Meditazioni delle vette |
Julius Evola Meditazioni delle vette Edizioni Mediterranee, pagg.208, Euro 19,50
IL LIBRO - La predilezione di Julius Evola per le altezze spirituali e per le vertigini metafisiche del pensiero ebbe una controparte concreta e pratica: il filosofo tradizionalista praticò negli anni Venti e Trenta l’alpinismo più audace con scalate di sesto grado superiore e arrampicate sui ghiacci, cosa che nel mondo della cultura lo accomuna a personaggi come Aleister Crowley e Dino Buzzati. Di queste sue esperienze scrisse su pubblicazioni specialistiche (La rivista mensile del Club Alpino Italiano) e sulla stampa diretta a lettori generici (i quotidiani Il lavoro d’Italia, Corriere Padano, Il Regime fascista, Roma), non solo trasfigurandole magistralmente alla luce del mito, del simbolo e di una spiritualità superiore, ma anche collegandole alla vita quotidiana, alle trasformazioni della società e ad un nuovo modo di intendere la politica. Nella quinta edizione riveduta, corretta e ampliata di questa antologia, apparsa per la prima volta nel 1974 con l’approvazione dell’Autore, si troveranno 20 testi apparsi fra il 1927 e il 1942, più due del dopoguerra, quando il filosofo era ormai immobilizzato, che permettono di annoverare Meditazioni delle vette (che ha avuto traduzioni in spagnolo, francese e inglese) fra i «classici» della letteratura di montagna, anche se sui generis. Questo tipo di esperienza, afferma più volte Julius Evola, è insieme azione e contemplazione, una efficace reazione – sempre che «l’alpinismo non equivalga a professione della montagna» (1933) – per fronteggiare positivamente gli aspetti negativi del mondo attuale. «Nella civiltà moderna, tutto tende a soffocare il senso eroico della vita. Tutto tende alla meccanizzazione, all’imborghesimento, all’accomunamento regolato e prudente di esseri fatti di bisogni e ognuno insufficiente a sé medesimo: il dèmone della metropoli pietrifica ogni vita, sincopa ogni respiro, contamina ogni fonte» (1927). Ma andare in montagna non vuol dire affatto «caccia all’emozione per l’emozione stessa, che provoca, specie in America, ogni sorta di stravaganze e frenesie» (1936). Viceversa, contro ogni deleterio turismo di massa, contro ogni banale «amore della natura» e contro ogni frivolezza snobistica, «la montagna insegna il silenzio, disabitua dalla chiacchera, dalla parola inutile, dalle inutili, esuberanti effusioni» (1942). Un libro sorprendente per chi non conosce questo aspetto di un pensatore che si riteneva confinato fra esoterismo e tradizionalismo: Meditazioni delle vette gli aprirà nuovi orizzonti speculativi e gli farà apprezzare una prosa educativa e profonda degna del miglior «giornalismo culturale».
DAL TESTO - "La natura profonda dello Spirito che si sente infinito e libero, sempre di là da se stesso, sempre di là da ogni forma e d’ogni grandezza che trovi in sé o fuori di sé, si sveglia e riluce nella «pazzia» di costoro che senza uno scopo, senza una ragione, si lanciano fra le vette e i crepacci con una volontà che si impone alla fatica, alla paura, alla voce dell’istinto animale di prudenza e di conservazione. "Sentirsi lasciati a se stessi, senza aiuto, senza scampo, vestito soltanto della propria forza e della propria debolezza, senza altro che sé a cui chiedere, e portarsi innanzi di roccia in roccia, di appiglio in appiglio, inflessibilmente, per ore, e il senso dell’altezza e del pericolo imminente, inebriante, e il senso della solitudine solare, e il senso di indicibile liberazione e di respiro cosmico alla fine, all’attingere le vette, quando la lotta è vinta, l’affanno domato e si schiudono orizzonti voraginosi di centinaia di chilometri - tutto più in basso di noi - in ciò vi è veramente una catarsi, uno svegliarsi, un rinascere in qualcosa di trascendente, di divino. "Epperò coloro che a notte ritornano, e che S. Martino riassorbe nelle serre illuminate e tiepide dei grandi alberghi ove vegetano i bei giovani dalle giacche colorate a bottoni d’oro alla Pitoeff e le dame consacrate al tennis e al tè, costoro, senza che lo sappiano, portano negli occhi e nei visi abbronzati dai riverberi, qualcosa che li distingue come uomini di un’altra razza. "Noi, a cui la guerra fece conoscere questa vertigine delle altezze, esaltata in ancora un altro pericolo, e che ce la fece amare come il culmine più alto della nostra vita, comprendiamo e giustifichiamo questa «pazzia», onde, di tempo in tempo, frammenti di corpi umani, coperti di pochi fiori alpini, scendono attraverso i canaloni di un bianco-calice abbacinante sino a S.Martino. e tentando noi stessi la stessa esperienza e lo stesso pericolo per una nostalgia e una passione più forte di noi, sentiamo che queste brevi oasi estive fra le Dolomiti ci danno la forza di tenerci fermi e senza sosta nelle nostre posizioni, in altra lotta e in altro travaglio, là dove regna il dèmone delle metropoli".
INDICE DELL'OPERA - Nota del Curatore della collana - Nota del curatore del volume - L'ultima vetta: Evola e le montagne della Tradizione, di Luisa Bonesio - Parte prima. Dottrina - 1. Dove regna il dèmone delle vette (1927) - 2. Verso il deserto bianco (1928) - 3. Un mistico delle altezze tibetane (1928) - 4. Turismo, sport, montagna. Note da La Torre (1930) - 5. Alpe e spiritualità (1930 ca.) - 6. Note sulla «divinità» della montagna (1933) - 7. Spiritualità della montagna (1936) - 8. Ascendere e discendere (1939) - 9. Sulla montagna, lo sport e la contemplazione (1942) - 10. La razza e la montagna (1942) - Parte seconda. Esperienze - 1. La parete Nord del Lyskamm Orientale (1930) - 2. Note per un allenamento «psichico» in montagna (1931) - 3. Ascesa del Langkopfel (1933) - 4. Ghiacci (1933) - 5. La Valle del Vento (1933) - 6. Il Gross-Glockner per la «Via Pallavicini» (1935) - 7. Meditazioni delle vette (1936) - 8. Tempesta sul Monte Rosa (1955) - Parte terza. Arte e Folklore - 1. Un'arte delle altezze: Nicola Roerich (1931) - 2. Arte e simbolo nella sede delle nevi (1933) - 3. Religiosità del Tirolo (1936) - 4. Il pittore delle nevi tibetane (1939) - Fonti bibliografiche - Indice dei nomi - Indice dei luoghi - Indice delle illustrazioni |