Gli irriducibili. Storie di brigatisti mai pentiti Stampa E-mail

Pino Casamassima

Gli irriducibili
Storie di brigatisti mai pentiti

Laterza, pagg.272, € 18,00

 

casamassima_irriducibili  IL LIBRO – L'irriducibile non ritiene affatto conclusa la strategia della lotta armata. La resa è inconcepibile.
  «Che significa essere irriducibile? Secondo il potere significa essere irriducibile alla dissociazione, opporsi al pentimento. Per non esserlo, bisogna quindi diventare un dissociato. Una mostruosità giuridica e storica»: Renato Curcio, fra i fondatori delle Br, non ha dubbi, non si può disconoscere il proprio passato. D'accordo con lui anche altri protagonisti di quella stagione: Tonino Loris Paroli, Prospero Gallinari, Piero Bertolazzi, Raffaele Fiore e Angela Vai, che raccontano la loro storia in armi a Pino Casamassima.
  Uomini e donne che hanno scontato la pena ma che non sono disposti a trattare con lo Stato un pentimento o una dissociazione che annullerebbero il loro passato. Quella stagione di lotte che li aveva visti protagonisti di un progetto politico coerente con un'insurrezione armata possibile. Alcuni di loro non rilasciano dichiarazioni né consentono incontri, «perché la storia non è ancora finita. La guerra non è ancora finita». Fra questi, Paolo Maurizio Ferrari, che – pur in assenza di reati di sangue – ha scontato trent'anni di galera senza mai un permesso perché a questo stato non si chiede nulla, lo si combatte e, una volta fuori, capeggia rivolte e contestazioni: l'ultima a gennaio 2012 con i No Tav, che gli è costata un altro arresto.
  Chiuso in un silenzio senza incertezze è Cesare Di Lenardo, anche lui in galera da trent'anni, che dalla cella ha rivendicato gli omicidi di Marco Biagi e Massimo D'Antona, rigettando ogni possibile pacificazione. Ultima, in ordine di apparizione, Nadia Lioce, ergastolana nel carcere dell'Aquila, in regime duro di 41 bis, che l'ha resa di fatto una sepolta viva.

  DAL TESTO – “Prima di capire cosa stia succedendo, il maresciallo Petri sente la fredda canna di una pistola spingere sul suo collo. Galesi lo stringe a sé, mentre urla agli altri poliziotti di star fermi e di consegnare immediatamente le armi. «Senza fare scherzi». Il sovrintendente Fortunato butta la sua pistola per terra, ma mentre la Lioce la sta raccogliendo, echeggia un colpo di pistola. Petri stramazza a terra: un lago di sangue si sparge subito attorno alla sua testa. Dal suo collo pare uscire un fiume in piena. Altri due spari raggiungono a un polmone e al fegato il sovrintendente Fortunato, mentre l'agente Di Franzo getta via la ricetrasmittente rispondendo al fuoco: questa volta a crollare al suolo colpito da due proiettili al ventre è il brigatista. La Lioce punta contro Di Franzo la pistola sottratta a Fortunato, ma l'arma s'inceppa: tanto basta perché sia immobilizzata dallo stesso Di Franzo.
  “È tutto finito. A terra ci sono il maresciallo Petri e il brigatista Galesi. Il sovrintendente Fortunato, ferito, è accasciato su un sedile. Mentre il treno sta per fermarsi nella stazione di Castiglion Fiorentino, uno dei passeggeri si qualifica come vigile urbano di Perugia fuori servizio e offre il suo aiuto ai poliziotti. In attesa dei soccorsi, la Lioce viene ammanettata a un palo che sorregge i cartelli dei binari 2 e 3. Galesi viene trasportato all'ospedale San Donato di Arezzo per essere sottoposto a un difficile quanto inutile intervento chirurgico. Nella locale caserma dei carabinieri Nadia Lioce si rifiuta di rispondere alle domande. Solo dopo essere stata riconosciuta dagli esperti dell'Antiterrorismo dichiarerà: «Sono una militante comunista e mi dichiaro prigioniera politica».”

  L’AUTORE – Pino Casamassima, giornalista, è editorialista del Quotidiano Nazionale (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione) e collabora al programma televisivo "La Storia siamo noi". Tra le sue numerose pubblicazioni, alcune delle quali tradotte all'estero, Il libro nero delle Brigate rosse (Roma 2007, Premio Minturno 2008) e Il sangue dei rossi: morire di politica negli anni Settanta (Milano 2009, Premio Luigi Di Rosa 2011).
  INDICE DELL’OPERA – Introduzione - 1. Genesi e palingenesi della lotta armata - 2. Pentiti, dissociati, irriducibili. E falsi miti (La figura del pentito - L’invenzione del dissociato - L’irriducibile della lotta armata - I falsi miti) - 3. L’alba della lotta armata (Renato Curcio: animismo e comunismo - «Crepa padrone, tutto va bene» - Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi - Fra le montagne dell’«Università negativa» - Come i Tupamaros - Brucia pure la macchina di La Russa - «Buongiorno, sono delle Brigate rosse» - L’8 settembre del partito armato - Mara - Il carcere - La guerra è finita - La vita nuova - Tonino Loris Paroli: un artista nella lotta armata - n.n. - Il tempo dei “capplon” - L’incubazione – Pippo - Il pacco di Mara - Da Saigon alle Nuove - Tavolaccio e bugliolo - I cambiamenti fasulli - La vita nuova - Piero Bertolazzi: canto e disincanto - La caduta degli dei - Dal Lodigiano della Resistenza - Il giudice e il rozzo - Dentro e fuori dal carcere - La benedizione delle Br - La fuori) - 4. L’alzo zero (Prospero Gallinari: un contadino e la Resistenza tradita - Peppone e Don Camillo - «Galinari da l’uspèsì» - Comunisti sotto la pioggia - Le mani di un contadino - In mutande per la rivoluzione - «Scusi è lei il brigatista?» - Fine corsa – La vita nuova - Raffaele Fiore: la rabbia del Sud - La valigia del futuro - Il disincanto – Clandestino - Gli invisibili - Il simbolo – Il cuore dello Stato - Più nulla come prima - Fine corsa - La vita nuova - Angela Vai: nel nome del padre - A guerra finita - Il sole s’alza in fretta – Armi in pugno - La rivoluzione non si processa - La maestrina di Collegno - In nome suo) - 5. Gli irriducibili (Paolo Maurizio Ferrari: l’uomo in rivolta - Mau il rosso - Don Zeno e Nomadelfia – Il guerriero - Per trasformare la società - Cesare Di Lenardo: la stella non è spenta - È sempre tempo di rivoluzione – Autorizzazione non concessa - Le “squadrette” – Giuseppe Taliercio - James Lee Dozier - Pentiti e tortura - La riaggregazione - Nadia Desdemona Lioce: il ritorno del partito armato - «Mi dichiaro prigioniera politica» - Lenin a Foggia - Studiare da brigatista - L’incubazione - Da D’Antona a Biagi - Da una cella vi scrivo - “Perdite fisiologiche” - Il telefono amico - La spiaggia di Siponto) - 6. Fine pena? - 7. Le colpe degli innocenti - Fonti e bibliografia - Indice dei nomi