L'individuo e il divenire del mondo Stampa E-mail

Julius Evola

L'individuo e il divenire del mondo

Edizioni Mediterranee, pagg.153, € 17,50

 

evola individuo  IL LIBRO – Julius Evola, come si legge nell'ultima pagina del suo libro, concluse "Teoria e fenomenologia dell'Individuo assoluto" nel 1924: uscirà in due tomi solo tre e sei anni dopo, mentre il giovane pensatore si stava già da tempo occupando di altro.
  È il periodo intensissimo dei suoi scritti e delle sue polemiche in ambiente esoterico-occultistico, filosofico-accademico e religioso-protestante. Anche se sono apparsi diversi saggi su questi anni che vanno grosso modo dal 1924 al 1931 (diciamo dalla uscita della versione del Tao tê ching alla conclusione dell'esperienza del Gruppo di Ur), nonché siano state pubblicate alcune sue antologie di scritti dell'epoca, manca ancora uno studio organico specificatamente dedicato a questi tumultuosi cinque-sei anni ricchi di incontri e di scontri, di analisi e di polemiche, di conferme e ripensamenti. Un periodo decisivo per la formazione della "visione del mondo" del giovane pensatore, fra i 26 e i 33 anni.
  Adesso si aggiunge questo volume che inserisce un altro titolo nella collana delle sue "Opere". Nelle bibliografie evoliane, a cominciare da quelle compilate dallo stesso interessato, è sempre presente L'individuo e il divenire del mondo, che in realtà vero e proprio "libro" non è, ma una piccola brochure di sole, ancorché densissime, 40 pagine, pubblicato nei primi mesi del 1926 dalla romana Libreria di Scienze e Lettere. Evidentemente, però, considerato di grande importanza dal suo autore. Nell'opuscolo sono riunite, come recita il sottotitolo, "due conferenze" del 1925 per la Lega Teosofica indipendente che, dopo la loro esposizione in pubblico, trovarono posto in versioni un po' diverse fra loro su riviste italiane e straniere: non solo Ignis e Ultra e anni dopo la tedesca Logos, ma anche bilingue (in italiano e in francese) come il cahier 1926-1927 di "900".
  In pratica si tratta di una sintesi, adatta per un pubblico più che altro versato per argomenti esoterici e occulti, delle tesi espresse in Teoria e fenomenologia dell'Individuo assoluto (soprattutto del secondo tomo) in termini certamente più semplici e comprensibili di quelli, assai tecnico-accademici, utilizzati per il libro, ma anche dell'approccio, diciamo così "filosofico" alle dottrine tantriche esposto ne L'uomo come potenza pubblicato in quello stesso periodo.
  Il pubblico cui si rivolgeva sulle riviste e nelle conferenze era senza dubbio curioso e ricettivo, ma anche polemico e battagliero a difesa delle sue posizioni nei confronti di un eterodosso Evola: il saggio di Luca Siniscalco ricostruisce nei particolari oggi a disposizione l'ambiente in cui il giovane filosofo operò e, per la prima volta, basandosi sulle informazioni pubblicate nei notiziari di "Ultra", anche la progressione, l'argomento con vari dettagli e lo svolgersi di queste conferenze. Può un opuscolo di così poche pagine essere tanto importante nel corpus delle opere evoliane che comprendono testi dieci volte e più lunghi? Sì, certamente: e lo dimostra con un ampio e approfondito saggio introduttivo il professor Romano Gasparotti che individua in quelle due conferenze riunite un una sola brochure le idee fondative di quanto Julius Evola avrebbe poi sviluppato altrove: le sue intuizioni, le sue novità, la sua sintesi tra filosofia e dottrine orientali, i gradini su cui si sarebbe mosso per procedere oltre.
In appendice a "L'individuo e il divenire del mondo" sono riuniti gli articoli a esso collegati e spesso mai ripubblicati in precedenza, apparsi su testate come Ultra, Logos, Atanòr, Ignis e "900".

  DAL TESTO – "Come chi una avversa vicenda avesse gittato sur una isola deserta incalzato, di là dal primo sgomento, dalla volontà di vivere, va a cercare ed a creare mezzi per una nuova esistenza, così l'individuo, che si sente ormai solo con sé stesso nell'intero ambito del mondo, può essere portato a trarre dal proprio interno un principio che sappia fissare una nuova realtà di là dall'ordine della parvenza e della mera rappresentazione, in cui ogni cosa ormai è andata sommersa. Questo principio è: LA POTENZA DI DOMINIO. L'Io, infatti, non è una cosa, un "dato", un "fatto", ma, essenzialmente, un centro profondo di volontà e di potenza. Come lo dice il Fichte, egli non è, che in quanto si pone - e soltanto un puro porsi è, a dir vero, il suo "essere". Come tale si rivela, per un ulteriore autoapprofondimento, la natura di quel punto fermo, che si è realizzato nel secondo stadio. Ora questo punto fermo può comunicare la propria consistenza a quel che non ne ha, e ciò evidentemente quando si vadano a riprendere secondo il rapporto proprio ad una affermazione incondizionata dell'individuale i vari ordini di quella realtà, che prima appariva irrazionalmente, in bruta contingenza, senza partecipazione della volontà dell'Io - quasi come in un sogno. Resta da procedere ad una determinazione di questo stadio, tale che si definisca l'oggetto della presente trattazione, e cioè il rapporto dell'individuo al divenire del mondo. Nel frattempo si può dire quale sia il criterio di certezza che si impone a questo punto. Esso è espresso dal principio: "Vi è assoluta certezza - ed è postulabile realtà - soltanto di quelle cose, dell'essere o del non essere, dell'essere così o dell'essere altrimenti, delle quali l'Io ha in sé, in funzione di dominio, il principio o la causa; delle altre, solamente nella misura di ciò che in esse soddisfa ad un tale criterio". Queste cose dipendono infatti interamente dalla potenza dell'Io, partecipano dell'intrinseca evidenza che è inerente al nudo principio di questo."

