Francesco Giuseppe Stampa E-mail

Franco Cardini

Francesco Giuseppe

Sellerio Editore, pagg.156, Euro 12,00

 

francesco_giuseppe.jpg   IL LIBRO – L’ultimo grande imperatore degli Absburgo, il cui persistente mito tramanda la malinconia di una civiltà , la civiltà mitteleuropea – la musica, la pittura, il pensiero, una certa lenta dolcezza del vivere – è interpretato in questa ricostruzione biografica come qualcosa di più del tradizionale crepuscolo di un mondo. È visto anche come la coscienza di quel crepuscolo, trasfigurazione di una sorta di autocoscienza finale dell’Europa, che abbandonando l’ Ottocento si lascia alle spalle il suo secolo.

 

  DAL TESTO – “L’ottocento è un secolo che nasce con l’impetuosità romantica della giovinezza, le cavalcate di Napoleone, e poi anche quella nuova dell’ancien régime che è la Restaurazione, e poi il movimento romantico, e i movimenti nazionalisti, ma invecchia presto; e la caratteristica dell’Ottocento è arrivare alla sua fine, alla fine del secolo, appunto, con un senso di decrepitezza, di vecchiaia incurabile. L’Esposizione universale di Parigi non è, evidentemente, la fine dell’Ottocento, è piuttosto l’inizio del Novecento. E quando comincia il Novecento, due anni dopo il 1898, il vecchio secolo romantico ci dà l’addio alla grande: muore Oscar Wilde, muore John Ruskin, muore il grande Nietzsche. Sta nascendo un nuovo mondo, nel quale l’Europa non sarà più protagonista: il protagonismo ormai si è spostato dall’altra parte dell’Atlantico, ma regnanti, intellettuali, operatori economici non se ne sono ancora resi conto. All’inizio del Novecento gli europei, e quasi tutti i governanti, sono ancora convinti che l’Europa sia il centro del mondo. Uno solo si è accorto del cambiamento: Francesco Giuseppe d’Asburgo. Egli si rende conto, negli ultimi anni della sua vita, che la staffetta della civiltà, della forza, della potenza, forse anche del benessere, e se non della felicità, almeno della ricerca della felicità, sta passando di mano: c’è una grande potenza al di là dell’Atlantico che sta accettando che l’Europa le passi il testimone. Insieme a Francesco Giuseppe, un altro se n’è rese conto. Un personaggio, suo contemporaneo, tanto diverso da lui, se si vuole tanto più rozzo e volgare, ma nello stesso tempo tanto più positivo, di una positività vincente se contrapposta al consapevole disincantato storico da perdente che grava sulle spalle di Francesco Giuseppe, insieme col manto imperiale. Questo personaggio è il grande Theodore Roosevelt, il presidente statunitense, l’uomo del Big Stick, della politica del duro bastone, l’uomo che avrebbe voluto cacciare dai simboli di stato degli Stati Uniti d’America quell’aquila dalla testa bianca, che lui diceva essere un povero uccellaccio vigliacco, e insediare al suo posto il grizzly, il vero animale guerriero del nuovo mondo. Il presidente Theodore Roosevelt si era perfettamente reso conto che il XX secolo sarebbe stato, come ha scritto in un bel libro Germinello Alvi, il “secolo americano”. Roosevelt e Francesco Giuseppe sono dunque imparentati in questo – e forse solo in questo, ma non è certo poco: nella loro profonda coscienza che il tempo dell’Europa è trascorso, e che comincia il tempo della grande America. Bisognerebbe allora pensare che Oswald Spengler, contemporaneo di Francesco Giuseppe, abbia sbagliato nel suo grande libro Der Untergang des Abendlandes, il tramonto dell’Occidente, o che abbia forse sbagliato il titolo; forse avrebbe doluto parlare di un Untergang Europas, di un tramonto dell’Europa.”

 

  L’AUTORE – Franco Cardini è nato a Firenze nel 1940. Insegna Storia medievale all'Università di Firenze. Da oltre un trentennio si occupa di rapporti tra Cristianità e Islam. Ha scritto Alle radici della cavalleria medievale (1981), Quell'antica festa crudele (1982), Il Barbarossa (1985), Francesco d'Assisi (1989), Giovanna D'Arco (1990), La vera storia della Lega lombarda (1991), Alla corte dei papi (1995), Il guardiano del Santo Sepolcro (2000), Europa e Islam. Storia di un malinteso (2000) e, con Sergio Valzania, Le radici perdute dell'Europa (2000). Con Sellerio, Le mura di Firenze inargentate. Letture fiorentine (1993), L'invenzione del Nemico (2006) e Francesco Giuseppe (2007).