La vita privata degli oggetti sovietici Stampa E-mail

Gian Piero Piretto

La vita privata degli oggetti sovietici
25 storie da un altro mondo

Sironi Editore, pagg.205, € 19,80

 

piretto_vitaprivata  IL LIBRO – La gazirovka: il distributore pubblico d'acqua gassata; il nomerok: il "numeretto" dei cappotti; le papirosy: le sigarette scadenti. Un'affascinante riflessione sul rapporto tra le cose e la vita. I 25 oggetti russo-sovietici protagonisti di queste pagine sono semplici cose di uso comune, non i noti "cimeli" da nostalgici esibiti talvolta nelle mostre o venduti nei negozi di souvenir. A cosa servivano, che importanza avevano nella vita dei cittadini sovietici, qual è la loro storia? Unendo l'esperienza personale a citazioni letterarie, artistiche e cinematografiche, l'autore costruisce 25 percorsi che non solo raccontano il passato ma anche il presente di questi oggetti, nell'uso e nell'immaginario collettivo. Si compone così un ritratto emozionante e inedito di una realtà spesso solo ipotizzata da oltre cortina. Un libro che riesce a stupire e a modificare per sempre il nostro giudizio, così stereotipato, di un mondo che davvero è stato altro.

  DAL TESTO – “Quello che l’Unione Sovietica si sforzava di fare era «eliminare quella spaccatura tra Cose e persone che era caratteristica della società borghese» intervenendo sul processo di produzione (allora finalizzato all’esclusivo consumo individuale) che nel mondo del capitale non prevedeva alcun contatto fisico tra la borghesia e la produzione di beni materiali. Vecchio retaggio del mondo della proprietà terriera in cui, tra padroni e “anime” (cosi venivano definiti i contadini nella Russia della servitù della gleba), il contatto era inesistente e in cui il latifondista spesso ignorava l’entità stessa della sua tenuta, la natura di coloro che vi lavoravano e le specificità di ciò che veniva coltivato, raccolto, prodotto. Il giardino dei ciliegi di Čechov (1904) bene ritrae questa realtà: l’oggetto-giardino per la famiglia dei proprietari esiste esclusivamente nella declinazione estetico-emotiva. La padrona, seppur indebitata fino al collo, trova “volgare” che si pensi di venderlo e lottizzare il terreno per costruirvi villette. Solo il vecchio cameriere di casa cita le ciliegie in chiave di produzione e reddito, ma come retaggio di un passato perduto e scordato: «Allora si conoscevano i trattamenti». «E adesso che fine hanno fatto i trattamenti?». «Dimenticati. Nessuno se li ricorda».”

  L’AUTORE – Gian Piero Piretto insegna Cultura russa e Metodologia della Cultura visuale all'Università degli Studi di Milano. Ha dedicato saggi e articoli alla letteratura e alla cultura russa. Ha pubblicato Il radioso avvenire. Mitologie culturali sovietiche (Einaudi, 2001) e Gli occhi di Stalin (Raffaello Cortina, 2010).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Rosso - Distributore automatico di acqua gassata - Samovar - Profumo - Polpetta - Bicchiere a faccette - Contromarca - Metro - Il cadavere di Lenin - Sputnik - Dolce pasquale - Carta igienica - Borsa a rete - Automobile - Vodka - Deficit - Galosce e ciabatte - Sigarette - Moneta - Lampada - Pesce essiccato - Portabicchiere - Distintivi - Scarafaggio - Barattoli