Nova Historica n.75 (marzo 2021) Stampa E-mail

Aa. Vv.

Nova Historica
Nuova serie – anno 19 – numero 75


Casa Editrice Pagine, pagg.176, € 21,00

 

aavv novahistorica75  Il fascicolo n.75 della rivista "Nova Historica", diretta da Massimo Magliaro, è in gran parte dedicato alla politica che si fa poesia e alla poesia che si fa azione.

  Emblematica in tal senso è la figura di José Antonio Primo de Rivera, la cui breve vita – come scrive il Direttore nell'Editoriale – divenne "un'icona senza tempo, un vessillo eternamente alzato verso il cielo, il segno imperituro della missione cui si era dedicato con tutta la passione della sua anima metà andalusa e metà castigliana".

  Nel fascicolo, vengono riportati il testo integrale dell'interrogatorio di José Antonio nell'aula del Tribunale "del popolo" durante il processo-farsa cominciato il 16 novembre 1936, la testimonianza di Giorgio Pini sull'incontro di José Antonio con Mussolini a Palazzo Venezia il 19 ottobre 1933, e una selezione di scritti di vari autori (Primo Siena, Robert Brasillach, Giorgio Almirante, etc.) dedicati al fondatore della Falange.

  Brasillach vedeva in José Antonio il "Principe della giovinezza, principe del sacrificio, principe della chiarezza": "Noi pensiamo, anche, che José Antonio è caduto all'alba della guerra, con un ideale puro quanto lui, e altrettanto poco infangato dagli uomini. [...] noi diciamo a noi stessi che egli è l'"Assente" – per qualche tempo. E salutiamo la sua memoria come salutiamo la nostra giovinezza, con lo stesso amore e con lo stesso rimpianto".

  Al rapporto tra Antonio Gramsci e Benito Mussolini è dedicato l'articolo di Angelo Abis, in cui si legge: "Con tutta probabilità un feeling sotterraneo, al di là della fortissima contrapposizione politica e ideologica, univa i due che oltre ad essere di una intelligenza superiore erano intellettualmente onesti e per nulla faziosi".

  Della Carta del Carnaro, "redatta dal sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, e solo successivamente "trasformata in poesia" dal Vate", si occupa Francesco Carlesi. A cent'anni di distanza – spiega l'Autore – il documento risalta "come un momento giuridico-politico di grande modernità, anticipatore di molte evoluzioni costituzionali europee dei decenni successivi. Lo slancio poetico gli conferisce un'originalità che ancora oggi affascina, la centralità del lavoro, del corporativismo e della "politica dei produttori" inscrive il testo a pieno titolo in quell'"età corporativa tra le due guerre" che portò l'intero mondo occidentale a ripensare i propri modelli di rappresentatività e partecipazione, lasciando tracce arrivate fino ai nostri giorni".

  Pietro Cappellari firma un articolo molto approfondito e ricco di dati e informazioni dedicato alla storia dell'Istituto storico della Repubblica sociale, costituito il 9 dicembre 1986 e successivamente (nel 2005) trasformatosi in fondazione.

  Viene poi pubblicata la traduzione, a cura di Anna Teodorani, di un breve articolo di Dominique Venner sulla figura del Bonaparte. Si tratta di un contributo molto interessante per comprendere il "fenomeno Napoleone". Venner rimpiange di non avere "mai incontrati nella Francia del mio tempo" uomini paragonabili ai soldati dell'epopea: "Retti di cuore, feroci contro il nemico, fieri delle loro aquile fino alla morte e con tutto questo sensibili alla galanteria incarnavano quel tipo di francese di cui ci si poteva sentire fratelli".

  Seguono poi articoli sul peronismo, Sironi, Horia Sima, Luigi Filosa, Franco Papitto, e sul rapporto di Robert Schuman con il Maresciallo Pétain.

  Conclude il fascicolo la prima parte di una rassegna iconografica, curata da Michele Rallo, dedicata ai Capi dei "fascismi sconosciuti" dell'Europa occidentale ("leader di partiti e movimenti nazionalpopolari, con precise caratteristiche che li avvicinavano al modello fascista").