Grazie no |
Giorgio Bocca Grazie no Feltrinelli Editore, pagg.110, Euro 10,00
IL LIBRO – Forse in questi anni ci siamo abituati: cose che dovrebbero farci indignare passano sotto silenzio, discorsi che non si dovrebbero sopportare diventano moneta corrente, idee come minimo discutibili vengono invece comunemente accettate. Giorgio Bocca però non si è mai arreso, e in questo pamphlet alza la voce per denunciare le scorciatoie del pensiero unico, che certo non scomparirà con un cambio di governo e a cui si deve rispondere con un sonoro e liberatorio: "Grazie, no!". E se è ormai quasi un'abitudine anche l'indignazione, anche il cinico e soddisfatto luogo comune secondo cui l'Italia è ormai perduta, vittima delle sue ataviche tare e dei suoi vizi inestirpabili, Bocca ci ricorda, con l'autorità del testimone e la vividezza del grande cronista, che già altre volte (ultima la guerra partigiana, così vicina e così preziosa) l'Italia fu sul punto di soccombere, ma gli italiani hanno saputo trovare in loro stessi la forza di salvarsi. DAL TESTO – “C'è chi definisce quella moderna la società "dei venti-ottanta". Venti che conoscono, decidono e spesso ci guadagnano e ottanta che stanno al gioco senza capirlo, e quasi sempre ci perdono. Una definizione dell'attuale crisi non sai se economica o finanziaria o astrologica. Un giorno la Borsa crolla per il fallimento della Grecia, il giorno dopo rimbalza per l'aiuto dell'Europa alla Grecia, il terzo ricrolla perché la speculazione non crede alla manovra di salvataggio e chiederle perché non ci crede non è possibile, perché nessuno sa che cosa sia questa speculazione. Una volta si diceva che era la perfida genia dei banchieri ebrei, ora dell'imperialismo americano che vuole sbaraccare l'Unione Europea, oppure dell'egoista Germania che, sconfitta in due guerre mondiali, vuole prendersi la rivincita su Francia e Italia. E siccome nessuno sa di preciso che cosa sia questa diabolica speculazione, che a guardar bene poi è la norma di un libero mercato dove i più forti o più furbi cercano di mettere gli altri nel sacco, siccome le conferenze degli esperti finiscono in prediche inutili o nelle solite medicine punitive dei poveri supertassati e dei ricchi con i tesoretti in Svizzera o nel Lussemburgo, l'unico risultato è di riempire i mass media di vane geremiadi. L’AUTORE – Giorgio Bocca (Cuneo, 28 agosto 1920 - Milano, 25 dicembre 2011) è stato uno dei più importanti giornalisti italiani degli ultimi cinquant’anni. Si è occupato di attualità politica, analisi socioeconomiche, approfondimento storico e storiografico. Tra le sue opere ricordiamo: Storia dell’Italia partigiana (1966); Storia d’Italia nella guerra fascista (1969); Palmiro Togliatti (1973); La Repubblica di Mussolini (1977); L’inferno. Profondo Sud, male oscuro (1993). Il 2002 segna il passaggio in Feltrinelli con Piccolo Cesare (2002), il saggio sul fenomeno Berlusconi e l’involuzione politica dell’Italia e delle democrazie occidentali. Sempre con Feltrinelli ha successivamente pubblicato Basso Impero (2003), Partigiani della montagna (2004), L’Italia l’è malada (2005), Napoli siamo noi (2006), Le mie montagne (2006), Il provinciale (2007), È la stampa, bellezza! (2008), Annus horribilis (2010) e Fratelli coltelli (2010). INDICE DELL’OPERA - La crescita folle - La produttività, il nuovo dio - La lingua impura - Il dominio della finanza - La corruzione generale - La fine del giornalismo - L’Italia senza speranza
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