Il tramonto dell'Occidente Stampa E-mail

Oswald Spengler

Il tramonto dell'Occidente
Parte prima. Forma e realtà
Traduzione e cura di Giuseppe Raciti


Nino Aragno Editore, pagg.677, € 40,00

 

spengler tramonto1  IL LIBRO – Finora si è letto Spengler come il pletorico apologeta di una civiltà perduta (Kultur) e il fustigatore della corruzione metropolitana (Zivilisation). È giunto il momento di riconsiderarlo alla luce diaccia della contemporaneità. L'opera di Spengler si rivela di fatto un autentico «viaggio al termine della notte», alla ricerca spasmodica delle risorse necessarie a contenere la dissipazione entropica dell'Occidente. In questa prospettiva, il probabilismo statistico (la futura teoria del caos) e il socialismo etico sono le due fonti, una scientifica e l'altra filosofica, a cui la Zivilisation può attingere rinnovata potenza e «superare se stessa» – o sia, nel senso di Nietzsche, «tramontare».
  "Sessant'anni – scrive Giuseppe Raciti nella Nota che precede questa nuova traduzione del capolavoro spengleriano - ha resistito l'avventurosa versione evoliana (1957). Cento ne son trascorsi dalla data della prefazione alla prima edizione del Tramonto, che segue a ruota e in certo strano modo ribadisce l'Ottobre sovietico. L'occasione era propizia per rinnovare gli arredi e renderli più acconci, o anche solo più palatabili, al gusto contemporaneo."

  DAL TESTO – "La civiltà indù, la cui idea (bramanica) del nirvana è fra tutte l'espressione più conseguente di un'anima completamente astorica, non ha mai posseduto, in nessun caso, il menomo sentimento del "quando". Non esiste una genuina astronomia induista e neppure un calendario; lo stesso vale per il senso storico, se con esso si intende il sedimento spirituale di uno sviluppo cosciente. Del corso visibile di questa civiltà, che esaurì la sua parte organica al sorgere del buddhismo, ne sappiamo ancor meno degli avvenimenti, per certo significativi, che segnarono tra XII e VIII secolo la sua storia antica. Entrambe sono state fissate solo in quella foggia mitica che attiene ai sogni. Solo un intero millennio dopo Buddha doveva sorgere in Ceylon, con il Mahâvansa, qualcosa che rammentava alla lontana una storiografia."

  L'AUTORE – Oswald Spengler (1880-1936), ha legato la sua fama all'opera, "Der Untergang des Abendlandes" ("Il tramonto dell'Occidente"), concepita già prima della guerra mondiale e pubblicata a Monaco subito dopo la sua fine, tra il 1918 e il '22. In essa sono chiaramente avvertibili i segni della profonda crisi cui la Germania si andava avviando in quegli anni, insieme con le conseguenze più radicali alle quali lo storicismo tedesco appariva destinato. In questa direzione sempre di Spengler meritano di essere ricordati gli scritti: "Der Mensch und die Technik" ("L'uomo e la tecnica", Aragno, 2016); "Politische Schriften" (1933); "Jahre der Entscheidung" ("Anni della decisione", 1933); "Urfragen. Fragmente aus dem Nachlass" ("Essere umano e destino. Frammenti e aforismi", 1965).

  INDICE DELL'OPERA - Prima parte. Forma e realtà - Nota del curatore - Prefazione alla prima edizione del primo volume - Prefazione all'edizione definitiva – Introduzione - Capitolo primo. Il senso dei numeri - Capitolo secondo. Il problema della storia universale (I. Fisiognomica e sistematica - II. Idea di destino e principio di causalità) - Capitolo terzo. Macrocosmo (I. La simbolica dell'immagine cosmica e il problema dello spazio - II. Anima apollinea, faustiana e magica) - Capitolo quarto. Musica e plastica (I. Le arti figurative - II. Il nudo e il ritratto) - Capitolo quinto. Immagine dell'anima e sentimento della vita (I. La forma dell'anima - II. Buddismo, stoicismo, socialismo) - Capitolo sesto. La conoscenza della natura dal punto di vista faustiano e apollineo