Dizionario dell’Islam Stampa E-mail

a cura di Mircea Eliade

Dizionario dell'Islam
I volume A-I
II volume K-Z


Jaca Book, pagg.458 + 384, € 100,00

 

eliade dizionarioislam  Data la vastità della materia affrontata, questo Dizionario è stato suddiviso in due tomi, il primo contenente le voci dalla A alla I, il secondo quelle dalla K alla Z. I curatori sono tutti riconosciuti esperti internazionali dell'Islam.

  Michael E. Marmura ha curato la voce riguardante le concezioni islamiche di anima, che "sono varie e spaziano da un significato tradizionale, peraltro predominante, ad un significato mistico. [...] Abbondano le differenze (nonché le contaminazioni), non solo tra queste categorie, ma anche al loro interno. Nondimeno, tutte le concezioni islamiche di anima cercano, o vantano, un fondamento nel Corano".

  Al Corano, "la Scrittura delle comunità musulmana", è dedicato uno spazio piuttosto ampio – pari a quasi trenta pagine – diviso in due parti: nella prima, Charles J. Adams esamina il testo e ne ricostruisce la storia; nella seconda, Mahmoud M. Ayoub analizza il ruolo del Corano nella religiosità musulmana.

  Anche la voce dedicata al Profeta dell'Islam è molto approfondita ed è scritta da W. Montgomery Watt, il quale ne esamina gli aspetti esteriori e politici insieme con, e in maniera più dettagliata, l'aspetto religioso, "benché essi, ovviamente, non siano mai scindibili gli uni dagli altri".

  La voce Bahā'ī, i seguaci del movimento religioso sorto nella seconda metà del XIX secolo, è curata da Alessandro Bausani. Vi si legge che la religione bahā'ī, diffusasi rapidamente in tutto il mondo, "non prevede riti o sacramenti pubblici, né rituali privati di carattere sacro" e può essere vista come "una sorta di «teocrazia democratica» simile a quella dell'Islam primitivo, e considerata di origine divina".

  Nel concetto di 'bestemmia' nell'Islam, si apprende dall'apposita voce redatta da Carl W. Ernst, rientra "non solo il linguaggio offensivo rivolto a Dio, al Profeta e alla rivelazione, ma anche posizioni teologiche e sentenze mistiche che siano sospette". Quindi, può essere intesa anche "come l'equivalente dell'eresia".

  Seyyed Hossein Nasr firma la voce dedicata alla Šī'a duodecimana, che rappresenta il "gruppo più ampio della Šī'a islamica e, grazie alla sua dottrina giuridica e teologica moderata, è stata sempre considerata il centro dell'intero spettro šī'ita, al punto di venire identificata con la Šī'a in quanto tale". La Šī'a pone grande rilievo sulla figura dell'imam, visto come "un anello di congiunzione fra il credente e Dio; sorgente di grazia e fonte di conoscenza. Dotato di una realtà che va oltre la storia, non viene conosciuto semplicemente come una figura che appartiene alla storia religiosa". In particolare, per i duodecimani è molto importante la figura del "dodicesimo imam o Mahdi, il quale, nella loro concezione, "si tiene in occultamento". È appunto, spiega Nasr, il Madhi "che uscirà dall'occultamento nel tempo in cui l'oppressione e l'ingiustizia del mondo raggiungeranno il culmine. Egli distruggerà il male, stabilirà il regno della giustizia secondo la legge divina e rivelerà l'unità sostanziale delle religioni. Preparerà la seconda venuta con cui finirà la storia dell'umanità di oggi".