Emil M. Cioran
Il crepuscolo dei pensieri
Adelphi Edizioni, pagg.238, € 20,00
"Il crepuscolo dei pensieri" di Emil M. Cioran, una raccolta di aforismi che si inserisce nel più ampio corpus di pensieri sparsi lasciato dall'autore, si configura come un viaggio nelle profondità del disagio umano e della sua irrequietezza. Si tratta di un'opera che non solo raccoglie, ma amplifica, le tematiche esistenziali e filosofiche che hanno contraddistinto tutta la sua produzione, rendendola particolarmente densa di quella che può essere definita una "filosofia del disincanto". Ogni aforisma sembra uno squarcio nel buio dell'anima, un tentativo di guardare negli abissi senza troppe illusioni.
Il testo raccoglie pensieri che spaziano dalla noia all'insonnia, dal desiderio all'oblio, dal suicidio al rimorso. Questi temi, che Cioran esplora con la sua consueta capacità di introspezione, sono trattati non come concetti filosofici sistematici, ma come suggestioni, come frammenti di un discorso che si fa sempre più ardente e infuocato. La riflessione, pur avendo una natura frammentaria e disorganica, è sorretta da una coerenza interiore che rimanda alla "febbre" del pensiero, come descritto dall'autore stesso. La "bassa temperatura" della filosofia tradizionale, per Cioran, si contrappone al "fuoco interiore" che infiamma la sua meditazione: un fuoco che brucia senza lasciare tregua, senza soluzioni facili, eppure che permette una forma di liberazione.
Uno degli aspetti più affascinanti de "Il crepuscolo dei pensieri" è proprio la tensione tra la frammentarietà dei suoi contenuti e la loro affilata, lucida capacità di svelare verità universali. L'approccio di Cioran non è mai sistematico né ottimistico; anzi, il pensiero si rivela come una forza che smonta le certezze, costringendo chi legge a confrontarsi con la vacuità esistenziale e con la frustrazione di una condizione umana che sembra non avere via d'uscita. Ma, proprio in questa devastante solitudine intellettuale, l'autore riesce a costruire una sorta di monumento alla potenza del pensiero stesso, per quanto destabilizzante esso possa essere.
Il libro è attraversato da una tensione che non lascia spazio ad alcun tipo di rifugio consolatorio: Cioran ci spinge a fronteggiare il dolore senza paraventi, a riconoscere che la verità non è mai illuminante, ma sempre accecante, come una luce troppo intensa che non fa altro che rivelare il nostro smarrimento. A tale riguardo, è interessante la metafora del "paesaggio interiore" che l'autore descrive come una "sontuosa devastazione di fiamme". Questa immagine cattura perfettamente l'idea di un pensiero che arde e distrugge ciò che tocca, ma che al tempo stesso lascia dietro di sé una traccia indelebile.
Il libro di Cioran è, in un certo senso, un esercizio di autodistruzione intellettuale, ma anche una forma di resistenza alla banalità del pensiero filosofico tradizionale. La filosofia, per Cioran, è sempre un campo di battaglia, e chiunque vi si avvicini senza riconoscere la sua natura distruttiva rischia di cedere a una mediocrità che diventa quasi inevitabile. "La mediocrità della filosofia si spiega col fatto che si può riflettere solo a bassa temperatura", scrive l'autore, e in questa affermazione c'è tutta la sua visione del pensiero come un'attività che deve sfidare le proprie stesse strutture, che deve bruciare e purificarsi nella fiamma dell'intensità.
Il "fuoco" di cui parla Cioran non è solo una metafora, ma una condizione esistenziale in cui il pensiero non si adagia, ma si consuma senza sosta. Questo fuoco, infatti, diventa il motore di un pensiero che non ha paura di guardare in faccia l'abisso, senza cedere alla tentazione di offrire soluzioni facili. La sua è una filosofia che si fa sentire come una scossa elettrica, un'epilessia interiore che travolge ogni certezza e ogni stabilità.
In questo senso, "Il crepuscolo dei pensieri" può essere letto come una sorta di testimonianza di una lotta costante con l'assurdo e con la vacuità dell'esistenza. Ma proprio in questa lotta si trova la bellezza del pensiero di Cioran: una bellezza che non è mai consolatoria, ma che emerge dalla capacità di esplorare la dimensione più oscura dell'essere senza rinunciare a una sua inesorabile intensità.
Infine, va sottolineato che "Il crepuscolo dei pensieri" non è un libro per tutti. È un'opera che sfida le convenzioni del pensiero filosofico e letterario, che non si presta facilmente a una lettura lineare o rassicurante. La frammentarietà dei suoi contenuti, la sua struttura aforistica, richiedono un approccio che vada oltre la semplice comprensione: è necessario immergersi nel testo, accettare la sua sfida e confrontarsi con le sue inquietanti verità. Solo in questo modo si può davvero cogliere la profondità di un pensiero che non cerca la tranquillità, ma la scossa, il fuoco, il naufragio.
"Il crepuscolo dei pensieri" rappresenta, insomma, un'altra pietra miliare nell'opera di Cioran. È una raccolta che, pur essendo un insieme di aforismi e pensieri brevi, riesce a restituire la complessità e la potenza del suo pensiero. Un libro che non dà risposte, ma che costringe il lettore a confrontarsi con la natura paradossale e inquietante della realtà. Un'opera che, come tutte le grandi opere filosofiche, non lascia indifferenti e, anzi, incide profondamente nel pensiero di chi la legge.
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