Eccentrici |
Geminello Alvi
IL LIBRO – Occhialuti alchimisti rovinati dall'assenzio, lottatori che combattono contro le tigri a pugni nudi e si convertono poi all'ascetismo per soggiogare ben altre belve, temerari aeronauti che atterrano sul tetto dei grandi magazzini di Parigi, generali cosacchi buddhisti, digiunatrici poliglotte, trasvolatori infelici, inventori di cannoni eterici, pittori monocromi devoti a Santa Rita. Da Cary Grant a Lovecraft, da Salgari a Pancho Villa e a Buster Keaton, i quarantadue personaggi raccontati da Alvi sono stravaganti e folli, certo, ma soprattutto sono uomini e donne che fremono per l'ansia di inseguire la vita e vi si perdono, mostrandone l'infinita varietà e potenza. DAL TESTO – "Nella poltrona accanto del volo per Mosca il meno che quarantenne russo rideva. Cordiale e ciarliero, come i nati nella regione del Don, chiarì d'avere il padre atamano e cosacco, prima ancora di mostrare il biglietto da visita di capovendite della Siemens. Mentre nuvole rosa galleggiavano imprevedibili attorno, leggemmo sul giornale che Eltsin intendeva seppellire la mummia di Lenin. Lui non approvò l'intento. «No, meglio di no». Spiegando: «Non se lo merita. Uno come Lenin, la terra russa non lo vuole». Parlava come chi quieto commenti le previsioni del tempo. Giacché un mio nonno in Galizia patì una carica di cosacchi, finimmo a parlare del suo in Transbajkalia con la Divisione asiatica di cavalleria del barone von Ungern. Il rumore delle turbine si fuse quindi alle parole: «Il barone era vestito d'una tunica mongola di seta rossa, testa piccola su ampie spalle, capelli biondi e mal curati, baffi rossicci a spazzola, la fronte spaziosa che sporgeva da uno sguardo pronto all'omicidio. Viaggiava per le steppe intorno a Urga dentro una turbinosa Fiat rossa. Settantaquattro proiettili gli avevano forato il cappotto e la sella il giorno prima. Era calmo e gioviale in battaglia; ma cupo nei giorni di pace. Fece fermare l'auto accanto ai prigionieri. Separò i contadini russi dai commissari politici, ordinando che i secondi fossero uccisi a bastonate. Ne restò l'unica traccia di una pozza di sangue, alla quale s'abbeverò l'enorme peloso cammello bianco, con cui von Ungern valicò le montagne assieme a cinquanta cosacchi fino al Palazzo del Buddha." L'AUTORE – Geminello Alvi (Ancona, 1955) ha lavorato alla Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, è stato assistente di Paolo Baffi, direttore della rivista «Surplus» per il Gruppo Espresso, editorialista de «il Giornale», «la Repubblica», il «Corriere della Sera», consulente di varie società e istituzioni, nonché membro del Consiglio degli Esperti del Ministero dell'Economia. Attualmente collabora con agi e con la Fondazione eni Enrico Mattei. È autore di numerosi volumi tra cui: "Le seduzioni economiche di Faust" (Adelphi, 1989), "Uomini del Novecento" (Adelphi, 1995), "Il Secolo Americano" (Adelphi, 1996), "Vite fuori dal mondo" (Mondadori, 2001), "Ai padri perdono. Diario di viaggio" (Mondadori, 2003), "L'anima e l'economia" (Mondadori, 2005), "Una Repubblica fondata sulle rendite" (Mondadori, 2006), "La vanità della spada. Vita e ardimenti dei fratelli Nadi" (Mondadori, 2008) "Il capitalismo. Verso l'ideale cinese" (Marsilio, 2011), "La Confederazione italiana. Diario di vita tripartita" (Marsilio, 2013). INDICE DELL'OPERA – Ferdinand von Zeppelin, navigatore – Cary Grant, attore – Geronimo, capo indiano – Yves Klein, pittore monocromo - Carlo Lorenzini, il Collodi - Ned Buntline, linciato - Shinshō Hanayama, buddhista - Giovanni Raicevich, lottatore - Jules Védrines, temerario - Howard Phillips Lovecraft, gentiluomo – Arletty, Garance - Otto Lilienthal, pioniere del volo - Pellegrino Artusi, benefattore - Ehrenfried Pfeiffer, biodinamico - James Stewart, George Bailey - Emilio Salgari, orientale - Raffaele Bendandi, tellurico – Gene Tunney, pugile scientifico - Giovanni Gerbi, ciclista - Barone von Ungern, generale dei cosacchi - Edward FitzGerald, traduttore - John E. Worrell Keely, eterico - Mario Bava, regista - Georg Trakl, poeta - Erich von Stroheim, bugiardo - Therese Neumann, digiunatrice - Amadeo Bordiga, settario - Hans Christian Andersen, ispirato - Antonio Pizzuto, commissario - Saint-Yves d'Alveydre, esploratore – Géo Chavez, trasvolatore - Pancho Villa, generale poligamo - Buster Keaton, imperturbabile - George G. Ritchie, psichiatra – Silla Del Sole, podista - Henry-Alexandre Legrand, lussurioso - Oliver Hardy, socio di Stanlio – Greta Garbo, Ninotchka – Jean-Julien Champagne, alchimista - Swami Sohong, domatore - John Ronald Reuel Tolkien, filologo - Monsieur Willy, agorafobo |