'amicizia", quell'originale "modello politico" tipicamente italiano di relazioni mediterranee, che in questo libro si cerca di analizzare ed approfondire in maniera sistematica.

 

  DAL TESTO - "Il successo degli "Ufficiali Liberi" aveva prodotto in tutto il Paese speranze e, soprattutto, forti richieste di cambiamento che i componenti moderati del Governo, malgrado i loro ripetuti tentativi, non erano in grado né di contenere, né di controllare. Gli ufficiali più giovani e più estremisti del Movimento, vicini al trentaquattrenne colonnello Nasser (che nell'ombra aveva avuto un ruolo importante nell'organizzazione del 23 luglio), puntavano direttamente a trasformare il Paese. E ciò doveva avvenire subito, senza ricorrere ad impegnative teorizzazioni, ma sulla base di semplici e chiare parole d'ordine immediatamente comprensibili da tutto il popolo egiziano: riforme sociali, fratellanza araba, lotta contro tutte le forme di colonialismo. "Abbiamo fatto la rivoluzione - disse Nasser in un discorso pronunciato alcuni giorni dopo la presa del potere da parte degli Ufficiali Liberi - per difendere i diritti di tutti i cittadini, ma in special modo dei contadini e degli operai. La nostra rivoluzione è a un tempo pacifica, sociale ed economica. L'unità araba è l'unica via che possiamo percorrere per realizzare gli obiettivi di tutta la nazione araba. [...]"

 

  L'AUTORE - Matteo Pizzigallo è professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Napoli "Federico II" e nella Libera Università "Maria Ss. Assunta" di Roma. Studioso di diplomazia mediterranea, degli aspetti politico internazionali della questione energetica e di relazioni italo-arabe, è autore di numerosi volumi, articoli e saggi. Tra i suoi lavori più recenti: La diplomazia dell'amicizia: Italia e Arabia Saudita (Napoli, 2000) tradotto anche in lingua araba (Riyadh, 2005); Missioni militari italiane in tempo di pace (Roma, 2003); Disarmo navale e Turchia nella politica italiana (Napoli, 2004). Per i nostri tipi ha curato i volumi: L'Italia e il Mediterraneo orientale (2004); Amicizie mediterranee e interesse nazionale (2006); Cooperazione e relazioni internazionali. Studi e ricerche sulla politica estera italiana del secondo dopoguerra (2008).

 

  INDICE DELL'OPERA - Premessa - Parte I. Egitto - Il "ritorno" dei diplomatici italiani in Egitto - "L'Italia come ponte sul mare verso il Levante" - "Rialza la testa fratello, i giorni dell'umiliazione sono passati" - Parte II. Siria - L'avvio delle relazioni diplomatiche italo-siriane - La stagione dei colpi di stato - Il regime del colonnello Shishakli - Parte III. Libano - Attraverso l'antica Porta d'Oriente - Abbreviazioni