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Durante il conflitto in Europa, circa tre milioni di russi affiancarono le forze armate di Hitler. Dal Caucaso ai Paesi baltici, dall'Ucraina alle pianure attraversate dal Don e dal Volga, si schierarono con gli invasori e presero le armi per battersi contro l'Armata Rossa. Quando fu evidente la sconfitta della Germania, masse di militari e civili provenienti dai territori occupati a est dalla Wehrmacht preferirono seguire l'alleato in ritirata e rifugiarsi in occidente piuttosto che ritornare sotto il giogo di Stalin. Gli anglo-americani, cedendo alle pressioni di Mosca, consegnarono tutti i russi anticomunisti, contro la loro volontà e con cinismo, nelle mani del boia sovietico...
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Albert Kesselring (1885-1960), ufficiale di artiglieria nella Grande Guerra, negli anni Trenta contribuì allo sviluppo della Luftwaffe e nel 1940-41, alla testa di grandi unità aeree, partecipò alle campagne contro Polonia, Olanda, Belgio, Francia, Inghilterra e Unione Sovietica. Nominato capo del settore del Mediterraneo verso la fine del 1941, due anni dopo diventò comandante supremo della Wehrmacht in Italia con responsabilità anche nel contrasto alle forze partigiane, con il tragico alternarsi di imboscate e rappresaglie.
La pianificazione strategica e le operazioni sul campo, che condusse nel 1943-44 ritirandosi combattendo gli Alleati dalla Sicilia alla Linea Gotica, sono...
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Nella notte fra il 13 e il 14 ottobre 1939, agli inizi della Seconda guerra mondiale, la principale base navale della Royal Navy di Scapa Flow, nelle isole Orcadi, a nord-est della Scozia, fu violata dal sommergibile tedesco U-47 al comando del tenente di vascello Prien. Superate tutte le difese senza essere scoperta, l’unità della Kriegsmarine silurò la corazzata Royal Oak, entrata in servizio nel 1916 e rimodernata negli anni Venti e Trenta. Nell’affondamento morirono oltre 800 uomini.
Come fu possibile effettuare un’incursione così audace, che mise fra l’altro in luce l’inadeguatezza dei sistemi di sorveglianza? L’Autore, con un approfondito lavoro di...
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A diciannove anni, Giorgio Ferrero lascia la Facoltà di Ingegneria di Torino e sale sulle Alpi liguri a fare il partigiano. Un brutto Natale viene arrestato e deportato a Mauthausen e poi nel sottocampo di Ebensee. Gli fanno fare il manovale comune, a spostare pietre. Poi scoprono che sa usare gli esplosivi quelli degli attentati antifascisti - che adesso servono ai nazisti per la costruzione di gallerie, e lo fanno diventare un Technik Arbeit, un operaio specializzato. Dopo la Liberazione, da vero pioniere, trova un po' di pace lavorando alle trivellazioni del petrolio in Arabia. Là nessuno sa, nessuno fa domande. La vita ritrova un senso. Più di sessant'anni dopo...
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