Franco Cardini - Fabio Mini
Ucraina La guerra e la storia
PaperFIRST, pagg.172, € 13,00
In questo volume, sono stati raccolti gli interventi di Franco Cardini e Fabio Mini – "cioè uno storico e un generale che manifestano una prodigiosa quanto rara immunità dal nuovo, terrificante contagio" da "demenza e sadomasochismo collettivi", come scrive Marco Travaglio nell'ampia Prefazione – tratti dal saggio miscellaneo "Ucraina 2022. La Storia in pericolo" (La Vela, 2022).
Il conflitto in corso in Ucraina dal 24 febbraio 2002, secondo Cardini, "si presenta come "una stranezza di guerra": e può darsi che sia davvero così. Gli italiani e gli occidentali non riescono per la loro maggior parte ancora a capire neppure perché sia iniziata, dal momento che – disinformati dai nostri media e dai nostri politici – sono all'oscuro del fatto che essa non è cominciata con l'annuncio di Putin in quel mattino di febbraio, bensì con il colpo di mano ucraino in funzione antirussa del 2014 e l'accordo tra Unione Europea e l'allora nuovo premier ucraino Porošenko che nelle intenzioni preludeva all'ingresso del nuovo Stato slavo nella Ue, e di lì a poco all'allargamento verso Est del limite (cioè del "fronte di fuoco missilistico") della Nato, in contraddizione rispetto a impegni fin dal 1991 contratti, sia pure non in termini formalmente cogenti".
Oltre che "strana", la guerra attuale "è un episodio (per ora l'ultimo cronologicamente parlando) di una fase della "riprogettazione dell'ordine mondiale" avviata con l'inizio dell'amministrazione Biden negli Usa e caratterizzata da tre aspetti salienti: primo, la ripresa forte, con il binomio Biden-Harris, della tradizionale politica del Partito Democratico statunitense che consiste nella fede nel "manifesto destino" della nazione americana facente centro sul principio che interesse statunitense e libertà-diritto alla felicità del genere umano coincidono; secondo, la necessaria consapevolezza che è, crediamo, patrimonio generalmente acquisito dell'obiettiva fase di declino attraversata dall'egemonia mondiale della superpotenza statunitense dopo il "picco" dell'inizio degli anni Novanta (gli anni della maldestra "profezia" di Francis Fukuyama)".
Il generale Mini spiega che l'Ucraina è diventata "il proxy di turno in una guerra che vede in Europa lo scontro fra due visioni strategiche opposte: quella orientale, di ricerca di spazi di sicurezza, e quella occidentale, di negazione di qualsiasi spazio e di qualsiasi sicurezza. Una strategia tutta statunitense che prevede vari fronti sul piano globale contro la Russia, contro la Cina e contro chiunque abbia o avrà bisogno di spazi fisici o virtuali".
"In Ucraina e per l'Ucraina – aggiunge Mini – si stanno conducendo altre guerre che, contrariamente ai dettami della guerra ibrida, non sono coordinate con le operazioni militari, ma sovrapposte, a strati. E, contrariamente ai dettami della guerra in senso generale, le guerre dell'Occidente e dell'Ucraina non sono combattute contro la Russia, ma contro di noi e contro gli interessi dello stesso popolo ucraino. Come lo sono, in particolare, la guerra finanziaria ed economica, la guerra delle informazioni e la guerra demografica". |