Andare per l'Italia araba |
Alessandro Vanoli
IL LIBRO – All'epoca della Palermo degli emiri, il mercato della Vucciria non esisteva: al suo posto un lembo di terra che si protendeva verso il mare. Ancora oggi questo rione conserva il nome arabo di Kalsa. Al principio si trattò di una cittadella, destinata a ospitare uomini di rango e dotata di guarnigione militare, arsenale, uffici amministrativi, come pure due bagni pubblici e una moschea. DAL TESTO – "Per Roma, insomma, si muovevano numerosi musulmani, che tuttavia per lo più avevano dovuto abbandonare la loro fede. Della maggioranza di loro non ci restano neppure i nomi; anche se vi sono fortunate e importanti eccezioni. La più famosa è sicuramente quella di Hasan ibn Muhammad al-Wazzan, che Roma avrebbe conosciuto come Leone l'Africano. Veniva da Fez in Marocco, anche se la sua famiglia era originaria della Spagna; era agiato e colto. La sua nave fu catturata da corsari cristiani forse attorno al 1517 e l'anno dopo, nell'ottobre del 1518 già si trovava a Roma. Ovviamente lui non era uno schiavo come gli altri: il suo rango e la sua cultura ne facevano un bene prezioso per la corte papale. Così si ritrovò a Castel Sant'Angelo, prigioniero, per quanto libero di muoversi all'interno delle mura. Lesse molto, in quel periodo, lo sappiamo dai suoi autografi lasciati su alcuni manoscritti arabi che prese in prestito nella Biblioteca Vaticana. Apprese anche il latino e scrisse alcune opere, tra cui una Descrizione dell'Africa che avrebbe avuto non poca fortuna. Cominciò ad accostarsi alla religione cristiana, e vien da pensare che forse un po' di calcolo ci fosse: in fondo la conversione gli avrebbe assicurato non pochi vantaggi. Così, il 6 gennaio 1520 fu battezzato con gran sfarzo nella basilica di San Pietro, assumendo il nome di Leone, in onore del papa ovviamente. La storia che segue è fatta più di ipotesi che di certezze. Alcuni anni dopo i lanzichenecchi dilagarono per Roma. Era il 1527 e la città subì una delle sue più tragiche devastazioni: dieci giorni di saccheggi, violenze e torture. Dopo quell'anno Leone scompare: forse fuggì dalla città approfittando di quel caos; forse era già tutto progettato. Di sicuro c'è solo che per l'ennesima volta Leone riuscì a cambiare nuovamente vita e identità: pochi anni dopo infatti era nuovamente in Africa, a Tunisi per la precisione. Era tornato ad essere al-Wassan, un buon musulmano, estremamente colto, che ogni tanto forse amava raccontare di quando, a Roma, aveva conosciuto prigionia e gloria." L'AUTORE – Alessandro Vanoli, storico medievista, è esperto di storia mediterranea. Per il Mulino ha scritto «La reconquista» (2009) e «La Sicilia musulmana» (2012). INDICE DELL'OPERA – Storia di un incontro: arabi, turchi... e altri - 1. Un po' d'ordine con le parole - 2. Una passeggiata per Palermo - 3. L'hammam di Amalfi e il palazzo di Ravello: una costiera quasi islamica - 4. I tanti orienti di Puglia - 5. L'Adriatico della paura: le torri costiere - 6 Venezia porta d'Oriente - 7. L'Oriente a Roma - 8. Parentesi di pianura: arabi e turchi a Bologna - 9. Livorno: una città islamica scomparsa - 10. Da Sammezzano alla Rocchetta Mattei: orientalismi tosco-emiliani - 11. Ingenui sogni d'Oriente - 12. Alla fine del viaggio: una passeggiata a Torino - Nota bibliografica |