I fantasmi del Banchiere Nero Stampa E-mail

Ippolito Edmondo Ferrario

I fantasmi del Banchiere Nero
La quarta indagine di Raoul Sforza


Fratelli Frilli Editori, pagg.320, € 16,90

 

ferrario fantasmi  Con "I fantasmi del Banchiere Nero", il romanzo di Ippolito Edmondo Ferrario, prosegue la saga del celebre protagonista Raoul Sforza, meglio conosciuto come "il banchiere nero", giungendo al suo quarto capitolo in una narrazione che intreccia storia, mistero e il retaggio delle ferite mai cicatrizzate del Novecento. Ambientato tra il presente e il passato turbolento della Seconda Guerra Mondiale, questo thriller storico si spinge ben oltre i confini del semplice genere investigativo, esplorando temi legati alla memoria storica, alla giustizia e alla redenzione.

  La storia si apre con il ritrovamento del cadavere del notaio Giangiacomo Ballarin, ucciso nel 1946 in un angolo apparentemente tranquillo di Venezia, ma la sua morte svela ombre più profonde che si estendono nel passato oscuro della città. Il delitto, inizialmente ritenuto un caso di omicidio senza colpevoli, viene archiviato dopo l'amnistia Togliatti, ma la figura di Ballarin è legata a un mistero più ampio, soprattutto per il suo presunto coinvolgimento nell'aiuto agli ebrei in fuga durante la guerra. La giornalista Mara Sartori, decisa a svelare la verità dietro questo enigma, si imbatte in Raoul Sforza, che la guiderà in un viaggio ricco di colpi di scena e scoperte inquietanti.

  Ciò che rende affascinante "I fantasmi del Banchiere Nero" è la capacità dell'autore di fondere il thriller storico con una ricerca quasi ossessiva della verità storica. La morte di Ballarin diventa il pretesto per scavare in un passato complesso e doloroso, dove le connessioni tra la guerra, le ideologie, i crimini e le compromissioni politiche si intrecciano in una rete che coinvolge anche le figure più controverse del secondo dopoguerra italiano.

  Raoul Sforza, protagonista della serie, non è soltanto un investigatore atipico, ma anche una figura che, attraverso le sue esperienze traumatiche e la sua enigmatica figura di "banchiere nero", rappresenta un punto di incontro tra l'Italia degli anni Settanta e le vicende del Fascismo e della Repubblica Sociale Italiana. Il suo incontro con Mara Sartori non è solo il catalizzatore della trama, ma un modo per l'autore di esplorare le sfumature di un uomo che, pur essendo coinvolto in eventi che lo mettono al centro di scandali e processi, si ritrova a confrontarsi con il peso di una storia familiare dolorosa e poco conosciuta.

  Mara, dal canto suo, è un personaggio che, pur essendo giovane, mostra una notevole maturità professionale e una determinazione che la rende un'interessante spalla per Sforza. La sua ricerca della verità non è solo giornalistica, ma anche un percorso di crescita personale che la porta a confrontarsi con il lato oscuro della storia. La dinamica tra i due protagonisti si sviluppa in maniera intrigante, anche se le loro differenze e il loro bagaglio emotivo rimangono uno degli aspetti più affascinanti della narrazione.

  Ferrario riesce a tratteggiare con maestria le psicologie dei suoi personaggi, senza mai scivolare nel superficiale. Sforza non è il classico eroe romantico, ma un uomo segnato dalla sua storia, dalle sue scelte politiche e dalle sue disavventure personali. La sua presenza sullo sfondo della vicenda conferisce al libro una dimensione di introspezione che arricchisce il contesto investigativo.

  Lo stile narrativo di Ferrario si distingue per la sua capacità di mescolare il ritmo serrato del giallo con una prosa che evoca il peso della storia e delle sue cicatrici. Il linguaggio è preciso e al contempo evocativo, capace di rendere tangibile l'atmosfera cupa e perennemente sospesa della Venezia post-bellica, dove il passato sembra non voler mai cessare di influenzare il presente. La città lagunare non è solo un luogo geografico, ma diventa una protagonista silenziosa, un palcoscenico che ospita i fantasmi del passato e i segreti mai svelati.

  Ferrario affronta temi di grande rilevanza storica e sociale, come la memoria della Seconda Guerra Mondiale e le sue conseguenze, la Resistenza e le sue implicazioni morali. La figura di Ballarin, il notaio coinvolto nella Shoah veneziana, si inserisce in un contesto storico che non è mai del tutto risolto. Le rivelazioni che Mara scoprirà lungo il suo percorso indagano, infatti, anche sul difficile rapporto tra la giustizia postbellica e la necessità di affrontare la colpa collettiva, un tema che ancora oggi resta di grande attualità.

  Anche il ritorno al periodo della Repubblica Sociale Italiana e alla figura di Alvise Alberton, truffatore e falsario che gravita nel passato di Venezia, offre spunti di riflessione sulla responsabilità individuale e collettiva, e sulla difficoltà di fare i conti con le proprie azioni in tempi di guerra e confusione.

  Il romanzo, insomma, trascende il genere del thriller storico, offrendo una narrazione densa e ricca di spunti di riflessione. La trama avvincente, la profondità dei personaggi e la capacità dell'autore di intrecciare la finzione con la realtà storica ne fanno una lettura affascinante non solo per gli appassionati di misteri e gialli, ma anche per chi è interessato alla storia d'Italia del Novecento. La quarta indagine di Raoul Sforza, pur inserendosi in una serie, si presenta come un'opera autonoma che non delude le aspettative, confermando Ferrario come uno degli autori più promettenti del panorama thriller e storico italiano contemporaneo.