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 Una lunga battaglia navale di quelle antiche, con sangue, scrosci d’acqua, clamori e grida ovunque. Una battaglia navale che, per di più, si svolge nella notte, "dove nessuno più conosce l’altro, ma tutti sono contro tutti". Non solo: una battaglia navale notturna su un mare che è in tempesta. È questa la metafora che san Basilio (330-379) usa per descrivere la situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea del 325, e che Benedetto XVI ha evocato due volte a proposito degli anni successivi al Concilio Vaticano II. Che quella del cosiddetto postconcilio sia stata una lunga notte oggi non è più messo seriamente in dubbio da nessuno. Ma che c’entra esattamente...
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 Il disfacimento dell’Impero Sovietico ha riportato all’attualità il problema dell’identità del popolo russo. Abbiamo assistito al riemergere di distinzioni etniche e nazionali che nel novecento erano considerate vestigia di un passato remoto, come quella fra ucraini, bielorussi e russi, per non parlare poi della rinascita della religiosità ortodossa.
Quest’opera intende ricercare e chiarire le radici stesse dell’identità russa, rintracciandone le origini etniche, linguistiche, religiose, artistiche e culturali fin nel tempo lontano della conversione della Rus al cristianesimo. Viene descritto il particolarissimo rapporto dei russi con la loro terra, così sconfinata e difficile, che è...
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 Sconfitti i medi, conquistata la Lidia, la Babilonia e l’Egitto faraonico, i re di Persia, costruirono il primo impero universale della storia, esteso dall’Indo all’Europa, dalle steppe dell’Asia Centrale alla prima cateratta del Nilo. Il regno degli Achemenidi durò circa duecento anni ma, dopo Alessandro e gli effimeri regni dei diadochi, i parti fecero risorgere l’Impero Persiano, poi rivendicato dai Sassanidi, e questo stato durò altri novecento anni, fino all’avvento degli arabi.
I Re dei Re, con duttilità politica e tolleranza religiosa e linguistica, dominarono numerosissimi popoli. Furono espressione di cavalieri indoeuropei originari dell’Asia Centrale, grandi...
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 Dopo l’epopea del Cavallo rosso, il romanzo tradotto in nove lingue (anche in giapponese) che ha fatto parlare di Eugenio Corti come del «Tolstoj italiano del Novecento», l’autore brianteo si era applicato ai «romanzi per immagini» La terra dell’indio e L’isola del Paradiso. Con Catone l’antico, Corti aveva fatto rivivere ai lettori un discrimine cruciale della storia romana, per tanti aspetti simile all’attualità che stiamo vivendo. Con questo nuovo libro, Corti può finalmente dedicarsi al periodo storico da lui più amato, il Medioevo, appunto, visto come paradigma realizzato della civiltà cristiana. E lo fa raccontando la storia della beata Angelina da Montegiove (1377-1435)...
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