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"A lungo considerata un parente povero degli studi di lingua, buona per elucubrazioni aneddotiche al limite della peregrina curiosità, l'onomastica – studio insieme storico e linguistico dei nomi propri – ha conosciuto in Italia un'affermazione tardiva ma precipitosa. È un peccato, perché nei nomi che portiamo non sta scritto solo il ricordo di antichi culti ormai dimenticati, di mestieri tramontati o di soprannomi scherzosi, ma anche la storia e la geografia della nostra cultura. Dopo che per anni quasi nessuno ci aveva fatto caso, se ne sono accorti simultaneamente in molti. Forse in troppi: raccolte di materiali, sintesi più o meno accurate e addirittura intere...
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Il piccolo re, il grande dittatore, novanta ore di cinismo e di incapacità sufficienti per azzerare uno Stato. Marco Patricelli racconta l’incredibile e grottesca sequenza di eventi che dal 9 al 12 settembre 1943 sconvolse l’Italia e la consegnò a un destino di macerie.
«La colonna di sette automobili aveva già lasciato Roma illuminando le strade ancora buie e deserte con la luce azzurrognola dei fari schermati. Vittorio Emanuele, la regina Elena, il generale aiutante di campo del re e il tenente colonnello Buzzaccarini erano a bordo di una Fiat 2800 nera, guidata dall’autista che faceva incredibilmente sfoggio del guidone...
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Lo scrivere breve non è per Gómez Dávila solo un’arte o un genere letterario, ma un modo di pensare: l’unica forma, cioè, capace di restituire al pensiero l’immediatezza che il discorso articolato gli toglie. L’unica che accetta la sfida di non nascondersi, perché «tra poche parole», come tra pochi alberi, è più arduo celarsi. Gómez Dávila concepisce i propri aforismi come tocchi cromatici che invitano il lettore a scorgere la totalità loro sottesa, e dunque a riconoscere il «testo implicito», l’opera ideale a cui alludono.
In questo volume viene presentata una seconda parte del grande libro degli Escolios, cui Gómez Dávila si è dedicato per...
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Chi sono i "lefebvriani"? Chi sono questi sacerdoti che, nel terzo millennio, portano la veste talare, parlano di Tradizione con la "T" maiuscola e celebrano la Messa in latino? Sono i pericolosi estremisti dipinti nelle polemiche giornalistiche o sono una nuova e fedele risorsa al servizio della Chiesa? Domande divenute di stretta attualità dopo che la Santa Sede ha revocato il decreto con cui, nel 1988, furono scomunicati monsignor Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, quattro vescovi da lui consacrati e monsignor Antonio De Castro Mayer. Domande a cui rispondono Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro con una lunga intervista a...
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