Novità


Marinetti e il cinema

  Marinetti, un cinematografo vivente? Oppure un “uomo-spettacolo” che crede soltanto nella performance dal vivo? Un militarista amante del film di guerra? Oppure un protofascista a cui – incredibilmente – è sfuggito che “l’arma più forte” è appunto il cinema? Questo libro vuole non tanto riscrivere la storia del cinema futurista, quanto e soprattutto cogliere il significato che il mezzo filmico ha avuto nella dinamica intellettuale del fondatore del futurismo. In undici capitoli si segue l’ambigua posizione che Marinetti assunse nei confronti del...

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Federico il Grande

  Da giovane era stato il figlio ribelle e avventuroso di un padre violento e militarista; amava la musica, suonando e componendo con estro; leggeva instancabilmente, e la conversazione con i filosofi era nella sua giornata la cosa più importante; dichiarava il re primo servitore dello stato e la "corona un cappello che lascia passare la pioggia". Eppure, in una politica europea già spregiudicata, Federico il Grande inaugurò un cinismo aggressivo, strumento della volontà di potenza entrata - secondo alcuni storici - nei geni maligni...

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Memorie di Dirk Raspe

  Drieu La Rochelle concepì l’idea di scrivere un romanzo in cui Van Gogh fosse il personaggio chiave nell’estate del 1944, precedentemente al suo primo tentativo di suicidio. Il 14 luglio scrive nel suo Diario di ritenere Van Gogh il pittore “che illuminerà l’ultima visione dell’irreale”. In quelle che avrebbero dovuto essere le sue ultime settimane di vita, se ad agosto il destino non si fosse opposto alla sua volontà di morire, Van Gogh appariva a Drieu come un fratello, un fratello maggiore, non tanto per la comune volontà di darsi la morte quanto per un’affinità di percorso spirituale. Entrambi “sono stati...

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La Cia contro il Che

  A quarant'anni dalla morte, una documentata ricerca storiografica per la prima volta tradotta in italiano mette in luce aspetti poco noti e non ancora chiariti riguardo gli ultimi mesi di vita di Ernesto Che Guevara. Dopo il suo arrivo in Bolivia nel novembre 1966, la CIA e l'ambasciata degli Stati Uniti a La Paz fecero di tutto per impedire la vittoria della guerriglia, assumendo il controllo dello Stato, militarizzando la società e reprimendo nel sangue ogni protesta. Ogni sforzo fu fatto per soffocare sul nascere il sogno del Che di "creare due, tre, molti Vietnam", che si prefiggeva di porre fine al sistema di sfruttamento di oppressione imperialista.

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