Gli uomini di Himmler Stampa E-mail

Gianluca Falanga

Gli uomini di Himmler
Il passato nazista dei Servizi segreti tedeschi


Carocci editore, pagg.208, € 18,00

 

falanga himmler  La fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945 segnò la fine del Terzo Reich e l'inizio di una lunga e complicata transizione verso la ricostruzione di un nuovo ordine politico e sociale. In particolare, la nascita della Repubblica Federale Tedesca (RFT) nel 1949 si presentò come un processo delicato e contraddittorio, in cui si dovettero affrontare non solo le devastazioni fisiche lasciate dalla guerra, ma anche le macerie morali e politiche lasciate dal crollo del Regime nazionalsocialista. La Guerra Fredda, con la sua divisione ideologica e geopolitica del mondo in blocchi contrapposti, impose a una Germania divisa la necessità di affrontare una sfida tanto pragmatica quanto etica: la costruzione di istituzioni democratiche in un Paese che aveva visto la complicità di molte delle sue élite nel Regime di Hitler.

  Un aspetto centrale di questa sfida fu la questione della denazificazione. Nonostante gli sforzi per rimuovere gli ex-nazionalsocialisti dalle strutture statali e militari, molti di essi rimasero nei posti di potere, soprattutto nel nascente apparato di sicurezza della Germania occidentale. In particolare, uno degli elementi più controversi e meno esplorati riguardava il ruolo degli ex membri delle SS e della Gestapo negli apparati di intelligence della nuova Germania. Il caso del Bundesnachrichtendienst (BND), il servizio segreto tedesco, e della sua connessione con il passato nazionalsocialista è al centro del libro "Gli uomini di Himmler" di Gianluca Falanga, che offre una riflessione illuminante e scientificamente rigorosa su un aspetto cruciale della storia della Repubblica Federale.

  Il volume affronta un tema tanto affascinante quanto inquietante: il legame tra il passato nazionalsocialista degli agenti dei servizi segreti della Repubblica Federale Tedesca e la loro successiva integrazione nell'apparato di sicurezza tedesco nel periodo del dopoguerra. L'Autore si concentra in particolare sull'Organizzazione Gehlen, la rete di intelligence creata dall'ex generale delle SS Reinhard Gehlen, che divenne il principale punto di raccordo tra i servizi segreti statunitensi e i nuovi apparati di sicurezza della Germania occidentale.

  Il cuore della ricerca di Falanga è rappresentato da un'indagine interna, avvenuta negli anni '60, che venne però occultata fino al 2010. In tale indagine si accertò che numerosi membri del BND provenivano direttamente dagli apparati del Terzo Reich. In particolare, molti di questi ex nazionalsocialisti avevano fatto parte delle SS, della Gestapo e della polizia militare del Reich, e si erano distinti nelle operazioni di pacificazione nelle zone occupate. La loro successiva assunzione da parte di Gehlen è vista da Falanga come un atto di pragmatismo cinico, un tentativo di costruire una rete di agenti esperti nella lotta anticomunista, ma anche un compromesso che pose le basi per i gravi fallimenti dei servizi segreti tedeschi nel periodo successivo.

  Uno degli aspetti più rilevanti del libro è la demolizione del "mito" di Reinhard Gehlen, che, negli anni del dopoguerra, era stato visto come una figura chiave nella lotta contro l'espansionismo sovietico e nel processo di ricostruzione dei servizi di intelligence della Germania. Gehlen, ex ufficiale dell'intelligence nazionalsocialista, aveva offerto i suoi servizi agli Stati Uniti, diventando un alleato strategico nella Guerra Fredda. Secondo Falanga, però, il suo operato si caratterizzò non solo per una certa inefficacia e dilettantismo, ma anche per il suo coinvolgimento in pratiche di corruzione e ricatto, alimentato dalle sue scelte di riutilizzare molti agenti nazionalsocialisti, i cui trascorsi da criminali di guerra rendevano i servizi segreti tedeschi vulnerabili a minacce provenienti sia dal blocco sovietico sia da quello alleato.

  Nel libro, Falanga sottolinea come la decisione di Gehlen di reclutare gli "uomini di Himmler" fosse motivata principalmente dalla necessità di disporre di personale già esperto nell'arte della spionaggio e della controintelligence. Tuttavia, questi uomini, molti dei quali avevano servito direttamente nelle SS, si rivelarono in gran parte incapaci di adattarsi al nuovo contesto geopolitico. I loro legami con il passato, infatti, li rendevano facilmente ricattabili da parte dei servizi sovietici e, in qualche caso, li indussero a sabotare i propri stessi servizi per motivi ideologici o personali.

  Falanga non si limita a esaminare le carriere professionali di questi agenti, ma riflette anche sul loro impatto sulla costruzione della democrazia tedesca. L'integrazione di ex nazionalsocialisti nei servizi segreti della Germania Federale rappresenta il tema centrale del libro, che offre spunti per una riflessione sulla memoria collettiva e sulle difficoltà che la Germania ha dovuto affrontare nel fare i conti con il proprio passato. In particolare, l'Autore si sofferma sulla complicità dei servizi segreti statunitensi e sulla connivenza della politica tedesca nell'agevolare questo processo, ignorando o minimizzando il rischio di riciclare elementi legati al Regime nazionalsocialista.

  Il recupero di uomini dalle fila del regime, sebbene giustificato dalla necessità di fronteggiare la minaccia comunista, ha avuto costi pesanti: il discredito sulle istituzioni democratiche, la perdita di fiducia nella trasparenza delle operazioni di intelligence e, soprattutto, l'incapacità di separare la Germania del dopoguerra dal suo passato. Questo processo, come osserva Falanga, ha avuto effetti diretti anche sulla costruzione di una cultura della memoria storica in Germania, che ha faticato a fare i conti con il legame tra gli anni del Reich hitleriano e la nascita della nuova Repubblica.

  Il libro si distingue per il suo approccio metodologico rigoroso, che si avvale di una vasta consultazione degli archivi storici recentemente accessibili, in particolare quelli del BND, che hanno permesso di rivelare fatti e circostanze fino ad allora sconosciuti o ignorati. La ricerca di Falanga è condotta con attenzione ai dettagli e con una chiarezza espositiva che rende il volume un testo utile per approfondire lo studio della storia della Germania del dopoguerra e della nascita dei suoi servizi segreti.

  Il testo non si limita a un'analisi degli eventi, ma propone una riflessione profonda sul significato di queste scelte politiche, mettendo in luce le contraddizioni della politica della memoria e il fallimento di una vera denazificazione.