La diplomazia dell'amicizia Stampa E-mail

Matteo Pizzigallo

La diplomazia dell'amicizia
Italia e Arabia Saudita
(1932-1942)


Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.156, € 16,53

 

pizzigallo diplomazia  IL LIBRO – I principali protagonisti di questo libro dedicato alle relazioni italo-saudite negli anni Trenta sono da un lato il leggendario Ibn Saud, che guardava all'Italia con amicizia sincera, e dall'altro i nostri diplomatici residenti a Gedda, che seppero stabilire buoni rapporti personali con il re e le più alte autorità, conquistandosi stima e rispetto. Ma, soprattutto, questi diplomatici cercarono in tutti i modi di valorizzare la presenza e le iniziative economiche nazionali, proiettando le relazioni italo-saudite in una cornice più ampia. Anche se i loro suggerimenti non sempre riuscirono, all'epoca, a «raggiungere» i piani alti di Palazzo Chigi, le loro esperienze entrarono però nella «memoria storica» della nostra politica estera, diventando un significativo «precedente» cui, molti anni dopo, si sarebbe agganciata l'azione diplomatica italiana nei Paesi Arabi. Azione fondata sull'amicizia, sulla pace e sulla cooperazione, intese come valori acquisiti per sempre.

  DAL TESTO – "Si era però rivelato ben più difficile del previsto tradurre lo «spirito» delle intese romane in concrete linee d'azione politica adeguate allo scenario arabo in continuo movimento, che non mancava di complicare il lavoro dei diplomatici italiani sempre molto attenti e capaci, ma troppo spesso lasciati soli nei loro lontani avamposti.
  "Naturalmente tutto ciò era ben presente al console Sollazzo che, sempre nel rapporto dell'11 febbraio 1931, ammoniva: «L'occupazione wahhabita dell'Asir ha creato una situazione nuova tutta a nostro svantaggio ed ha compromesso quell'equilibrio, che era la migliore garanzia di pace nella costa occidentale dell'Arabia. Le intese italo-britanniche, quella prima volta in cui potevano mettersi in valore, fallirono al loro scopo, perché mancò la coordinazione di sforzi necessari ad impedire il turbamento dello statu quo. E allora, tanto varrebbe riprendere libertà d'azione, sapendola adeguare, nella difesa dei nostri interessi, alle circostanze e alle necessità del momento».
  "La provocazione del console Sollazzo sulla «libertà d'azione» naturalmente era ben lungi dall'essere accolta al Ministero degli Esteri ed in particolare alla Direzione generale degli Affari Politici retta da Raffaele Guariglia protagonista, insieme all'allora governatore dell'Eritrea Gasparini, delle conversazioni italo-inglesi e geloso custode del loro «spirito». Del resto, per quanto riduttiva potesse sembrare a Sollazzo una linea di condotta rigorosamente ispirata alle intese romane, di fatto, non vi erano al momento praticabili alternative a tale linea, non solo in considerazione degli incerti rapporti con l'Imam Yahya (in teoria nostro interlocutore privilegiato) ma, più in generale, a causa dell'ondivaga politica araba dell'Italia troppo spesso in bilico tra progetti ambiziosi, che talvolta esaltavano lo stesso Mussolini, e oggettive difficoltà finanziarie."

  L'AUTORE – Professore ordinario di Storia delle Relazioni internazionali presso l'Università di Napoli (Federico II), Dipartimento di Scienze politiche, Matteo Pizzigallo è autore di numerosi volumi e saggi sulla politica petrolifera italiana e sulla diplomazia mediterranea. Tra i suoi lavori più recenti: "La Diplomazia italiana e i Paesi arabi dell'Oriente Mediterraneo" (Milano, 2008), "Storie rimosse" (Napoli, 2010), "Il Ponte sul Mediterraneo" (Roma, 2011), "La politica araba dell'Italia democristiana" (Milano, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Premessa – Abbreviazioni - Capitolo primo. Il negoziato per i Trattati di amicizia e di commercio - Capitolo secondo. L'amicizia italo-saudita alla prova - Capitolo terzo. I primi tentativi di penetrazione economica italiana - Capitolo quarto. Venti di guerra sul deserto - Capitolo quinto. Armi italiane per i Sauditi - Capitolo sesto. L'amicizia temporaneamente «sospesa» - Appendici