Marx e l'atomismo greco |
Diego Fusaro
IL LIBRO – Questo lavoro cerca di mettere in luce come accanto a quelle che sono state tradizionalmente individuate come le «tre fonti» del pensiero di Marx (l'economia politica inglese, il socialismo francese e la filosofia tedesca) ve ne sia una quarta, solitamente trascurata: il materialismo atomistico di Epicuro. L'interesse marxiano per il pensiero epicureo non è episodico né casuale, come molti interpreti hanno sostenuto: non solo Marx si laurea con una tesi su Epicuro, ma continua a vedere in lui, nelle successive evoluzioni del suo pensiero, un imprescindibile punto di riferimento, rintracciando nel filosofo greco il fondatore di quella tradizione saldamente materialistica e atea – alternativa all'idealismo platonico e poi hegeliano – a cui egli stesso intende riallacciarsi col suo «materialismo storico». Oltre che per comprendere la genesi della «concezione materialistica della storia», Epicuro è anche importante, se non per risolvere, almeno per riflettere su alcuni grandi nodi problematici della riflessione marxiana, come il valore da attribuire alla scienza, il peso da riconoscere alla libertà dell'agire umano, alla critica della religione e al «farsi mondo» della filosofia. DAL TESTO – "Democrito ed Epicuro erano due autori particolarmente cari alla Sinistra hegeliana, che in essi - soprattutto in Epicuro – aveva scorto un primo modello di filosofia critica e rivolta al mondo esterno. Ma qual era l'opinione di Hegel su tali autori? Non è difficile immaginarlo: il pensatore di Stoccarda, che aveva riconosciuto nello Spirito il principale attore della storia e di ogni altra realizzazione dell'umanità, non poteva che provare una forte antipatia per due autori che, pur per strade e con intenti diversi, erano giunti a negare lo spirito in ogni sua forma, liquidandolo - nella migliore delle ipotesi - come un epifenomeno della materia. Dal canto suo, Marx vuole compiere una duplice mossa: da un lato, porsi sulla scia dei suoi compagni della Sinistra hegeliana e riabilitare Democrito e - soprattutto - Epicuro dal giudizio stroncante formulato da Hegel; e, dall'altro, soppesare attentamente quali elementi del loro discorso filosofico siano ancora validi, ossia quale effettivamente sia stato l'insegnamento profondo che questi pensatori ci hanno trasmesso. Non si deve tuttavia pensare che già nella Dissertazione Marx chiuda i conti con Hegel: al contrario, in essa egli continua a muoversi nell'alveo dell'hegelismo, di cui nel complesso accetta gli assunti fondanti e la terminologia." L'AUTORE – Diego Fusaro (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) è attento studioso della "filosofia della storia" e delle strutture della temporalità storica, con particolare attenzione per il pensiero di Fichte, di Hegel, di Marx e per la "storia dei concetti" (Begriffsgeschichte) tedesca. Per Bompiani ha curato l'edizione bilingue di diverse opere di Marx. Ha inoltre dedicato quattro studi monografici all'interpretazione del pensiero marxiano e ai suoi nessi con l'idealismo fichtiano e hegeliano: "Filosofia e speranza" (2005), "Marx e l'atomismo greco" (2007), "Karl Marx e la schiavitù salariata" (2007), "Bentornato Marx!" (2009). È il curatore del progetto internet "La filosofia e i suoi eroi" (www.filosofico.net). INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Gianni Vattimo – Introduzione - 1. Contesto della dissertazione su Democrito ed Epicuro - 2. Contenuto della Dissertazione del '41 - 3. La filosofia che si fa mondo: abbozzo di una filosofia della storia - 4. Marx, Epicuro e la critica della religione - 5. Dal materialismo atomistico al comunismo: la Sacra famiglia - 6. Democrito ed Epicuro nell'Ideologia tedesca - 7. La subordinazione della scienza in Marx e in Epicuro - 8. Una società di atomi - 9. Interpretazioni della teoria del clinamen – Conclusione - Bibliografia |