La riforma della dialettica hegeliana Stampa E-mail

Giovanni Gentile

La riforma della dialettica hegeliana

Le Lettere, pagg.VIII-274, Euro 22,00

 

gentile_g6.jpg  IL LIBRO – Nel 1913, Giovanni Gentile con la pubblicazione di La riforma della dialettica hegeliana, riprendendo l'interpretazione di Spaventa dell'Idea hegeliana, vedeva nella Logica hegeliana la categoria del divenire come coincidente con l'atto puro del pensiero in cui si trasfondeva tutta la realtà della natura, della storia e dello spirito. A questa visione soggettivistica di Gentile si contrappose fin dal 1913, Benedetto Croce che nel suo Saggio sullo Hegel interpretava il pensiero hegeliano come storicismo immanentistico: anche lui intendeva in modo diverso la dialettica hegeliana degli opposti integrandola con quella dei "distinti".

 

  DAL TESTO – “La dialettica del pensato è, si può dire, la dialettica della morte; la dialettica del pensare, invece, la dialettica della vita. Infatti il presupposto fondamentale della prima è la realtà o verità tutta quanta ab aeterno determinata in guisa che non sia più concepibile una determinazione nuova, come determinazione attuale della realtà [...]. La dialettica, invece, del pensare non conosce un mondo che già sia, che sarebbe un pensato; non suppone una realtà al di là della conoscenza e di cui toccherebbe a questa d'impossessarsi, perché sa, come ha dimostrato Kant, che tutto ciò che si può pensare della realtà (il pensabile, i concetti dell'esperienza) presuppone l'atto stesso del pensare. E' in questo atto vede perciò la radice di tutto.”

 

  L’AUTORE – Giovanni Gentile, insigne filosofo italiano (Castelvetrano 1875 - Firenze 1944), docente a Palermo dal 1906 al 1914; passò poi a Pisa alla cattedra di filosofia teoretica; nel 1915 partecipò attivamente al Comitato pisano di preparazione e mobilitazione civile, secondo i principi espressi ne La filosofia della guerra (1914). Nel 1919 venne chiamato all'Università di Roma; dal 1922 al 1924 fu ministro della Pubblica Istruzione e legò al suo nome la riforma della scuola. A conclusione di quanto aveva scritto e fatto nel decennio precedente, nel 1923 si iscrisse al Partito nazionale fascista, adoperandosi per dargli un programma ideologico e culturale: primo atto di questo suo impegno fu il Manifesto degli intellettuali fascisti (1925), a cui Croce rispose con un contromanifesto che da allora rese insanabile il contrasto fra i due filosofi. Prospettando il Fascismo come rigenerazione morale e religiosa degli Italiani, Gentile tentò di collegarlo direttamente al Risorgimento. Dal 1920 in poi il filosofo diresse il Giornale critico della filosofia italiana e numerose collane di classici e di testi scolastici; dal 1925 al 1944 diresse l'Enciclopedia Italiana. Negli ultimi anni del Fascismo Gentile tentò di porsi al di sopra dei contrasti con un nuovo programma di unità nazionale (Discorso agli Italiani, 1943), ma venne assassinato dai partigiani fiorentini il 15 aprile 1944.

 

  INDICE DELL’OPERA - Parte Prima - 1. La dialettica del pensato e la dialettica del pensare - 2. Il problema della deduzione delle categorie - 3. Il pensiero come categoria unica - 4. Il concetto hegeliano del divenire - 5. Critica del concetto hegeliano del divenire - 6. Interpretazioni del concetto hegeliano del divenire - 7. La riforma della dialettica hegeliana tentata da B. Spaventa - 8. Nuovi studi dello Spaventa - Parte seconda - 1. Origine e significato della Logica di Hegel - 2. Il concetto della storia della filosofia - 3. Il circolo della filosofia e della storia della filosofia - 4. Due storici della filosofia: Hoffding e Zeller - 5. Il valore della storia - 6. Il concetto del progresso - 7. L’atto del pensare come atto puro - 8. Il metodo dell’immanenza - 9. L’esperienza pura e la realtà storica – Appendice. Frammento inedito di B. Spaventa