Dove va il mondo? Stampa E-mail

Giulio Sapelli

Dove va il mondo?
Per una storia mondiale del presente

Guerini e Associati, pagg.134, € 12,50

 

sapelli_dove  IL LIBRO – Nuovi scenari si spalancano aperti dalle primavere arabe, dallo shale gas, dall'accordo fra Asia e America del Sud. Mentre l'Europa si perde nella sua stagnazione più che nella sua depressione, la Russia appare sempre più isolata, la Cina potente e aggressiva, gli antipodi più lontani. La vecchia convergenza di crescita che ha garantito lavoro, commercio, stili di vita è finita: la faglia fra i continenti si allarga, con il disimpegno degli USA dalle aree transatlantiche a favore di quelle transpacifiche. Nella nuova geostrategia mondiale, la sfida decisiva resta pur sempre l'approvvigionamento energetico, ma lo sviluppo dello shahl oil and gas lima l'interesse USA per il Golfo e apre pericolosi vuoti di potere. Per questo, mentre le rivolte arabe mettono in crisi l'assetto europeo, soltanto l'integrazione della Russia può por rimedio al caos. E della Russia ha bisogno economicamente e diplomaticamente soprattutto l'Italia, che avanza verso il baratro pagando un dazio eccessivo a un asse nord-teutonico.

  DAL TESTO – “Il dominio militare mondiale, saldamente in mano agli USA, si va ridefinendo. E questo perché l'Unione Sovietica è crollata e la Russia di Putin è meno minacciosa. Anzi, a mio parere, appare alle diplomazie europee molto più minacciosa di quanto essa in realtà non sia. Ecco dunque che il disimpegno nordamericano in Europa, sempre più evidente, si accompagna alla decrescita economica dell'Europa medesima, anch'essa sempre più evidente e preoccupante, soprattutto per il calo demografico - drammatico in Germania - di cui questa decrescita è insieme il frutto e la causa. Di qui l'emergere di una crescita a frattali, ossia disuguale, che si presenta con forti variabili anche all'interno delle stesse aree di crescita. Una crescita impetuosa, quella asiatica, spesso magnificata perché troppo misconosciuta, dove si unificano realtà sociali ed economiche molto diverse tra loro.
  “Rimane la sostanza: oggi è iniziata una divergenza, anziché una convergenza. Se assumiamo il punto di vista europeo, ossia della decrescita europea, quest'ultima diverge in modo preclaro dalla crescita asiatica. Io preferisco parlare di divergenza europea dalla crescita trans-pacifica, ossia dalla crescita in quell'area che ha il suo cuore nel Pacific Realm e che ha visto gli Stati Uniti agire in funzione egemonica, unificando in un trattato commerciale 800 milioni di persone: dalle Filippine alla Birmania, all'India, al Viet Nam, al Messico, al Perù, al Cile, alla Nuova Zelanda, per finire con l'Australia, con cui gli Stati Uniti hanno stipulato un trattato militare il cui significato è chiarissimo, se si pensa che da questo grande accordo è stata esclusa la Cina. Ecco il significato geostrategico profondo del Trans Pacific Act.
  “La divergenza europea dalla crescita mondiale, se ci si colloca tra gli indicatori trans-pacifici, emerge in modo preclaro.
  “La «frattalità» più evidente è quella degli Stati Uniti, il cui destino è enigmatico. Infatti, appena si alza il capo dai dati statistici e si guarda appunto al potere attrattivo che il complesso militare ed economico nordamericano esercita su tutte le aree della nuova crescita, di quella divergenza siamo meno sicuri. Sicuramente è una divergenza a geometria variabile, con picchi militari, tecnologici, di controllo energetico, di capabilities, che continuano a sopravanzare ogni area della nuova crescita. Se pensiamo poi al ruolo che gli Stati Uniti hanno ripreso ad esercitare in quest'ultimo ventennio, non a caso dopo la caduta dell'Unione Sovietica, nell'America del Sud, dove il gigante brasiliano è ormai una realtà irreversibile, del declino nordamericano siamo sempre meno certi.”

  L’AUTORE – Giulio Sapelli è professore ordinario di Storia economica all'Università degli Studi di Milano. Ha insegnato e svolto attività di ricerca in molte università e imprese italiane e straniere. È editorialista de Il Messaggero. Ha recentemente pubblicato per i tipi di Guerini e Associati: L’inverno di Monti. Il bisogno della politica (2012), Diario sudamericano (2012), Chi comanda in Italia (2013).

   INDICE DELL’OPERA – Ringraziamenti - Terribile agosto 2013 - L'inizio della crisi mediterranea - La crisi economica mondiale - I nodi son venuti al pettine - La vecchia e la nuova convergenza - Rispondere alla divergenza strategica - La prova degli idrocarburi fossili e la frantumazione della crescita convergente - Il futuro sarà africano - Uscire dalla crisi in Europa: cambiare l'Europa