a cura di Filippo La Porta
12 apostati 12 critici dell'ideologia italiana
ED - Enrico Damiani Editore e Associati, pagg.128, € 15,00
IL LIBRO – 12 microsaggi si misurano in modo impietoso con mitologie e icone della cultura italiana, evitano la deriva di un pensiero debole, riaffermano la necessità di liberare verità da ideologia e mode. Di che cosa parlano i 12 apostati? L'editoria attuale pubblica di tutto, purché scandalistico e legato alla palpitante attualità, ma secondo Paolo Morelli non pubblicherebbe più testi disturbanti. Per Guido Vitiello gli scrittori italiani sarebbero prigionieri fino alla autoparodia dei loro candidi narcisismi. Inclini ad assumere maschere autonobilitanti e deresponsabilizzanti secondo Filippo La Porta. Costretti a diventare cabarettisti e improbabili tuttologi nella cultura-spettacolo per avere qualche visibilità, secondo Camilla Baresani. Secondo Matteo Marchesini, gli stessi amano impegnarsi a sfornare magniloquenti opere-mondo, capolavori annunciati che simulano il tragico. Addirittura, riproporre in chiave miseramente depotenziata la eterna funzione del monstre D'Annunzio delle nostre lettere (Massimo Onofri). Diffondere, secondo la diagnosi di Vittorio Giacopini, una idea midcult di letteratura come balsamo e analgesico, mentre secondo Daniela Ranieri, un immaginario plasmato dalla Finanza stringe in una complicità oscena dominanti e dominati, broker, pusher di droga e idee imbastardite. D'altra parte resta essenziale non cedere alla sfiducia nichilista in una possibile razionalità condivisa, alla retorica del pensiero programmaticamente debole, al determinismo di chi dà per scontati processi di socializzazione che svuotino per sempre l'esperienza delle persone. La poesia, linguaggio apparentemente anacronistico, rappresenta nella sua "concretezza" una preziosa resistenza alla menzogna della comunicazione, secondo Silvio Perrella. Come per Paolo Febbraro, lo scrittore deve e può ritrovare onestamente negli spazi interstiziali, e lontano dallo pseudo-estremismo delle avanguardie, una vita intensamente personale. La filosofia rivive quindi non come disciplina accademico-specialistica ma come attività intellettuale e modo di essere, capacità accessibile a chiunque di distinguere il vero dal falso, per Franca D'Agostini. L'intellettuale torna quindi a proporsi come "critico", scettico ed eretico, inappartenente e misantropo, secondo Alfonso Berardinelli. La nostra povera lingua, un po' malandata, provincializzata, ridotta in ambiti sempre più ristretti dall'imperialismo dell'inglese e del plurilinguismo imperante rappresenta ancora l'unica patria e identità riconoscibile per chi abita in una diaspora ormai invasiva, secondo l'esiliato Giuseppe Samonà.
DAL TESTO – "La responsabilità degli adulti è personale, lo sappiamo, però va detto che agli scrittori si richiede di essere tuttologi, c'è una sorta di irresistibile pressione dall'alto perché espongano le proprie analisi e impartiscano moniti e ricette. Chi tiene le redini dei giornali e della politica li reputa ideali per riempire l'iperfoliazione a corto di pubblicità: fanno scena, di solito hanno una certa verve espositiva, usano citazioni colte (che ai lettori danno idea di leggere qualcosa di alto e necessario), e poiché non sono rappresentati da nessun sindacato interno, anzi ce l'hanno contro, vengono pagati con cifre irrisorie, veri cottimisti della scrittura last minute, in saldo. Sono ormai lontani i fasti contrattuali degli Umberto Eco, dei Piero Citati, dei Claudio Magris, delle Dacia Maraini. Poiché ogni scrittore contemporaneo sa di far parte di un mondo terminale e di rivolgersi a un decrescente pubblico di lettori, si lascia tentare dalla rilevanza espressa a forza di opinioni doppiamente semigratuite, nel senso che non essendo quasi pagate non richiedono nemmeno una specifica competenza. Costano poco e valgono poco ma riempiono, proprio come un panino con l'hamburger."
IL CURATORE – Filippo La Porta, laurea in Lettere con troppi esami di storia, è saggista e autore di libri su temi letterari e di critica della cultura. Collabora con "Il Sole 24 Ore", "Il Messaggero", "L'Espresso". Percussionista di parole e di suoni (con gruppi jazz), insegue il ritmo segreto della realtà.
INDICE DELL'OPERA – Perché apostati - Di cosa parlano i 12 apostati - Atto primo: Diagnosi (Paolo Morelli - Guido Vitiello - Camilla Baresani - Matteo Marchesini - Massimo Onofri - Vittorio Giacopini - Daniela Ranieri) – Intervallo / Pre/postfazione (Filippo La Porta) - Atto secondo: La poesia salverà il mondo? (Silvio Perrella - Paolo Febbraro - Franca D'Agostini - Alfonso Berardinelli - Giuseppe Samonà) - Apostati biobibliografie |