Mauro Stenico
Giustizia monetaria L'Alternativa della Proprietà di Popolo
Edizioni Solfanelli, pagg.207, € 12,00
Questo volume di Mauro Stenico propone un excursus sull'opera di Giacinto Auriti (1923-2006), dedicando particolare attenzione alla teoria del valore indotto della moneta (che sarebbe valsa al giurista abruzzese la candidatura al premio Nobel da parte dell'economista statunitense Jerry Lobdill) e alla rilevante proposta della proprietà popolare della moneta.
Auriti – spiega l'Autore – fu animato "dall'ideale della giustizia monetaria, due parole che egli affermava di aver avvicinato per la prima volta nella storia", e condusse la sua battaglia sostenuto "dalla fede cattolica": "Il coraggio di lottare contro le grandi ingiustizie economiche non gli sarebbe stato possibile senza confidare in Dio".
Il docente guardiese si opponeva tanto al materialismo storico quanto all'idealismo, proponendo quale unica soluzione ai problemi di natura filosofica, e quindi morale, "il ritorno a un sano realismo".
Stenico riferisce che "Auriti nutriva una certa ammirazione per [Federico] Caffè", economista neokeynesiano "misteriosamente scomparso nel 1987", che "si oppose a ogni forma di adesione acritica dell'Italia a istituzioni internazionali che, per rafforzare i processi di mercato, limitasse la libertà d'azione interna di uno Stato".
Secondo Auriti, "la moneta non possiede valore intrinseco", bensì "valore indotto", locuzione che il giurista utilizzava per descrivere il "tipo di valore-utilità che la collettività ingenera nella moneta accettandola quale mezzo di pagamento". La moneta rappresenta un valore convenzionale, ma anche un bene immateriale, collettivo (cioè "prodotto dalla collettività che accetta una certa moneta quale mezzo di pagamento") e condizionato "dall'esistenza di altri beni da misurare".
Per Auriti, la moneta riveste la medesima funzione del sangue per l'organismo: "Il sangue distribuisce ossigeno a tutto il corpo, la moneta distribuisce potere d'acquisto al mercato; la moneta svolge il ruolo del sangue trasportatore di ossigeno, le tasche dei cittadini sono i vasi capillari dell'organismo, cioè del sistema monetario. Proprio perché la quantità di moneta emessa e distribuita deve essere proporzionata all'entità del corpo da irrorare, troppa o troppo poca moneta genera squilibri paragonandoli all'anemia e all'iperemia".
Negli anni '90 del Novecento, il docente guardiese elaborò un disegno di legge sulla proprietà popolare della moneta, che venne presentato dal senatore di Alleanza Nazionale, Luigi Natali, alla Presidenza del Senato l'11 gennaio 1995. "Si trattava – osserva Stenico – di poche decine di parole scaturite da 30 anni di studio della moneta". Con tale innovativa proposta, Auriti mirava a raccogliere "un consenso politico trasversale fra le diverse forze parlamentari, convinto che una battaglia di questo tipo andasse infatti non a vantaggio dell'una o dell'altra fazione politica, bensì della collettività intera, di tutte le classi".
Nell'Appendice, è riportato il testo di un'intervista che l'Autore ha rilasciato nel corso della trasmissione "Il vaso di Pandora" nel maggio 2019.
La lettura di questo agile e divulgativo saggio è senza dubbio utile per conoscere la figura di Giacinto Auriti e le importanti teorie e proposte, ancora attualissime, che egli ebbe a elaborare nel corso di un trentennio.
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