Qualche ragione per credere. Un "catechismo" postmoderno Stampa E-mail

Vittorio Messori con Michele Brambilla

Qualche ragione per credere. Un "catechismo" postmoderno

Edizioni Ares, pagg.299, Euro 13,00

 

messori_brambilla_qualche_ragione_per_credere.jpg  IL LIBRO – Può un uomo d’oggi prendere ancora sul serio «lo scandalo e la follia» della fede cristiana? È possibile, per l’uomo del terzo millennio, condividere le antiche affermazioni del Credo su Dio, Gesù Cristo, la Chiesa cattolica? Su un Dio che è uno e trino, che si è incarnato diventando a un tempo vero Dio e vero uomo, nato da una vergine, morto e risorto? Sulla Chiesa che è corpo mistico di Cristo e istituzione umana, visibile e invisibile? Sulla risurrezione per tutti e la vita eterna?

  Vittorio Messori e Michele Brambilla – autore di grandi bestseller religiosi il primo, vicedirettore del Giornale il secondo – hanno deciso di interrogarsi sulle ragioni per «scommettere» sulla verità del Credo. Tra i due – entrambi giunti alla fede «da lontano» – si intreccia un dialogo semplice e al tempo stesso profondo, corrono parole quotidiane che tentano però di scandagliare il più vertiginoso dei misteri. E in risposta alle domande fondamentali – quelle che ogni uomo ragionevole si pone, compreso l’uomo del terzo millennio – suggeriscono «qualche ragione per credere».

 

  DAL TESTO – “Càpita oggi, lo sai, di incontrare cristiani che sembrano rinunciare a credere (o, almeno, a dichiarare con chiarezza, che non esclude l’umiltà, di credere) per timore di «offendere» quelli che dicono di non credere. Pensano che il modo per rispettare gli altri sia non ricercare una «fratellanza nella fede» ma una «comunanza nel dubbio».

  “Alla base degli atteggiamenti, più dimissori che dialogici, di certi cristiani di questi decenni, c’è la dimenticanza – naturalmente, in buona fede, almeno sino a prova contraria – di una distinzione necessaria: tutte le persone sono da rispettare; ma non tutte le idee né, tantomeno, tutti i comportamenti sono da rispettare. Ogni errante va amato: e il modo migliore per mostrarglielo in concreto è proprio cercare di dirgli quello che – per noi – è il suo errore”.

 

  L'AUTORE – Modenese per nascita (1941), torinese per cultura, milanese per professione giornalistica ed editoriale, Vittorio Messori abita ora sul Garda. Consapevole che la vita «o la si vive o la si scrive», ha sempre cercato un angolo appartato dove riflettere su come persuadere che la Speranza esiste, che è fondata, che il credente non è un credulo. E che il cristiano non è un cretino.

 

  INDICE DELL'OPERA - Nota editoriale, di Cesare Cavalleri - I. Dio, Cristo, la Chiesa: ma sarà vero? - II. Una domanda cui non si può sfuggire - III. Il privilegio dei semplici - IV. Soluzioni per l'enigma della vita - V. La legge dell'«et-et»: un segreto di Dio? - VI. Una morale ingiustificata - VII. La verità ha un nome e un volto - VIII. La strategia del chiaroscuro - IX. Un paradosso chiamato Trinità - X. Un Padre. Anzi, un «paparino» - XI. Luci dall'Oriente? - XII. Lo scandalo del male - XIII. O il mistero o l'assurdo - XIV. Al vaglio della scienza. E della storia - XV. Qualche traccia di Lui