Julius Evola
Autobiografia spirituale a cura di Andrea Scarabelli Presentazione di Gianfranco de Turris
Edizioni Mediterranee, pagg.152 (8 tavole a colori f.t.), € 20,00
IL LIBRO – Maestro dell'Impersonalità Attiva, Julius Evola ha sempre parlato pochissimo di sé. Basta leggere la sua "autobiografia", "Il cammino del cinabro" (1963), pensata più che altro come una guida alle sue opere. Questione di "equazioni personali", come lui stesso amava ripetere... Tuttavia, gli scritti qui raccolti sfuggono a questa norma, integrando e completando quanto si legge nel "Cammino". Nelle due lunghe interviste risalenti al 1969 e al 1971, tradotte per la prima volta in italiano dal francese, sollecitato dai suoi interlocutori, Evola spazia con gran disinvoltura dalle letture giovanili agli studi di matematica, dal futurismo al dadaismo, dai suoi rapporti con Guénon al confronto tra le proprie opere. Non mancano nemmeno piccoli ritratti, come quelli di Marinetti ed Ezra Pound, nonché analisi critiche di fascismo e nazionalsocialismo. A emergere è soprattutto lo spirito di un uomo indipendente, allergico alle camarille del potere e agli intrighi di palazzo, che sopra ogni altra cosa teneva alla propria libertà interiore. Disponibili integralmente su YouTube - ovviamente in francese – le interviste furono realizzate in due momenti diversi: da Dominique de Roux, che il 19 luglio 1969 chiese a Evola della sua partecipazione al movimento dada e dei suoi rapporti con Ezra Pound, e da Jean-José Marchand, coadiuvato da Marco Dolcetta, che lo intervistò il 18 ottobre 1971, partendo sempre dal dadaismo ma poi spingendosi oltre, lungo la Via del Cinabro. Un estratto di quest'intervista (proiettato durante il convegno tenutosi nel 1994 a Roma, in occasione del ventennale della morte del filosofo, e poi inserito da Maurizio Murelli nel documentario "Julius Evola. Dalla trincea a Dada", distribuito da "Orion" nel 2006) andò in onda nel 1971 su TFI, la televisione svizzera in lingua francese. Corredano le interviste tre articoli usciti - sotto pseudonimo - sulla rivista "Ur" alla fine degli anni Venti, dedicati alla crisi che condusse il giovane filosofo sull'orlo dell'abisso, da cui riuscì a salvarsi per miracolo, come lui stesso dice, facendo luce su uno degli episodi più enigmatici della sua vita. Oltre alle note e alle bibliografie, arricchiscono questa edizione due saggi di Andrea Scarabelli e Alessio de Giglio, una presentazione di Gianfranco de Turris e una selezione di scatti tratti dalle due interviste televisive. "Evola parla dunque di Evola – scrive, nella Presentazione, Gianfranco de Turris - in modo chiaro, esplicito, convincente e in parte sorprendentemente inedito, sicché questa piccola riscoperta potrà essere utilissima come una specie di premessa, di prodromo alla lettura delle sue opere, a cominciare dal Cammino del cinabro, di cui è un complemento, e via via tutte le altre a seconda delle predisposizioni e interessi dei lettori, alla scoperta di uno dei pensatori più complessi e problematici (nel senso che pone e risolve problemi...) del Novecento."
DAL TESTO – "Bisogna che lo dica fin da subito: io non sono mai stato né fascista né nazionalsocialista. Così come non sono mai stato iscritto a un partito, né ho mai partecipato ad alcuna elezione. Per quanto riguarda questi movimenti, due sono gli aspetti da considerare. Il primo è negativo, vale a dire tutto ciò che hanno negato. Per quanto mi riguarda, non avrei mai potuto essere in disaccordo con un movimento che si dichiarava contrario alle democrazie e ai marxismi. Potei insomma accettare queste posizioni. "Per quanto riguarda invece i loro principi positivi, vi sono alcuni aspetti validi e altri che non lo sono affatto. Potei essere d'accordo sulla ricostruzione dell'autorità dello Stato, l'idea di sostituire la lotta di classe con una formazione gerarchica e corporativa, una qualche forma di stile militare e disciplinato della nazione, insieme a una certa generale tendenza anti-borghese. Tutto questo, per me, andava bene. "Ciò che non approvo - né, d'altronde, ho mai approvato – è l'aspetto dittatoriale. Da noi il male si è compiuto in qualche misura a metà poiché, anche se nominalmente, la monarchia esisteva ancora. Al contrario, l'azione del nazionalsocialismo è stata in un certo senso ben più distruttrice, avendo negato gran parte di quella tradizione che esisteva ancora, addirittura dopo la prima guerra mondiale."
L'AUTORE – Julius Evola (1898-1974), avvicinatosi giovanissimo all'arte d'avanguardia, si è poi dedicato alla filosofia, sino a giungere agli studi che lo hanno reso più famoso, vale a dire la morfologia delle civiltà e lo studio comparato delle religioni. Attento lettore di Guénon, ne ha declinato in modo personale il pensiero in opere come "Rivolta contro il mondo moderno" (1934) e "Il mistero del Graal" (1937). Traduttore di Weininger, Spengler e Jünger, intellettuale dal respiro europeo, si è occupato di metafisica del sesso e metapolitica, tantrismo e stoicismo. Tutte le sue opere sono pubblicate in edizione critica dalle Edizioni Mediterranee.
INDICE DELL'OPERA - Presentazione, di Gianfranco de Turris - Nota del Curatore - Autobiografia spirituale - I. Lungo la via del cinabro (Dadaismo, futurismo e oltre (1969) - Storia di un'equazione personale (1971) - Evola & Pound (1969) - Il breviario dei veglianti, di Andrea Scarabelli) - II. La crisi del 1921 (Esperienze: la legge degli enti (1927), di Iagla - Alcuni effetti della disciplina magica: la "dissociazione dei misti" (1928), di Ea - Sulle "acque corrosive" (1928), di Iagla - La maschera di Evola. Scienza e coscienza dell'assoluto, di Alessio de Giglio) - Bibliografia essenziale delle opere di Julius Evola - Indice dei nomi |