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Nella prima parte, "Il sottosuolo", il protagonista racconta la sua infanzia e la formazione della personalità più nascosta (il sottosuolo per l'appunto). Nella seconda, "A proposito della neve fradicia", ripercorre alcuni episodi della sua vita dove più emerge il "sottosuolo". Segue alcuni compagni di scuola ad una cena, sfoga poi l'amarezza per le offese subite su Liza, una prostituta incontrata in una casa di tolleranza, mostrandole con durezza che cosa l'aspetta nel futuro. Dopo qualche giorno Liza ritorna da lui col desiderio di una vita pura, ma viene trattata con disprezzo e volgarità. Per umiliarla le dà un biglietto da cinque rubli, che poi ritroverà sul suo tavolo...
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Questo libro prende in considerazione diversi momenti della storia e della cultura millenarie degli armeni: dal ruolo della loro bellicosa aristocrazia alle innumerevoli colonie create nel bacino dei Mediterraneo, dai rapporti con l'Islam a quelli con la Russia. Tenacemente fedeli alla loro tradizione nazionale, gli armeni sono stati anche capaci di stabilire intensi rapporti con le culture con cui sono venuti a contatto nel corso del tempo. Se il monte Ararat, su cui sì posò l'arca di Noè, esprime da sempre il forte legame degli armeni con il loro paese, le migrazioni della gru sono divenute il simbolo del destino diasporico di gran parte di questo popolo, soprattutto...
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Il volume riunisce gli Atti (interventi, relazioni e saggi) del Convegno di Studio, tenutosi a Milano il 3 e 4 ottobre 2003 nell'ambito del progetto di ricerca dell'ISIIN. Il convegno è stato promosso da: Istituto Storico dell'Insorgenza e per l'Identità Nazionale (ISIIN); "Annali Italiani. Rivista di studi storici"; Istituto di Storia Moderna e Contemporanea dell'Università Cattolica del Sacro Cuore; Dipartimento di Scienze della Storia e della Documentazione Storica dell'Università degli Studi di Milano; con il sostegno della Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia e con il Patrocino di: Ministero dell'Istituzione, dell'Università e...
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I critici, alla quasi unanimità, si ostinano a vedere nella passione americana, nel ventennio fascista, dei cosiddetti americanisti, con in testa Pavese e Vittorini, la prova di una fronda antiregime ossia di una militanza antifascista. Secondo tale interpretazione, che dal dopoguerra ad oggi va per la maggiore, i nostri americanisti cercarono nel Nuovo Mondo i valori della democrazia, dell’impegno sociale e dell’antifascismo.
Si è voluto ignorare che l’antiamericanismo non fu un atteggiamento costante nell’Italia fascista e che non sempre chi avversò gli Stati Uniti amò il fascismo, e viceversa. Il “sogno dell’America” è in realtà un mito articolato e sfaccettato, in...
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