|
Piero Jahier, sotto lo pseudonimo di barba Piero (in dialetto genovese zio Piero), volontario tra gli alpini nella Prima guerra mondiale, ha raccolto nel 1918, per «L’Astico», il giornale delle trincee da lui curato, i testi dei canti di guerra dei soldati della Prima guerra mondiale.
Mursia ripropone questa raccolta che nelle intenzioni di Jahier doveva servire a un reparto che volesse «fabbricarsi un buon coro di soldati senza bisogno di nulla».
I canti dei soldati si mescolano a canti popolari, a cori di opere liriche e persino a canzonette per formare un singolare libro in cui attraverso la musica si rivivono momenti cruciali della nostra Storia...
|
Leggi tutto...
|
Il processo della causa di beatificazione di Pio XII ha riacceso il dibattito sul ruolo che papa Eugenio Pacelli giocò nella Seconda guerra mondiale. Avrebbe potuto fermare gli orrori del nazismo, se avesse apertamente condannato la guerra e la Shoah?
Dopo aver raccolto tutti i dati della ricerca, dopo aver esaminato diversi documenti negli Archivi vaticani, dopo essersi confrontato con massimo esperto di Pio XII, padre Peter Gumpel, il giornalista e storico Michael Hesemann sradica tutte le accuse contro i "silenzi" del Papa.
Dati alla mano, Hesemann dimostra che Eugenio Pacelli fin da quando era nunzio a Berlino nel 1924 aveva condannato la...
|
Leggi tutto...
|
«Il Cinema mondiale in occasione della scomparsa di Leni Riefenstahl, si inchina riverente davanti alla Salma di colei che deve doverosamente essere ricordata per i suoi geniali film, divenuti fondamentali nella storia del cinema.»
Questo l’epitaffio dovuto alla grandezza di colei che con immagini di soggiogante bellezza aveva raggiunto magistralmente effetti spettacolari in: Der Sieg des Glaubens (Vittoria della fede, 1933), Tag des Freiheits (Giorno della libertà, 1935), Triumph des Willens (Il trionfo della fede, 1936), e nei famosissimi e insuperati Fest der Völker (Olympia, 1938) e Fest der Schönheit (Apoteosi di Olympia, 1938)...
|
Leggi tutto...
|
Un filosofo sonda il misterioso paradosso dell’attività venatoria, il complesso equilibrio tra istinto e ragione che la caratterizza. La passione e la strategia, la serietà dell’impegno e i valori, la pulsione predatoria e l’ethos rispettoso dell’animale. Paradossi che rivelano una volta di più quanta affinità possa esserci tra il cacciatore e il pensatore: quel naturale tendersi verso un obiettivo – i sensi sempre all’erta – che concentra infallibilmente l’occhio sulla preda che passa. E che svela ancora una volta quanto sotto le maschere del cacciatore e del filosofo si nasconda l’uomo...
|
Leggi tutto...
|
|
|
<< Inizio < Prec. 1601 1602 1603 1604 1605 1606 1607 1608 1609 1610 Succ. > Fine >>
|
Pagina 1608 di 1819 |