  L'AUTORE – Julius Evola, filosofo e pittore italiano (Roma 1898 - ivi 1974), inizialmente dedito a studi tecnici e matematici (era iscritto alla facoltà di Ingegneria), seguì ben presto la sua vera vocazione, l'arte e la filosofia, aderendo, dopo la fine della Prima guerra mondiale (alla quale partecipò come ufficiale di artiglieria), al movimento futurista di Balla e Marinetti (nel 1919 era presente all'Esposizione nazionale futurista di Milano, nel 1921 all'Exposition internationale d'art moderne a Ginevra). Ma dal gennaio del 1921 i suoi interessi si erano già spostati verso il dadaismo, entrando in contatto con Tristan Tzara e diventando una figura di rilievo nella produzione pittorica italiana, come dimostra la sua presenza al Salon Dada di Parigi nel giugno del 1921. Il '21, tuttavia, fu anche l'anno di una drammatica crisi personale che sfociò in un tentato suicidio; il superamento di tale crisi segnò per E. l'inizio di un interesse via via sempre più esclusivo per la filosofia. In questo ambito, la formazione di E. rivela la costante presenza di temi nietzschiani e gentiliani, ai quali tuttavia egli volle imprimere una torsione nel senso di un «idealismo magico» ("Saggi sull'idealismo magico", 1925), nel quale confluirono varie esperienze mistiche e misteriche dell'Oriente e dell'Occidente (yoga, tantrismo, ermetismo, mitraismo, mistica 'ghibellina' del Graal, ecc.). La sua adesione al fascismo (che rimase tuttavia ideologica, perché non fu mai iscritto al PNF) e le sue simpatie per il nazismo derivano da una interpretazione degli stessi in chiave di rinnovamento del paganesimo ("Imperialismo pagano", 1928) e di rifiuto della modernità ("Rivolta contro il mondo moderno", 1934). Nella modernità E., sensibile al classico mito delle quattro epoche del mondo (oro, argento, bronzo e ferro), vedeva il ritorno della quarta età, la peggiore di tutte. A tale rifiuto è collegata in parte anche la sua analisi dell'ebraismo, considerato il principale 'volano' del liberalismo e dell'ideologia del profitto. Il razzismo di E. non era legato a fattori biologici, ma 'spirituali', quali il mito aristocratico vagamente 'nietzschiano' delle razze intellettualmente e culturalmente superiori. Ferito nell'aprile del 1945 a Vienna durante i bombardamenti, restò paralizzato agli arti inferiori. Nel '48 rientrò in Italia, dove nel '50 fu arrestato e coinvolto nel processo ai Fasci di azione rivoluzionaria (FAR). Prosciolto dalle accuse, passò il resto della sua vita dedicandosi agli studi filosofici, che comprendono riflessioni sulla "Metafisica del sesso" (1958), scritti su Ernst Jünger, sulla filosofia indiana e sul taoismo, e ancora riflessioni sul fascismo. I suoi numerosi scritti inediti sono in corso di pubblicazione a cura della Fondazione Julius Evola. (fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/julius-evola_(Dizionario-di-filosofia))

  IL CURATORE - Romano Gasparotti è docente di Fenomenologia dell'Immagine all'Accademia di Belle Arti di Brera-Milano e collabora con la Facoltà di Filosofia dell'Università S. Raffaele di Milano.

  INDICE DELL'OPERA – Nota del Curatore - L'Individuo assoluto e la magica potenza dell'immagine, di Romano Gasparotti - L'individuo e il divenire del mondo – II - Scritti su riviste - "ULTRA" (1924-1926) (Rec. di: E.V.-V. di: Lao- Tze, Il libro della via e della virtù, a cura di J. Evola - Rec. di: Bô Yin Râ, Das Buch vom lebendigen Gott, Das Buch vom Jenseits e Das Buch vom Menschen - Rec. di: R. Eucken, Religione e verità – Rec. di: A. Guzzo, Il pensiero di Spinoza - Rec. di: E. Sidgwick, Prime linee di una storia della morale - Rec. di: Detti extracanonici di Gesù; A. Faggiotto, L'eresia dei Frigî, La diasporà catafrigia, Tertulliano e la "Nuova profezia"; La Didachè; Taziano, Discorso ai Greci; Lattanzio, La morte dei Persecutori - Rec. di: T.R. Green, Etica - Rec. di d.c. di: J. Evola, L'individuo e il divenire del mondo - La via della realizzazione di sé secondo i misteri di Mithra) - "Logos" (1924) (Sul sistema del "Tantra") - "Atanòr" (1924) (Rec. di: F.B. Cicala, Introduzione alla teoria dell'essere) - "Ignis" (1925) (La donna come cosa - Rec. di: J. Woodroffe, The Garland of Letters - Che cosa vuole l'"antroposofia" di R. Steiner) - "900" (1927) (Par delà Nietzsche) – Appendice - Un idealista magico nella Lega Teosofica Indipendente, di Luca Siniscalco - Indice dei nomi