a cura di Matteo Bressan e Giorgio Cuzzelli
Da Clausewitz a Putin: la guerra nel XXI secolo Riflessioni sui conflitti nel mondo contemporaneo
Ledizioni, pagg.190, € 19,90
Sono raccolti in questo volume curato da Matteo Bressan (analista presso la NATO Defense College Foundation) e Giorgio Cuzzelli (generale di brigata degli alpini in congedo) alcuni saggi dedicati al tema della guerra nel mondo contemporaneo.
Nella prima parte, Giorgio Cuzzelli esamina la guerra convenzionale e insurrezionale in Occidente e in Oriente, focalizzando l'attenzione sui cambiamenti innescati dalla trasformazione tecnologica avvenuta nell'ultima fase del Novecento (dalle armi ipersoniche all'intelligenza artificiale). Le nuove guerre – spiega l'Autore – "tendono a stabilire il controllo politico della popolazione non attraverso la costruzione del consenso, com'è tipico dell'insurrezione, ma attraverso l'uso della paura e l'imposizione sistematica del terrore. In aggiunta, sono in parte finanziate con metodi predatori, che richiedono evidentemente l'uso continuo della violenza. Vengono combattute sul terreno a livello locale, impiegando formazioni di fanteria ridotte che utilizzano procedure tipiche della guerriglia". Tali conflitti "hanno un impatto devastante dal punto di vista umano" e "si sviluppano in un quadro di anarchia bellica e giuridica, che rende l'applicazione del diritto umanitario molto complessa, sia sotto il profilo della prevenzione sia dal punto di vista della repressione dei crimini di guerra".
Nella seconda parte, il saggio firmato da Flavia Giacobbe (direttore della rivista "Formiche") analizza le iniziative degli Stati al di fuori dell'atmosfera terrestre, quello di Emanuele Gentili (membro del consiglio scientifico della Fondazione Icsa) esamina la dimensione cibernetica e le capacità offensive dei principali Stati presenti nello scacchiere internazionale, mentre quello di Emanuele Rossi (giornalista esperto di politica internazionale) è dedicato ai riflessi esercitati dalla guerra dell'informazione (l'information warfare) sui processi decisionali dei governi e sulla capacità di tenuta delle popolazioni.
L'infowar è sempre esistita, ma oggi – spiega Rossi – è "fonte dell'interesse di governi e attori privati per via della cosiddetta rivoluzione dell'informazione, guidata dalla rapida evoluzione in corso del cyberspazio, dai microcomputer e dalle tecnologie informatiche associate. Allo stesso tempo, gli attori internazionali stanno cercando di sfruttare l'infrastruttura informatica globale, le sue evoluzioni e le tecnologie associate, per scopi militari".
La terza parte è incentrata sul rapporto sussistente tra guerra, società e diritto in chiave evolutiva. Vi si trovano i saggi di Fiammetta Borgia (professore associato di diritto internazionale presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"), Germano Dottori (consigliere scientifico della rivista di geopolitica "Limes") e Virgilio Ilari (presidente della Società Italiana di Storia Militare, SISM).
Nell'ultima parte, vengono esaminate alcune "situazioni particolari che rientrano nella casistica evolutiva delle forme conflittuali introdotta nella prima parte". Stefano Felician Beccari (policy and legal advisor al Parlamento europeo) prende in esame l'area del Pacifico con particolare attenzione alle sfide innescate dalla Cina e dalla Corea del Nord. Matteo Bressan analizza la prassi operativa – asimmetrica e ibrida nel contempo – di Hezbollah e della Wagner, "due tra i principali attori non statuali presenti nei conflitti contemporanei". Nicolò Petrelli (docente di Studi strategici presso l'Università Roma Tre) si sofferma sul conflitto asimmetrico tra Hamas e l'esercito israeliano. Claudio Bertolotti (già capo sezione contro-intelligence della NATO in Afghanistan), infine, focalizza l'attenzione sull'intervento occidentale a Kabul conclusosi nell'agosto 2021. |