L'uomo e la tecnica Stampa E-mail

Oswald Spengler

L'uomo e la tecnica
Ascesa e declino della civiltà delle macchine

Piano B Edizioni, pagg.112, € 12,00

 

spengler_tecnica  IL LIBRO – L’uomo e la tecnica è un saggio breve, un pamphlet profetico, una visionaria e al contempo lucida analisi sul destino della civiltà occidentale e sul suo rapporto con la tecnologia moderna, colta come sintomo decadente di una civiltà ormai giunta al termine del proprio ciclo vitale. Pessimista, fatalista ma non disfattista, vediamo solo oggi affermarsi alcune delle “profezie” che l’autore tedesco dette della moderna civiltà europea: massificazione, scontro delle civiltà, deificazione di tecnica e denaro, imposizione e declino del modello occidentale su scala mondiale e deperimento del mondo organico e naturale. L’uomo e la tecnica rappresenta ancora oggi uno straordinario contributo per dibattere di alcuni dei temi più discussi e controversi del momento.

  DAL TESTO – “All'uomo non bastava più avere al suo servizio piante, animali e schiavi, di rapire alla natura i suoi tesori, - i metalli, le pietre, i legni, le fibre, l'acqua guidata in canali e in fontane, - di vincerne le resistenze mediante la navigazione, le strade, i ponti, i trafori e le dighe. La natura non doveva più essere saccheggiata delle sue materie, ma soggiogata nelle sue stesse forze e costretta a rendere servigi da schiava, onde moltiplicare le forze dell'uomo. Questo prodigioso pensiero, così estraneo a tutte le altre culture, è vecchio quanto la cultura «faustiana». Già nel secolo X incontriamo costruzioni tecniche di genere completamente nuovo. Già Ruggero Bacone e Alberto Magno avevano meditato su macchine a vapore e su velivoli. E molti specularono, nelle celle dei loro chiostri, sull'idea del perpetuum mobile.
  “Questo pensiero non ci abbandonò più.
  “La definitiva vittoria su Dio o sulla natura (deus sive natura) sarebbe stata questa: un piccolo mondo, creato dall'uomo, che come il grande si muovesse per forza propria e obbedisse solo al dito dell'uomo. Creare noi stessi un universo, essere noi stessi Dio, fu questo il faustiano sogno degli inventori, dal quale derivarono tutti i progetti di macchine che si avvicinarono, per quanto possibile, all'irraggiungibile mèta del perpetuum mobile. Il concetto di preda viene portato alle sue estreme conseguenze. Non questa o quella cosa, come il fuoco che Prometeo rubò, ma il mondo stesso, con il segreto della sua forza, diviene preda, ed è trascinato in catene fin dentro l'edificio della cultura faustiana. Chi non era personalmente posseduto da questa volontà di onnipotenza sulla natura dovette ritenere diabolico tutto ciò, e la macchina divenne invenzione del diavolo, e come tale temuta. Con Ruggero Bacone comincia la lunga serie di coloro che perirono perché giudicati stregoni ed eretici. Ma la storia della tecnica in Europa occidentale progredì ancora. Verso il 1500, con Vasco de Gama e Colombo comincia una nuova marcia vichinga. Nuovi imperi sono creati o conquistati nell'India occidentale e orientale, e un fiume di uomini di sangue nordico si getta verso l'America, dove un giorno i navigatori islandesi erano approdati invano.”

  L’AUTORE – Oswald Spengler nacque a Blankenburg (Harz) il 29 maggio 1880. Studiò scienze naturali e matematica a Monaco, Berlino e Halle, e per tre anni fu professore di queste materie in un ginnasio di Amburgo. Si trasferì poi a Monaco, dove si dedicò privatamente agli studi e dove morì l’8 maggio 1936. Fece parte di varie organizzazioni scientifiche e in particolare, come membro del comitato di fondazione, del Forschungsinstitut für Kulturmorphologie, divenuto poi Frobenius-Institut. Tra le sue opere: Der Untergang des Abendlandes (Il tramonto dell’Occidente), 1918 e 1922; Preussentum und Sozialismus (Prussianesimo e socialismo), 1920; Der Mensch und die Technik (L’uomo e la tecnica), 1931; Jahre der Entscheidung (Anni decisivi), 1933.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Emmanuel Mattiato (docente di Italianistica presso l'Université de Savoie) - Premessa dell'autore - La tecnica come tattica della vita (Processo e mezzi, lotta e arma - Sviluppo e adempimento - La transitorietà come forma del reale) - Erbivori e predatori (L’uomo è un predatore - Essere preda e predare - Il movimento come fuga o come attacco – L’occhio del predatore e il suo mondo – Invariabile tecnica specifica degli animali, e tecnica inventiva dell'uomo) - L'origine dell'uomo: mano e strumento (La mano come organo del tatto e dell'azione - Distinzione tra la fabbricazione e l'uso dell'arma - Liberazione dalla costrizione della specie - «Il pensare dell'occhio» e «Il pensare della mano» - Mezzo e fine - Natura e arte - La tecnica umana artificiale - L'uomo contro la Natura: la tragedia dell'uomo) - Il secondo gradino: parlare e intraprendere (L'azione collettiva - Da quando esiste un linguaggio in parole? - Fine del linguaggio: l'intraprendere collettivo - Fine dell'intraprendere: l'aumento della potenza umana – Separazione tra pensiero e mano: lavoro direttivo e lavoro esecutivo - Teste e mani: gerarchia delle qualità - Organizzazione - Esistenza organizzata: città, popolo, politica, economia - La tecnica e il numero degli uomini - Personalità e massa) - Conclusione: ascesa e fine della cultura meccanica (I Vichinghi dello spirito - Esperimento, ipotesi di lavoro, perpetuum mobile - Significato della macchina: le forze inorganiche della Natura costrette al lavoro - Industria, ricchezza e potenza - Carbone e numero degli uomini – Meccanizzazione del mondo - Sintomi di decadenza: diminuzione dei condottieri – Ammutinamento delle mani - Perdita del monopolio della tecnica - L'umanità di colore)