Tradizione, mito, storia |
Francesco Germinario
IL LIBRO – In che cosa il radicalismo di destra si è differenziato dai suoi universi ideologici di riferimento, il nazismo e il fascismo? Lungo quali percorsi vi si è collegato? Come ha inteso affrontare il nodo della detestata modernità borghese liberale? Quale rapporto ha instaurato con i pensatori che riteneva più affini, da Spengler a Nietzsche? Il volume intende ricostruire la fisionomia della destra radicale soffermandosi sui suoi teorici più importanti, da Julius Evola a Franco G. Freda e Giorgio Locchi: un'operazione storica necessaria per un'area politica di cui a lungo si è parlato solo in contesti giornalistici e in occasione di vicende di cronaca. DAL TESTO – "Nel radicalismo di destra del secondo dopoguerra è prevalsa nettamente la forma organizzativa legata alla Gemeinschaft, la comunità intesa come vissuto comune, la quale si contrapponeva alla forma-partito, un organismo tipicamente moderno, sia nella forma borghese legalitaria che in quella proletaria sovversiva e antisistemica, fondata essenzialmente sul programma, nulla più che il risultato di un procedimento di astrazione, di una sovrapposizione della razionalità all'esperienza vissuta. Prendendo a modello di riferimento la Legione dell'Arcangelo Michele di Codreanu, negli ambienti del radicalismo di destra si è sostenuto in modo esplicito la necessità di strutturarsi secondo un'«organizzazione comunitaria», fondata su una «visione unica dell'Idea del mondo» [...]; dove per "Idea" era da intendersi il «rispetto del Sacro [...] nell'orientamento graduale a quelle verità della Tradizione» [...]. Per ciascun membro, quindi, si richiedeva una «conformazione interiore » e naturalmente la «fedeltà ai capi» [...]. Alla comunità del militante-"credente" si poteva appartenere perché la selezione era già avvenuta in virtù delle esperienze di vita, non certo per un'appartenenza ideologica. Al partito si aderiva per scelta ideologica: ma questa era certamente altro dall'esperienza di vita: l'«individuo non si individua se non attraverso la propria comunità di simili» [...]. L'AUTORE – Francesco Germinario è membro del Comitato scientifico della Casa della memoria di Brescia. Tra i suoi volumi più recenti: "Fascismo 1919. Mito politico e nazionalizzazione delle masse" (Bfs, 2011); "Argomenti per lo sterminio. L'antisemitismo e i suoi stereotipi nella cultura europea (1850-1920)" (Einaudi, 2011); "Antisemitismo. Un'ideologia del Novecento" (Jaca Book, 2013). INDICE DELL'OPERA – Introduzione Importanza e rifiuto dell'ideologia, vocazione autoreferenziale e Verità metastorica - 1. Su alcuni aspetti dell'universo ideologico della destra radicale. Problemi storiografici e teorico-politici (La questione degli ossimori - L'atteggiamento davanti alla Storia e il problema della Tradizione - Una teoria politica senza soggetto rivoluzionario - Contro la forma-partito - Forma-partito, autenticità e il concetto di "persona" alle origini della gerarchizzazione degli uomini) - 2. Tradizione, dramma della storia e "uomo differenziato": Julius Evola (1945-1974) (Un autore totus politicus - Alle origini del radicalismo di destra: Orientamenti e l'autosufficienza teorico-politica - Essere di destra radicale: contro la modernità - Il nucleo nascosto della destra radicale: la Tradizione contro la Storia e la dialettica - La polemica evoliana contro lo storicismo - Evola contro Gentile - La prospettiva antropologica contro la politica - La polemica contro l'esistenzialismo: l'apolitìa e il distacco fra "politico" e attivismo - L'"uomo differenziato" e le differenze con l'"uomo nuovo" fascista - Il radicalismo estremo evoliano e il suo vicolo cieco) - 3. Freda tra Platone, Nietzsche ed Evola (La disintegrazione del sistema: rivedere Evola - Il terzomondismo del radicalismo di destra: il nuovo "soldato politico" contro la metropoli infinita dell'Occidente - L'impresa impossibile: tradurre Evola in strategia politica - L'antropologia quale aggiornamento del sociale e l'aristocratismo quale ultima difesa - L'immutabilità della Tradizione contro la mutabilità della Storia - Platone in camicia bruna: Sangue e Filosofia - Il Fronte Nazionale: il "razzismo morfologico", la forma-mito e la forma formante - L'inaccessibilità razionale del mito) - 4. Giorgio Locchi: forma-mito, visione "aperta" della Storia e metafascismo (Alla scoperta degli Indoeuropei: contro la teleologia del giudeo-cristianesimo e dei suoi eredi liberalmarxisti - Il mito e la visione "aperta" della Storia - La forma-mito fra fascismo e radicalismo di destra - Il confronto con Nietzsche: Storia, libertà dell'uomo e il mito quale gerarchizzazione dell'uomo - Riaprire lo scontro con l'egualitarismo giudaico-cristiano - La visione metafascista del fascismo: con Lukács contro De Felice - Oltre la disperazione incapacitante evoliana) – Note – Bibliografia - Indice dei nomi |