Israele. Geopolitica di una piccola, grande potenza Stampa E-mail

Giacomo Gabellini

Israele
Geopolitica di una piccola, grande potenza


Arianna Editrice, pagg.352, € 14,50

 

gabellini israele  IL LIBRO – Israele rappresenta, per usare un'espressione del celebre politologo Samuel Huntington, la "miccia sempre accesa" del Medio Oriente. Ma fino a quando potrà durare questa pace armata che si basa su ingiustizie e contraddizioni? Affidare il futuro di Israele alla solidità dei muri e alla protezione diplomatica statunitense sarebbe miope e rischioso; contare sulle sue sole forze, sia pure appoggiate a una extrema ratio nucleare, sarebbe folle. In che modo Israele riuscirà a legittimare la sua esistenza? Paese relativamente giovane, dotato di dimensioni ridotte e rapporti a dir poco problematici con tutto il vicinato, lo Stato ebraico è divenuto un attore di primissimo piano, forte di altolocati agganci internazionali, un arsenale bellico di tutto rispetto e, soprattutto, una incrollabile fiducia nei propri mezzi, che ha spesso portato la leadership israeliana a giocare d'azzardo per conseguire gli obiettivi prestabiliti. Questo libro indaga gli aspetti storici, economici, sociali e geopolitici del lungo e travagliato processo attraverso cui Israele è riuscito a imporsi come principale (se non unica) potenza dell'intera regione mediorientale.
  "Questo libro – scrive, nell'Introduzione, Franco Cardini - è una denunzia, che, come qualunque altra denunzia al mondo, dev'essere anzitutto sottoposta al vaglio di una verifica attenta e puntuale. Ci saranno errori da correggere: credo che l'Autore non chieda di meglio che di esser corretto, e dal canto mio lo auspico. Ma nella sostanza ritengo che esso offra ai suoi critici una granitica resistenza e che il suo contenuto sia degno di venire divulgato, specie nelle scuole. In realtà, non è soltanto una storia di Israele: è un saggio di politica internazionale e di world history, tanto più utile a chi, sulle prime, se ne sentirà ferito o infastidito."

  DAL TESTO – "La nascita di Israele rappresenta una sorta di effetto collaterale delle strategie geopolitiche concepite dagli occidentali. Il sionismo è potuto germogliare soltanto inserendosi nella logica di espansione coloniale dei Paesi europei, prima di acquisire autonomia e imporsi come forza politica autonoma. Grazie alla non comune abilità organizzativa e strategica dei suoi leader, il movimento sionista è riuscito di volta in volta a giocare di sponda per ingraziarsi l'appoggio di tutte le grandi potenze, dando vita a uno Stato che dal 1948 in poi è andato progressivamente rinforzandosi, pur perseguendo obiettivi completamente divergenti da quelli dei suoi vicini ostili e numericamente soverchianti. E lo ha fatto con una spregiudicatezza che non trova precedenti nella storia recente. Quando taglia l'acqua ai palestinesi di Cisgiordania durante il Ramadan, o sradica interi uliveti per modellare la skyline della "Terra Promessa", o intensifica la colonizzazione dei territori occupati, in barba a tutti i divieti e appelli internazionali, Israele sfoggia la fiducia nei propri mezzi tipica delle grandi potenze."

  L'AUTORE – Giacomo Gabellini è scrittore e ricercatore di questioni storiche, economiche e geopolitiche. Collabora con la testata giornalistica telematica «L'Indro» e con il sito di informazione internazionale «Global Research». Con Arianna Editrice ha già pubblicato "Ucraina. Una guerra per procura". Vive a Terre Roveresche (PU).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Franco Cardini - Capitolo 1. Genesi e realizzazione del progeno sionista - Capitolo 2. La potenza militare israeliana - Capitolo 3. Realpolitik? - Capitolo 4. La presa dell'Israel Lobby sugli Stati Uniti - Capitolo 5. L'alleanza sciita nel mirino di Israele - Capitolo 6. La ragnatela israeliana - Capitolo 7. Energia e geopolitica - Capitolo 8. Conclusioni - Mappe e grafici - Bibliografia