L'ultima utopia. Gli jihadisti europei Stampa E-mail

Renzo Guolo

L'ultima utopia
Gli jihadisti europei


Guerini e Associati, pagg.175, € 14,50

 

guolo utopia  IL LIBRO – Migliaia di cittadini occidentali, immigrati di seconda generazione ma anche autoctoni convertiti, combattono in Siria e in Iraq tra le fila dell'Is o di Al Qgeda. Chi sono e cosa li spinge a compiere una simile scelta? I foreign fighters occidentali non hanno un profilo tipo: tra essi si trovano giovani che provengono da ceti medi e popolari, da periferie metropolitane come da zone residenziali, piccoli delinquenti di quartiere e laureati in buone università. Le biografie dei combattenti jihadisti mostrano la loro eterogeneità sociale e culturale. E permettono di analizzare il contesto nel quale matura la loro scelta estrema.
  A spingerli verso lo jihadismo è, innanzitutto, l'adesione a un'ideologia totalizzante vissuta come ultima grande narrazione capace di interpretare e dare forma al mondo. Ideologia che legittima una violenza dilatata sino al limite estremo e che induce chi vi aderisce a imboccare la via del "martirio" nei deserti mesopotamici o nelle città occidentali. Nel libro sono analizzate le cause politiche, culturali, religiose che inducono i giovani europei a partecipare al jihad. Volgendo lo sguardo verso i luoghi sociali, dalla Rete alle moschee, dalle periferie alle carceri, nei quali avviene la radicalizzazione che precede tale scelta. Per compiere, infine, una ricognizione nelle storie di vita di alcuni foreign fighters francesi, il gruppo più numeroso tra i combattenti europei, e di alcuni convertiti italiani.

  DAL TESTO – "La ricerca di identità legata all'adesione all'ideologia dei movimenti fondamentalisti, che incentrano la loro azione sul problema del fondamento etico-religioso dello Stato e ritengono che il patto che lega la comunità politica non possa che basarsi su una superiore istanza religiosa, non può essere letta come mera reazione contro la modernità. Sebbene il rigetto del «disincanto del mondo» prenda la via di un progetto politico che rifiuta di organizzare la società e lo Stato indipendentemente da ogni idea di trascendenza, tra fondamentalismo, soprattutto quello di matrice radicale con la sua insistenza sulla dimensione del Politico e il ruolo delle avanguardie militanti, e modernità esiste una stretta correlazione. Come ricorda Eisenstadt (1994), definendo il fondamentalismo una «moderna utopia giacobina anti-moderna». Mettendo a fuoco, ben prima della nascita di movimenti come Al Qaeda o l'IS, le caratteristiche moderne di questi movimenti nella loro ossessione per: la dimensione del primato della politica; un'ideologia totalizzante che pone l'enfasi sulla ricostruzione dell'ordine sociale e politico mediante lo zelo universalistico e missionario; la valorizzazione della figura del capo carismatico; la partecipazione degli individui a forme collettive di militanza che pervadono ogni dimensione della vita quotidiana e nelle quali l'impegno è assoluto; il ricorso ai linguaggi e alle tecnologie delle comunicazioni di massa.
  "Allo stesso tempo, il radicalismo islamista presenta aspetti che possono essere ricondotti al filone della «ripresa dello Stato etico» (Pace, 2002). Il primato della politica, con il corollario della sindrome del Nemico che minaccerebbe l'identità collettiva di una comunità di credenti, si traduce, infatti, nell'elaborazione di una mappa cognitiva che orienta l'azione fondata su queste successioni: la separazione tra religione e politica è causa del disordine morale e sociale che pervade il mondo contemporaneo; disordine che, a sua volta, provoca il dissolvimento dei legami sociali, l'anomia e la deriva etica degli individui; il ripristino della legge divina, la sharia, può rifondare l'identità collettiva; lo Stato (islamico) è lo strumento per far tornare all'ordine divino la società. Da qui il tentativo di tradurre l'utopia islamista radicale in progetti politici che assumano forma statuale."

  L'AUTORE – Renzo Guolo è docente di Sociologia dell'islam all'Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni più recenti: "Chi impugna la croce" (Roma-Bari, 2011); "L'Islam è compatibile con la democrazia" (Roma-Bari, 2007); "La via dell'Imam" (Roma-Bari, 2007). Per le nostre edizioni ricordiamo: "La società mondiale" (20082); "Il partito di Dio" (2008); "Generazione del fronte" (2008). È editorialista di "la Repubblica".

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Capitolo primo. I legami forti dell'ideologia (La terza generazione politica - Radicalizzazione e ideologia – Il jihad come obbligo personale - I diversi modi di vivere (e morire) nel jihad - Voglia di comunità) - Capitolo secondo. Sociologia del foreign fighter europeo (Un impossibile profilo tipo - I convertiti) - Capitolo terzo. Muhajirat. Donne nella Casa dell'islam radicale (Hijra e sharia - Puro e impuro - She's leaving home – Un jihad particolare) - Capitolo quarto. Luoghi della radicalizzazione e forme del mimetismo (Le moschee - Il mimetismo - La miniaturizzazione dei nuclei e gli attori solitari) - Capitolo quinto. Dietro le sbarre: carcere, religione, proselitismo (Il ritorno all'islam - La pratica religiosa come terreno del conflitto - L'islam come «religione degli oppressi») - Capitolo sesto. La Rete islamista (Individualizzazione, solitudine, comunità virtuale - Mito di fondazione e codici culturali – Cyberjihad e truppe mediatiche - Il palinsesto dell'IS - Le riviste on line - Il reclutamento nel web) - Capitolo settimo. Dalla République allo Stato Islamico (L'Esagono e il jihad - L'umiliazione – Cavalieri dell'Orgoglio - Verso l'aqida – Nelle banlieue: segregazione spaziale, segregazione sociale, disperazione, rivolta, fuga - Il tempo dell'indegnità: dalla strada alla galera - Vite segnate, morti inflitte - Cercando il Paradiso - Nello Sham - Dal carcere alla Rete al jihad: destino di un emiro - La scelta di Kevin - I decapitatori gentili) - Capitolo ottavo. Italiani nel jihad (La retta via - Lo Stato perfetto) - Capitolo nono. Radicalizzazione e modernità (Jihadismo e globalizzazione - L'impatto sulla democrazia) - Bibliografia