Sotto il velame. Dante fra universalità esoterica e universalismo politico Stampa E-mail

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Sotto il velame. Dante fra universalità esoterica e universalismo politico

Mimesis Edizioni, pagg.63, Euro 11,00

 

velame.jpg  IL LIBRO – Dalle prime intuizioni di Ugo Foscolo ai fondamentali studi di Gabriele Rossetti, da Giovanni Pascoli a René Guénon, la problematica dell’ermeneutica dantesca è stata interpretata in termini iniziatici ed esoterici e in una prospettiva intellettuale più elevata, nonostante l’ostracismo della critica dantesca ufficiale.

  Il Collegio Mediolanum del Rito Simbolico Italiano, che ha curato la presente pubblicazione, ha voluto andare ancora una volta controcorrente e porre al centro dell’attenzione le opere degli autori menzionati, nell’intento di dare un contributo teso a rilanciare gli studi sui significati più profondi dell’opera dantesca, come si evince dai saggi di Piero Vitellaro Zuccarello e Luigi Della Santa.

  La questione della censura delle opere concernenti l’esoterismo di Dante s’intreccia con la prolungata rimozione dal panorama culturale italiano della questione delle fonti islamiche della Divina Commedia, che ancora in certa misura persiste. Tale questione fu affrontata per la prima volta in modo magistrale da Asín Palacios e recentemente dall’italianista Maria Corti. In Italia una tale rimozione è durata più a lungo che in altri paesi, a causa di un becero nazionalismo e da un malinteso senso della “cattolicità” di Dante. Anche in tale campo si è voluto cercare di dare un contributo di conoscenza con gli interventi di Angelo Iacovella e Alessandro Grossato.

  Nel saggio di Grossato sono state anche anche esaminate le concezioni politiche universalistiche di Dante, poggianti sull’idea da lui propugnata di un impero universale spiritualmente legittimato, concezioni che si riscontrano sia nel ghibellinismo occidentale sia nell’Islam.

  Infine, Marco Vannini ha fornito un raffronto fra le prospettive di Dante e quelle del grande metafisico tedesco Meister Eckhart.

 

  DAL TESTO – “Fra gli studiosi della Divina Commedia uno dei problemi che più ha suscitato discussioni e polemiche, è stato innegabilmente quello dei rapporti culturali tra Oriente e Occidente ai tempi dell’Alighieri e – in particolar modo – quello delle sorprendenti similitudini che si riscontrano tra il capolavoro dantesco da un lato, e il contenuto delle tradizioni islamiche relative al “viaggio notturno” e all’“ascensione ultraterrena” (al-isrà’ wal-mi’râj) di Maometto dall’altro. Ora, che ci si consideri specialisti o, più semplicemente, estimatori del divino poema, non è più consentito – a quasi nove decenni dalla apparizione del fondamentale saggio di Miguel Asìn Palacios su La escatologia musulmana en la Divina Commedia – perseverare in quell’atteggiamento di scetticismo che si è troppo spesso ostentato nei riguardi della questione, tutt’altro che secondaria, delle fonti islamiche di Dante, quasi si trattasse di una mera curiosità partorita da un manipolo di stravaganti orientalisti in vena di divagazioni “fuori dal seminato””.

 

  INDICE DELL’OPERA – Premessa, di Piero Vitellaro Zuccarello – Interpretare Dante: una storia infinita, di Luigi Della Santa – La Commedia tra oriente e occidente: suggestioni sul problema delle fondi islamiche di Dante, di Angelo Iacovella – La dottrina esoterica del Califfato Islamico e la concezione dantesca del ‘Santo Impero’, di Alessandro Grossato – Dante e Meister Eckhart, di Marco Vannini – Conclusione, di Piero Vitellaro Zuccarello